domenica 17 luglio 2016

Turchia. Un golpe pilotato verso una dittatura elettiva

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio l'esercito turco ha dichiarato un colpo di stato, prendendo subito di mira la televisione di Stato. Nel web sono girate le prime immagini d'impatto, come i carri armati sui ponti del Bosforo di Instanbul. Un golpe inatteso, ma da alcuni sperato, come testimoniano alcune immagini.
E' stato un golpe strano, atipico, teatrale. Nessun vertice politico è stato arrestato o ucciso, erano tutti liberi. Nessun ostaggio.
Nessun partito dell'opposizione, a partire dal partito socialdemocratico di Kilicdaroglu, ha sostenuto il golpe. Sia il CHP che le forze di sinistra e filo-curde si sono espresse a favore della democrazia e contro il colpo di stato.
Tutte le forze politiche, di governo e di opposizione, parte della popolazione turca, la Polizia di Stato, buona parte dell'esercito, tutti uniti contro il golpe. Una frattura evidente che ha mostrato dopo poche ore la fragilità degli insorti, i quali rivendicavano il fatto di aver presto il potere "per proteggere la democrazia e ristabilire i diritti civili" per la "restaurazione dell'ordine costituzionale, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà, garantendo che la legge regni di nuovo nel Paese", come già riportato su Patria del Ribelle News (1)

Un problema interno al AKP
Il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, il partito conservatore di tendenza islamista di Erdogan, da mesi sta combattendo una lotta di potere tutta interna.
Uno scontro tra la corrente islamista più istituzionale e tradizionale capeggiata da Erdogan, e quella più eversiva legata al magnate turco-americano Gulen.
Per molti leader dell'occidente Erdogan viene considerato inaffidabile per gli interessi economici e soprattutto dannoso per l'immagine di uno stato "democratico" che dovrebbe entrare nell'Unione Europea.

La politica estera del nuovo premier Yildirim
Fedelissimo di Erdogan, eletto pochi mesi fa. Le prime mosse politiche sono tutte estere.
Ha intensificato la repressione contro i curdi, ed è riuscito con abilità a ricostruire la pace con Israele. Con una lettera di scuse si è riappacificata, seppur solo formalmente, con la Russia dopo la questione dell'abbattimento del cacciabombardiere. Ed infine si è riavvicinato alla Siria di Assad, dopo che in tutti questi anni hanno fatto affari politici ed economici con i terroristi dell'Isis che stanno combattendo sul suolo siriano. Il tutto tentando di rafforzare, e non perdere, l'alleanza con gli Stati Uniti.

Il capro espiatorio: Gulen
Per il governo e parte degli opinionisti, il golpe è stato influenzato o addirittura pianificato dal sunnita che vive in esilio negli Stati Uniti. Il governo americano ha richiesto le prove al governo turco della sua presunta colpevolezza nella vicenda, per ora non ne è arrivata nessuna.
Gulen avrebbe, anche a distanza, un controllo sociale nelle università, nelle scuole, nell'esercito e nella magistratura.
L'uomo che avrebbe pianificato il golpe in realtà sarebbe stato Akin Öztürk, già arrestato. Ma per molti Öztürk è legato a Gulen.

La reazione brutale di Erdogan
Pena di morte, più di 3000soldati arrestati e in alcuni casi già uccisi, rimozione di quasi 3000mila giudici, sono le prime mosse del presidente.
Alcuni quotidiani, come l'Independent, il Mirror e la Bbc stanno mostrando immagini forti, a partire dal video, già rimosso e da verificare, con un soldato decapitato.
Circolano molte immmagini di pestaggi collettivi, con i laghi di sangue al grido: “allahu akbar” (Dio è grande).
Un governo che molti definiscono fascista, dove le opposizioni, molte, sono incarcerate, dove il giornalismo indipenente è spesso sotto censura, con una repressione verso i curdi terrificante. La reazione al golpe da parte dei lealisti è stata brutale. Si parla di torture e linciaggi.
La Merkel - in una nota - ha esortato a trattare i golpisti nel rispetto dello stato di diritto.
Come avevo già scritto nel mio articolo: Fallito il golpe turco. Cosa c'è dietro?; Erdogan aveva già annunciato che avrebbero "usato la forza contro la forza" e chi ha cercato di rovesciare il governo avrebbe pagato "il prezzo più alto". Lo stiamo vedendo.

