mercoledì 25 maggio 2016

Il Partito Comunista Italiano 2.0 sta nascendo

Il corso della storia è come una piena inarrestabile. Travolge, spesso la forza della corrente sembra indomabile, ed è proprio in quei momenti che l'uomo deve reagire, lottare per non farsi trascinare come un corpo morto. Ribellarsi per abbattare lo stato di cose presenti e costruire la futura umanità.
Gramsci scriveva che "associarsi a un movimento vuol dire assumersi una parte della responsabilità degli avvenimenti che si preparano, diventare di questi avvenimenti stessi gli artefici diretti".
Sono passati 25 anni da quel 3 febbraio 1991 che portò allo scioglimento del Partito Comunista più grande d'occidente. Più grande e forse più innocuo. Un Partito Comunista che soprattuto nell'ultimo decennio era una negazione di sè stesso. Oggi, 25 anni dopo, rinasce il Partito Comunista Italiano in versione 2.0. Forse l'ennesimo tentativo di ricostruire una "Casa Comune" per i comunisti che vogliono salvaguardare il patrimonio storico del PCI di Gramsci, Togliatti, Berlinguer e lottare contro il neoliberismo dominante.
Un tentativo di riunificare i compagni dentro una Organizzazione politica che riprendendo quel nome, quel simbolo, rischia di vivere solo nella nostalgia se non sarà popolato e militato dalle nuove generazioni che, anno dopo anno, sembrano sempre più distanti dagli ideali di uguaglianza e giustizia sociale.

Oggi, l'avversario di classe ha vinto. Su tutti i fronti. La nostra storia è già finita?
Spesso, troppo spesso ci si interroga su come uscirne, su come organizzarsi. Capire gli errori, per evitarli in futuro. "La storia insegna, ma non ha scolari".
Il Partito dei Comunisti Italiani si trasformerà, di fatto, nel Partito Comunista Italiano. Anche se il progetto è più inclusivo, aderiranno molti compagni provenienti da altri partiti, ad esempio dal PRC, e tanti senza tessera di partito.
Un partito comunista italiano, nuovo seppur vecchio, che si aggiungerà agli altri.
Ad esempio al Partito della Rifondazione Comunista (quel che ne resta per lo meno) di Paolo Ferrero
E altri, dal Partito Comunista di Marco Rizzo al Partito Comunista dei lavoratori di Marco Ferrando.
Potrei iniziare una lunga lista, ma per decenza mi fermo subito.
Il tutto mentre a dicembre, la sinistra che fino a ieri era la stampella politica del Partito Democratico, fonderà la Sinistra Italiana. Mi riferisco al progetto di Vendola, Fassina, Cofferati.
Tanti partiti,  con seguito più che modesto, nel frattempo gli animi sono delusi e le lotte in piazza scarse e spente.

La diatriba comunista e la lotta della sopravvivenza della sinistra italiana continua, e dal prossimo mese avrà un attore protagonista in più.
Il 24, 25 e 26 giugno a Bologna si svolgerà l'assemblea Costituente Nazionale del Partito Comunista Italiano 2.0, con l'augurio, sincero, che questo partito sarà un notevole passo avanti per i comunisti italiani ovunque collocati.


Pubblico qui sotto il Preambolo dello Statuto del nuovo "Partito Comunista Italiano"

