venerdì 16 marzo 2012

Intervista agli Atarassia Grop

Immenso gruppo combat rock o combat burdel (come si definiscono loro) proveniente dalla profumata campagna comasca, formato nel lontano 1993, gli Atarassia Groop hanno allietato e continuano ad allietare le nostre orecchie con canzoni davvero stupende dai testi molto profondi e mai banali. Una grande carica e un grande capacità musicale fanno della band una delle migliori del panorama italiano! Ripropongo qui un'intervista del 2006 pubblicata su CasaPerno&Zora#7


1- Cosa vi ha spinto a creare gli “Atarassia”?
Probabilmente un’ubriacatura molesta. La band si è formata nel lontano 1993 e credo che la ragione principale della sua nascita sia stata quella di creare qualcosa che pur divertendosi permettesse di esprimersi e costruire qualcosa, dando ancora più valore al tempo che 5 amici già passavano insieme. Probabilmente la nascita della band è stata un’evoluzione naturale dell’amicizia che già esisteva, insieme alla voglia di gridare sempre più forte.

2- Como, vita e miracoli; com’è la scena musicale su quel ramo del lago di Como?
A dispetto di una situazione sociale insofferente, poco attenta ai temi legati alla scena musicale giovanile, molte band esistono e continuano a creare musica spesso interessante. Credo che una testimonianza tangibile siano le due uscite di Comocitypunkers (quest’anno è uscito il volume 2), compilation che raccoglie molti gruppi comaschi. Il fatto interessante è che la produzione del disco è finanziata dai gruppi stessi. Non a caso il sottotitolo della prima edizione è stato “Uniti gridiamo più forte”.

3- Qual è il significato del vostro nome? Come è nato?
Bhe, è nato dagli studi Filosofici che in quei tempi Bietto (il nostro batterista) stava seguendo. È uno stato mentale in cui si raggiunge l’assenza di dolore grazie all’imperturbabilità rispetto a turbamenti o passioni (bhe, se volete una spiegazione migliore credo vi tocchi andare a cercare su qualche libro di filosofia epicurea). Più vicina alla nostra storia di tutti i giorni è la seconda parte del nome: Gröp. Un nostro amico infatti per farci una sorpresa decise di regalarci degli adesivi con il nome della band, e volendo metterci qualcosa di americaneggiante decise di aggiungere “Group” dietro ad “Atarassia”. Purtroppo la sua conoscenza dell’inglese non era pari alla sua buona volontà e ci regalò qualche centinaio di adesivi con la scritta “Atarassia Grop”. Decidemmo di tenere il nuovo nome per due motivi: in primo luogo Gröp in dialetto comasco vuol dire “nodo” (cosa che in qualche nodo descrive il nostro concetto di gruppo musicale) e poi avevamo già gli adesivi pronti...

4- Le scuole stanno per finire, è tempo di pagelle; date un voto alla scena per impegno dei ragazzi, per coerenza e divertimento.
Non credo che stia a noi dare questi voti: è come se un terzino desse i voti al centrocampista o vice-versa... non ha senso, siamo tutti nella stessa squadra.

5- Secondo voi ci sono fanzine e webzine valide per contenuti? Voi quali leggete?
Ce ne sono molte sia sul web che su carta, non ti so dire quali siano le più lette da tutto il gruppo. Credo che per quelle cartacee l’approccio sia piuttosto casuale: leggiamo quelle che ci capita di trovare nei vari centri sociali o concerti. Per quanto riguarda il web non so gli altri, ma a me capita spesso di far visita su www.punkadeka.it

6- Domanda di rito: quali band ti hanno impressionato ed influenzato per liriche ed attitudine?
Bhe, l’elenco sarebbe troppo lungo, e le motivazioni troppo varie per elencarle tutte. Per citare 3 grandi nomi del passato potrei dirti Clash, ManoNegra e De Andrè.

7- Cosa è per voi la musica? è ancora uno degli ultimi mezzi per sentirsi liberi? E cosa ci è rimasto di libero a sto mondo
Sì, la musica è libera e ci fa sentire liberi, basta non volerci fare soldi e non preoccuparsi di chi vorrebbe farti stare zitto. Non solo, la musica è anche un mezzo per divulgare questa libertà o quantomeno il suo desiderio. In questo senso non è più solo un modo per sentirsi liberi ma anche un modo per liberare.