Ma chi ha organizzato il golpe veramente?
Le ipotesi principali sono due, ma in realtà sono molte di più.
Potrebbe essere stato davvero, come afferma il governo turco, un golpe pensato da Gulen, che a quanto accusa Erdogan si è infiltrato nella giustizia, nella polizia, nell'esercito e anche nei servizi segreti. Un uomo molto vicino agli Stati Uniti, dove ora vive.

C'è anche lo scenario, poco probabile, che dietro al golpe ci sia il gruppo dei kemalisti, sostenitori della laicità del paese.

L'ipotesi che sta avendo più consenso è invece quella dell'autogolpe, un teatrino di Erdogan che un po' vorrebbe ricordare l'incendio del Reichstag di hitleriana memoria. Sbarazzarsi degli oppositori, rafforzare il potere, ed incrementare la repressione. Le risposte violente di questi giorni potrebbero confermarlo, il tutto con la legittimità internazionale e il consenso poppolare. Erdogan - riferendosi al golpe - ha parlato di "un dono di Dio". Ma a quale Dio si sta riferendo? A se stesso?


Il comunicato del Partito Comunista di Turchia

Non c’è alternativa al di fuori del popolo.
Non abbiamo tutti i dettagli di quello che è successo durante il tentativo di colpo di stato che ha avuto luogo in Turchia nelle ore tra il 15 luglio e il 16 luglio. Tuttavia, sappiamo molto bene che i piani che sono supportati da forze straniere, che non traggono potere dalla classe operaia non possono sconfiggere i piani oscuri dell’ AKP e risolvere i problemi della Turchia. Gli eventi di oggi ci hanno ricordato le seguenti realtà, ancora una volta: o il popolo turco si organizzerà per sbarazzarsi di AKP o le politiche reazionarie dell’Akp si intensificheranno, la repressione aumenterà, i massacri, il saccheggio e i furti continueranno. L’unico potere che può rovesciare AKP è il potere del popolo, non c’è alternativa ad esso. AKP è responsabile di tutto ciò che ha avuto luogo questa sera. Tutti i fattori che hanno portato alla situazione attuale e le condizioni sono il prodotto del modo di governare dell’AKP e dei padroni nazionali ed internazionali che supportano AKP. Tuttavia, il fatto che il principale responsabile è AKP non significa che il tentativo di colpo di Stato sia stato orchestrato direttamente da Erdogan se stesso, al fine di raggiungere i suoi obiettivi come ad esempio aprendo la strada verso una presidenza esecutiva o cancellando gli ostacoli di fronte alla nuova costituzione. La tensione e le rivalità tra i diversi gruppi all’interno dello Stato e le forze armate che sono note per un po’ si sono trasformate in un conflitto armato. Mentre la tensione tra queste forze è vera, è una menzogna che una delle due parti in questo conflitto rappresenti gli interessi del popolo. Per ciò, cercare la soluzione contro il dominio dell’AKP in un colpo di stato militare è sbagliato come prestare il proprio sostegno alla AKP con il pretesto di prendere una posizione contro il colpo di stato militare per qualsiasi motivo. L’ultima cosa che si dovrebbe fare nel nome della libertà e dei diritti umani in Turchia è dare sostegno all’AKP che ha dato prova più e più volte di essere un nemico dell’umanità.
Anche se non hanno orchestrato questo colpo di stato, Erdoğan e AKP faranno ogni sforzo per utilizzare le condizioni risultanti e il sostegno che hanno ricevuto come mezzo per aumentare la loro legittimità. Il nostro popolo deve essere in allerta contro le misure che AKP certamente prenderà  nei giorni a venire. Aumentare la lotta contro l’AKP e i suoi piani oscuri è l’unico modo per evitare che il blocco di questo tentativo di colpo di stato fallito si trasformi in un conseguente consolidamento del governo dell’AKP e sia utilizzato come uno strumento per trasformare la l’instabilità della Turchia dell’AKP in stabilità. Il fatto che tutte le moschee in Turchia hanno trasmesso una continua propaganda in favore di Erdogan tutta la notte è un’indicazione concreta dell’urgenza del nostro compito che è nelle nostre mani.  (2)


Dichiarazione del KCK (curdi) sul tentativo di colpo di stato in Turchia
La Co-Presidenza del Consiglio Esecutivo del KCK ha rilasciato una dichiarazione relativa al tentativo di colpo di stato in Turchia.