Il Partito Comunista Italiano (PCI) nasce con l’Assemblea Costituente che dà l’avvio ad una prima fase di organizzazione  unitaria  delle comuniste e dei comunisti provenienti da esperienze politiche diverse, ma dalla natura politica, culturale e ideologica affine.
Nasce dall’Appello dell’Associazione per la ricostruzione del Partito Comunista, dallo scioglimento e dall’adesione al progetto del Partito Comunista d’Italia e dalla confluenza e adesione di comuniste e comunisti del PRC e di tante e tanti – donne e uomini, ragazze e ragazzi - che avevano abbandonato la politica attiva o che vi aderiscono per la prima volta.
L’Assemblea Costituente rappresenta solo una prima fase del processo di riunificazione delle comuniste e dei comunisti in un unico partito, nel superamento della vasta diaspora comunista italiana determinata dallo scioglimento   del   PCI   e   dalle   successive   scissioni   del   movimento comunista italiano. Rafforzare l’unità, allargarla ad altri soggetti, ridare passione e speranza, riproporre un punto di riferimento politico e culturale al movimento operaio ed alle nuove generazioni è tra i compiti più importanti che la ricostruzione del Pci dovrà assolvere.
Il Partito Comunista Italiano è l’organizzazione politica d’avanguardia della classe operaia e di tutte le lavoratrici e lavoratori che, nella realtà del Paese, lottano per l’indipendenza e la libertà, per l’edificazione della democrazia, per l’eliminazione dello sfruttamento, per la libertà e la valorizzazione della personalità umana, per la pace tra i popoli: per il socialismo.
Il   Partito   Comunista   Italiano   si   ispira   ai   valori   della   Costituzione Repubblicana, della Resistenza e dell’antifascismo, e si richiama al miglior
patrimonio politico e ideologico dell’esperienza storica del PCI, da Gramsci a Berlinguer, e in particolar modo al pensiero gramsciano e togliattiano, della sinistra di classe italiana e del movimento operaio e comunista italiano ed internazionale, alla migliore tradizione marxista- leninista, alle migliori esperienze del socialismo scientifico, alle conquiste dei movimenti per la pace ed antimperialisti, alle lotte ambientaliste, antirazziste, di genere e per i diritti civili.
Le donne e gli uomini impegnati nella ricostruzione del PCI riconoscono la centralità del conflitto tra capitale e lavoro ed operano per unire ed organizzare   la   classe   lavoratrice;   assumono   la   teoria   gramsciana dell’egemonia; riconoscono l’internazionalismo quale fondamento della loro azione politica.
Il Partito Comunista Italiano opera affinché la politica estera italiana, nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, ripudi la guerra, promuova la pace, la pacifica coesistenza, la cooperazione multilaterale tra le nazioni e l’amicizia tra i popoli, in particolare tra i Paesi della regione euro- mediterranea,   per   un   nuovo   internazionalismo   proletario,   contro   la tendenza alla centralizzazione dei capitali.
Le   relazioni   internazionali   del   PCI   con   gli   altri   partiti   comunisti, rivoluzionari,   progressisti,   si   informano   ai  principi   di  indipendenza, uguaglianza, rispetto reciproco, cooperazione e non ingerenza.
Il PCI persegue una politica di confronto, in piena indipendenza ed autonomia, con tutte le forze democratiche, progressiste e di sinistra che operano  nel  rispetto dei   principi   e   dei   valori   della   Costituzione Repubblicana,   nata dalla Resistenza, senza cessioni di sovranità sulle questioni di fondo, ma capace di trovare volta a volta la sintesi strutturata e non occasionale dell’unità d’azione. Promuove la connessione con i movimenti progressivi della società, si batte per un’etica pubblica fondata sulla centralità della questione morale.
Il PCI  considera particolarmente importante  la partecipazione delle donne e delle ragazze alla vita del partito. Tutte le sue strutture sono impegnate perché si affermi la parità di genere nel partito, nelle istituzioni, nella vita pubblica. 
L’organizzazione del PCI è volontaria, unitaria, basata sul fondamentale principio del centralismo democratico. Tutte le iscritte e gli iscritti devono essere impegnati nella lotta per gli ideali e per l’applicazione della linea politica stabilita dall’Assemblea Costituente.
Lo Statuto regola la vita interna, il buon funzionamento delle istanze del partito, il modo di lavoro e di collaborazione delle militanti e dei militanti.
Il rispetto dello Statuto contribuisce a costruire una forza unita, non settaria,   combattiva   e   democratica   per   realizzare   gli   obiettivi   e   il programma del partito. Conoscere, rispettare e far rispettare lo Statuto è dovere di ogni iscritta e iscritto e di ogni organizzazione del partito. 


Per leggere invece il documento politico "Pace e Lavoro" clicca QUI

Andrea 'Perno' Salutari

8 commenti:

  1. Avevamo proprio bisogno di un autocostituente comunista. Non sarebbe il caso provare a farne una seria piuttosto che cambiare il nome ad uno già esistente, magari raccogliendo più 'cani sciolti' che cocci di altre formazioni non per questo meno disastrate?

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    1. Manca la volontà politica. Tutti troppo preoccupati di salvaguardare il proprio orticello.

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    2. Dico come la vedo io.
      Il Pdci non si scioglie, semplicemente cambia nome e si riaggrega allo stalinista Rizzo, auspicando un'ennesima scissione del Prc. Sempre il Pdci ha fatto fallire la federazione della sinistra proprio per salvaguardare il proprio orticello, dopo aver provocato una delle prime scissioni per appoggiare i ds guerrafondai ed aver continuamente cercato di allearsi al Pd.
      No, non mi convince affatto.
      Patrizia.

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    3. Ciao Patrizia. Effettivamente il PdCi si scioglie e con ex prc e senza tessera rifondano il PCI. Diversi compagni di Rifondazione hanno aderito. Ma non ci saranno i compagni del Partito Comunista di Rizzo.
      Per il resto si, il passato ė quello da te ricordato. Lavoriamo per costruire un futuro diverso.

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  2. Nessun cambio di nome, ma è l'unico partito che ha deciso di sciogliersi in toto e aderire alla costituente. Gli altri si sono sempre defilati in difesa del proprio miserevolo orticello, per questo la costituente sarà il naturale approdo dei Comunisti che non sono "cani sciolti" ma ORGOGLIOSAMENTE COMUNISTA. Salvatore

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  3. Siamo a giugno 2013. La realtà mi sembra diversa. Prima di tutto il Partito Comunista di Marco Rizzo rimane come era prima, nessuna fusione o cambiamento. Il PdCI si era trasformato prima in PCdI ed infine, con una parte di fuoriusciti dal PRC ha cambiato nuovamente nome in PCI. E' cambiata anche la linea: No UE, No Euro, No Nato e No alleanze con il PD. In questo è diventato simile al PC di Rizzo, ma a differenza di Rizzo il PCI è filocinese(condivide la linea di politica economica del partito comunista cinese, semicapitalista, seppure dicono per un periodo transitorio, al pari del PRC non disdegna di aggregarsi ad altri soggetti della sinistra per presentarsi alle elezioni non da soli con il loro simbolo. Gli unici "puri" sono rimasti il PC di Rizzo, filostalinista, ed il PCL di Ferrando, filotroskista.

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