domenica 29 maggio 2016

La paura di essere comunisti

I comunisti non ci sono più, estinti. O quasi. Sono passati dieci anni, da allora, fatta qualche eccezione, la sinistra comunista, insieme a quella post comunista, ha inaugurato la stagione dei cartelli elettorali, con esiti deludenti. A livello nazionale ne abbiamo visti tanti: Sinistra Arcobaleno, Federazione della Sinistra, Rivoluzione Civile, l'Altra Europa. Ma è a livello amministrativo che si è fatto di più, molto di più. Ogni anno, da regione a regione, da città a città, la sinistra si divide con un pezzo e si unisce con un altro, in questi fantomatici cartelli elettorali.
Nomi diversi, loghi diversi, protagonisti diversi, che mutano di anno in anno, perdendo credibilità e riconoscibilità.
L'esperimento del 2016 sono le liste "in comune". Il popolo della sinistra esiste ancora, seppur disilluso e inattivo. Le manifestazioni di piazza sempre più vuote e il malcontento di sinistra ai vari governi Monti, Letta, Renzi, si indirizza nell'astensionismo o nel voto grillino.
I comunisti si nascondono in liste generiche di sinistra, che inevitabilmente si sgretolano il giorno dopo le elezioni.
Sono cartelli fragilissimi che al loro interno vivono battaglie durissime per conquistare, nella maggior parte dei casi, l'unico eventuale eletto.
Una lotta all'ultima preferenza per ottenere la mitica seggiola da consigliere. Dalle lotte nei quartieri a lotte senza quartiere.
Non avendo un progetto dietro, l'incarico personale è una boccata d'ossigeno, ma tale rimane.
Il problema è questo: manca il progetto dietro. I partiti si sfaldano, perdono pezzi, si dividono, per poi ritrovarsi, in campagna elettorale, di nuovo insieme per qualche mese. Un deja vu continuo, di elezione in elezione. Forse, con la nascita del Partito Comunista Italiano a giugno, e con quella di Sinistra Italiana a dicembre, una prima schiarita, seppur tutta da verificare, potrà vedersi.

La sinistra nelle elezioni del 2016
I comunisti sono nascosti nei cartelli elettorali, questi strumenti costruiti con il bilancino per accontentare tutti. Una dura impresa, perchè basta un soffio per sbilanciare il patto tra i soggetti aderenti
Come si presenterà la sinistra nelle cinque principali città italiane?

A Torino la sinistra si è divisa, un pezzo di SEL ha aderito alla lista "Progetto Torino" a sostegno di Fassino. Il resto della sinistra si è raccolta nel cartello elettorale "Torino in Comune". Il candidato sindaco è Airaudo, l'attuale deputato eletto nelle file di SEL grazie all'alleanza con il PD alle ultime elezioni.

A Milano la sinistra è divisa, SEL sostiene il candidato del PD, insieme a Pisapia, con la lista "Sinistra per Milano", l'altra parte della sinistra sostiene Rizzo, la lista si chiamerà Milano in Comune.

A Bologna la sinistra si è divisa, Sinistra italiana ha egemonizzato la lista che si chiamerà Coalizione Civica, Rifondazione Comunista ed altri sono usciti dalla coalizione.

A Roma la sinistra appare quasi unita dopo il caos Marino e candida l'ex sottosegretario del PD, Fassina. La lista si chiama Sinistra per Roma.

A Napoli la sinistra è quasi unita a sostegno di De Magistris. Cinque anni prima SEL decise di sostenere il PD. La lista si chiama Napoli in Comune.


Ma cosa c'è dietro a questi progetti? Quello che alcuni sinceramente ammettono. Una sola cosa. La speranza di eleggere almeno una persona nelle istituzioni.
Ma davvero è questo il presente e futuro dei comunisti? Nascondersi dietro a dei cartelli elettorali, a volte persino anonimi, e sperare di eleggere 2-3 persone in tutta Italia?

Eleggere un consigliere può essere un mezzo, non certo un fine. Lo sanno bene quei comunisti, non ancora domati, che si presenteranno con orgoglio nelle proprie città con il loro simbolo. Il simbolo della falce e martello.
A Torino, Milano, Bologna, Napoli, e Roma ci saranno le liste del Partito Comunista di Rizzo, e del Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando che stanno usando questa tribuna elettorale per far conoscere i loro progetti politici.
E forse è proprio questo che manca: un progetto serio, unitario, per l'oggi e il domani.
I cartelli elettorali sono uno strumento, in alcuni casi anche utile, ma vanno usati con intelligenza, con prospettiva.
Che senso può avere cambiare cartello elettorale di città in città, di anno in anno? Forse la paura di crescere, di superare le proprie criticità, ed uscire da queste sabbie mobili che stanno definitivamente portando alla morte ogni singolo progetto comunista.

A.S.

2 commenti:

  1. In realtà i comunisti si presentano in varie città (Mustillo a Roma, ad esempio): i progetti di sinistra "a sinistra del Pd" hanno mostrato ambiguità, innumerevoli criticità e mancanza totale d'egemonia all'interno della fase di costruzione di queste liste da soggetti come il Prc o simili. Il progetto del PC c'è e questo ha fatto la differenza con le altre formazioni che si sono dovute - nuovamente - mimetizzare in agglomerati dall'incerto risultato elettorale e post-elettorale.

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    1. Ho infatti scritto che sia il Partito Comunista che il Partito Comunista dei Lavoratori saranno presenti alle elezioni con il loro simbolo.
      La critica è ovviamente sui cartelli elettorali della sinistra.

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