La dichiarazione afferma che: “C’è stato un tentativo di colpo di stato messo in atto da persone la cui identità e le cui motivazioni non sono ancora chiare. Cattura l’attenzione il fatto che questo tentativo arriva in un momento in cui Erdogan, secondo quanto riferito, stava per incaricare generali vicini a lui durante l’incontro del consiglio militare che avrebbe dovuto svolgersi a breve. Il fatto che questo tentativo di colpo sia stato messo in atto all’interno di un processo che testimonia discussioni sulla politica estera del governo fascista AKP è un’altra caratteristica di questo colpo.”

TENTATIVO DI COLPO DI STATO E’ PROVA DELLA MANCANZA DI DEMOCRAZIA
Nella dichiarazione del KCK si legge: “Non è rilevante all’interno di quali fattori e di quali obiettivi politici, interni o esterni, e per quale ragione una lotta di potere viene intrapresa: in questo caso non si tratta di difendere o non difendere la democrazia. Al contrario, questa situazione è la prova di mancanza di democrazia in Turchia. Tali lotte di potere e tentativi di afferrare il potere non appena se ne presenti l’opportunità sono osservati nei paesi non democratici dove un potere autoritario provoca colpi di stato per rovesciare un altro potere autoritario quando le condizioni sono propizie. Questo è quello che è successo in Turchia.

UN COLPO DI STATO E’ STATO MESSO IN SCENA ALLE ELEZIONI DEL 7 GIUGNO
Un anno fa, Tayyip Erdogan e la Gladio del Palazzo inscenarono un colpo di stato a seguito deli risultati delle elezioni del 7 Giugno portandosi dietro il MHP, tutti i fascisti, i poteri militari nazionalisti identificati come Ergenekon e una parte dell’esercito. Questo fu un colpo operato dal potere del palazzo contro la volontà democratica del popolo manifestata dal voto della gente. Il fascismo dell’AKP fece un’alleanza con tutte le forze di stampo fascista e con una parte dell’Esercito incluso il Capo della Difesa al fine di sopprimere il Movimento di Liberazione Kurdo e le forze democratiche. Il fascismo dell’AKP condusse l’Esercito nelle città e nei villaggi curdi, fece incendiare le città radendole al suolo e massacrò centinaia di civili. Inoltre, emanò leggi per invalidare i processi dei militari per dei crimini da loro commessi.

TENTATIVO DI COLPO DI STATO DI UNA FAZIONE MILITARE CONTRO UN’ ALTRA FAZIONE MILITARE
E’ già esistita una tutela militare prima del tentativo di colpo di stato fatto ieri; e questo caratterizza il caso attuale un tentativo di golpe operato da una fazione contro la fazione militare esistente. Questa è la ragione per cui coloro che vogliono che l’esercito insceni un colpo di stato, finora avevano accettato l’esistenza di una tutela militare e si erano schierati accanto ad Erdogan. Il fatto che il MHP e le cerchie nazionaliste e scioviniste si siano affiancate alla Gladio del Palazzo e i ai suoi alleati fascisti ha rivelato piuttosto chiaramente che non si tratta affatto di un incidente nella lotta tra coloro che parteggiavano per la democrazia e coloro che la osteggiavano.

RITRARRE ERDOGAN COME DEMOCRATICO DOPO IL TENTATIVO DI COLPO DI STATO E’ UN APPROCCIO PERICOLOSO
Raffigurare Tayyip Erdogan, o la dittatura fascista dell’AKP come se fossero democratici a seguito di questo tentativo di colpo di stato è un approccio anche più pericoloso del colpo di stato in sé. Immaginare la battaglia per il potere tra forze autoritarie, dispotiche e anti-democratiche come una lotta tra sostenitori e nemici della democrazia servirebbe solo a legittimare l’esistente governo di stampo fascista e dispotico.