8- Che sensazioni provate a vedere sotto il palco gente che vi adora e canta insieme a voi le vostre canzoni?
Bhe, è semplicemente fantastico. Difficile descriverlo a parole... credo che in quel momento ci sentiamo come se gli Atarassia fossimo tutti, sopra e sotto al palco.
Difficile resistere alla voglia di buttarsi giù con loro... in effetti è capitato che qualcuno di noi non abbia resistito e, abbandonata la chitarra, si sia buttato in mezzo alla gente per ballare insieme.

9- Come descriveresti la tua musica e i tuoi testi a qualcuno che non ti conosce?
Facendogli ascoltare l’ultimo disco naturalmente. Scherzi a parte, è sempre difficile descrivere il proprio lavoro, anche perchè poi ti accorgi che tu lo percepisci in modo diverso dagli altri... facciamo così: in coda all’intervista (o davanti o in mezzo... dove vuoi) a questa domanda prova a rispondere tu!

10- Secondo voi perché la gente muove il culo solo per i grandi nomi stranieri e snobba le piccole realtà e speranze casalinghe?
Se ti riferisci alla musica mainstreem, quella che riempie gli stadi, bhe credo che la risposta siano i soldi. È chiaro che se un’azienda (e le major sono aziende) riesce a inscatolare un prodotto (e molte volte un musicista diventa un prodotto) vuole poi trarne il massimo profitto. Quindi si muove tutto il meccanismo di marketing che determinate realtà possono permettersi ed il risultato è che la gente compra i dischi e va ai concerti. Se invece ti riferisci a qualcosa di più vicino alla nostra scena, non sono d’accordo: mi sembra che in Italia non ci sia più attenzione alle band estere che a quelle italiane. Anzi, mi piacerebbe vedere più band straniere che avessero l’occasione di fare qualche concerto in Italia.

11- Più passa il tempo e più mi affligge l’ignoranza e l’indifferenza delle persone, di gente così ce n’è sempre di più, riuscite ancora a sperare in un futuro più giusto e leale?
Certo. Diciamo che “l’ottimismo della ragione” ci sostiene. E poi i segnali positivi non mancano: la scorsa settimana siamo stati a Gottinghen ad un festival antifascista. L’ultimo giorno del festival era programmata una manifestazione di estrema destra in città; abbiamo partecipato alla contro manifestazione tesa ad impedire che i dimostranti di destra tra cui qualche neo nazista potessero sfilare tra le strade della città: nessun manifestante di estrema destra è uscito dalla stazione. È solo una singola occasione, una goccia nell’oceano, ma esiste e come questa esistono tante altre realtà che non bisogna dimenticare.

12- Negli ultimi anni sono risorte centinai di band, che cosa è successo? All’improvviso a tutti è tornata la voglia di suonare o più concretamente qualcuno è andato alla ricerca dei cinque minuti di celebrità e nel case delle band straniere alla ricerca di soldini facili che spesso vengono offerti?
Per essere sinceri non lo so, diciamo che non è l’ambito che più mi interessa.

13- Passano i mesi ma si respira ancora aria elettorale, pensate sia giusto votare (amministrative, politiche, europee..) o non volete delegare questa classe politica?
L’argomento è molto complesso, non credo di riuscire a dare una risposta qui. Ne abbiamo discusso anche tra di noi e ci sono opinioni contrastanti. Il problema è trovare qualcuno da votare senza tradire le proprie idee. Quanto è giusto scendere a compromessi scegliendo “il male minore”? Diciamo che il problema non ci sarebbe se ci fosse qualcuno che incarnasse le nostre idee e fosse disposto a portale avanti in un contesto politico. Ma non è così. I motivi e le responsabilità di ciò sono un’altro discorso che credo potrebbe occupare più pagine di quelle a disposizione.
I fatti accaduti l’11 marzo 2006 a Milano sono stati criticati da molte persone, sono passati vari mesi ed è stata portata molta solidarietà con una serie di concerti e cd.