LE FORZE DEMOCRATICHE NON SI SCHIERANO CON NESSUNO DEI DUE CAMPI
La Turchia non ha un gruppo di civili al potere né una lotta di forze democratiche contro i cospiratori. La lotta attuale è per colui che dovrebbe guidare il sistema politico attuale che è, a sua volta, il nemico della democrazia e del popolo kurdo. Perciò, le forze democratiche non si schierano per nessuno dei due campi durante questi scontri.

SE SI TRATTASSE DI UN COLPO DI STATO CONTRO LA DEMOCRAZIA SAREBBE PROPRIO QUELLO PORTATO AVANTI DAL PARTITO FASCISTA AKP
Se ci fosse un colpo di stato contro la democrazia sarebbe da identificare con quello condotto dal governo fascista AKP. Il controllo del potere politico sopra quello giudiziario, l’incremento di leggi e politiche fasciste approvate dalla maggioranza parlamentare, la revoca delle immunità dei parlamentari, l’arresto di sindaci, la rimozione coatta di sindaci e co-sindaci dalle loro posizioni, l’imprigionamento di migliaia di politici appartenenti all’HDP e al DBP: sono queste le azioni che costituiscono più che un colpo di stato. Il popolo kurdo si trova sotto un attacco genocida, fascista e colonialista.

IL GOVERNO AKP HA TRASCINATO LA TURCHIA IN QUESTI SCONTRI
Quello che ha portato la Turchia a questo stato è il governo AKP che ha trasformato il suo governo in una guerra contro il popolo kurdo e le forze della democrazia. Con il suo carattere egemonico, assolutistico e antidemocratico ha tenuto la Turchia in stato di caos e nel conflitto. Con la sua guerra contro il popolo curdo e contro le forze democratiche ha portato la Turchia ad uno stato di guerra civile. Il recente tentativo di colpo di stato mostra che la Turchia ha bisogno di liberarsi dal governo fascista dell’AKP e avere un governo democratico. Gli ultimi sviluppi spingono con urgenza affinché la Turchia si democratizzi e si liberi da questo governo egemonico e fascista.

All’interno di questo quadro, le forze democratiche dovrebbero prendere posizione contro la legittimizzazione delle politiche del governo fascista dell’AKP mascherate come “democratiche” e dovrebbero creare un alleanza democratica che avvierebbe un processo realmente democratico in Turchia. Questo tentativo di colpo di stato ci impone di non frenare la lotta contro il fascismo dell’AKP ma al contrario potenziarla affinché il caos e gli scontri in Turchia cessino ed emerga una nuova e democratica Turchia. (3)


Una dittatura elettiva
Erdogan, simbolo della democrazia del XXI secolo?
Le nuove epurazioni già annunciate nelle forze armate hanno accellerato un golpe così male organizzato? O forse semplicmente sono caduti in una trappola governativa? Nessuno può escluderlo al momento.
Ma il sospetto di un golpe pilotato, organizzato dallo stesso governo per rafforzarsi, è molto più probabile.
Erdogan è più legittimato di prima nella sua repressione, sia contro le forze esterne come i curdi, sia contro le forze di sinistra, ma soprattutto nelle opposizioni interne: nel partito, nell'esercito, nelle università, nell'amministrazione sociale. Potrà infine cambiare la costituzione, trasformare la Turchia in una Repubblica presidenziale, o forse dovremmo dire, in una dittatura elettiva. Dopo essere stato vittima di un golpe militare potrà apparire un leader democratico, eletto da un popolo che ora potrebbe sostenere ogni sua richiesta iper presidenzialista con il prossimo referendum.
Erdogan è più forte e pericoloso che mai. Un golpe, che ancora una volta, riporterà ai piedi dell'Europa, il ricordo del nazismo mentre l'Europa resta immobile a guardare.

Andrea 'Perno' Salutari

Nessun commento:

Posta un commento