14- Che idea ti sei fatto di quel corteo\guerriglia urbana e dei successivi eventi di solidarietà?
Un’idea piuttosto articolata. Abbiamo avuto occasione di parlare con chi c’è stato e con chi è stato portato via dalla polizia, proprio in occasione degli eventi di solidarietà successivi (ai quali abbiamo partecipato): molte delle storie che abbiamo sentito sono storie a sè, ognuna meriterebbe una trattazione diversa, non si può generalizzare in un contesto come quello che s’è venuto a creare. Probabilmente c’è stato qualcuno che ha commesso degli errori, altrettanto probabilmente le azioni delle forze dell’ordine non erano commisurate all’azione dei manifestanti.
Sicuramente c’è andata di mezzo gente che non aveva colpe ed ora è sottoposta ad misure di limitazione delle libertà individuali. Un’altra certezza che ho è che la manifestazione neo fascista, nonostante siano state concesse le autorizzazioni del caso, era illegale e anticostituzionale. Era giusto manifestare contro.

15- In cucina grandi chef o cuochi pasticcioni?
Grandissimi chef. Ma ancora meglio con le posate in mano (e tante volte anche senza posate...). C’è capitato di esportare i pizzoccheri a Genova: gli amici Genovesi hanno gradito: la cena è stata interrotta da applausi ai cuochi!

16- Ci vuoi consigliare qualche libro che ti ha trasmesso qualcosa?
“Uomini e no” di Elio Vittorini. Una storia di resistenza.

17- Ormai è il secondo album su Kob, come vi trovate? Riesce a darvi una maggiore visibilità?
Enrico di Kob Records fa un ottimo lavoro: non credo potremmo pretendere di meglio. Ma quello che ci lega veramente a KOB è il rapporto umano che si è venuto a creare con Enrico e con i Los Fastidios. Ci troviamo benissimo e spero che la collaborazione continui il più a lungo possibile.

18- Che cosa rappresenta per voi De Andrè, visto che gli avete dedicato una canzone nell’ultimo album?
Bhe, è un amore condiviso da tutto il gruppo. Credo che chiunque ami De Andrè sappia cosa rappresenta per noi. In realtà ci è già capitato di prendere a prestito le sue parole: sul nostro sito internet (www.atarassiagrop.it) compare infatti un verso da “Via del Campo”: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.

19- Spesso si fanno canzoni sul calcio, nell’ultimo album è presente una canzone sul rugby, come mai questa scelta? E quali sono gli altri sport che amate e seguite?
Abbiamo conosciuto gli All Reds durante il Raduno Antirazzista a Terni ed è stata amicizia immediata. Gli All Reds hanno fatto dell’anti machismo la loro bandiera (alcune donne fanno infatti parte della squadra) e vivono lo sport come un modo per comunicare idee e passioni oltre che per stare insieme e divertirsi. Diciamo che le similitudini tra noi e loro sono numerose: da qui l’idea di una canzone, che è poi diventata il loro inno. Sopra ogni altra cosa sono delle persone fantastiche, e “Er Molazza” è il migliore di tutti!

20- Che valore ha l’antifascismo per voi? Cosa vi ha spinto a scrivere “Oltretorrente”?
L’antifascismo oggi ha il valore che sempre hanno avuto e sempre avranno le lotte per una società senza pregiudizi, razzismi ed iniquità. L’Oltretorrente è un tributo a quelle persone, che senza essere eroi si sono comportate come tali. La cosa importante è che la gente dell’Oltretorrente era gente normale, non indottrinati o eroi rivoluzionari, ma gente comune che di fronte a ciò che molti preferivano ignorare si è messo in gioco. Molti hanno rischiato la vita, qualcuno è morto. La nostra canzone vuole, con tutta l’umiltà del caso, essere anche una testimonianza e un ringraziamento nei confronti di queste persone.

21- Dal precedente lavoro all’ultimo “Non si può fermare il vento”, abbiamo notato un grosso cambiamento di sound e musiche, com’è nato questo cambiamento?
È nato dalla nostra crescita, dal fatto che siamo diventati più vecchi e che quindi ci viene più naturale esprimerci anche in modo diverso. A 20 anni vuoi solo gridare e sei sicuro che il mondo ti stia ad ascoltare. A 30 ti sei accorto che non è proprio così, e che a volte anche un sussurro può spostare i muri. Secondo me in questo disco è venuta fuori grande capacità di Filippo (che ha scritto tutti i testi) di trasformare in parole le emozioni e le vicende.

22- Oltre all’oratorio di Cesano Maderno (popolato oltretutto da nazi, che serata strana quella!), in quali altri posti assurdi avete suonato?
In un pub dove bisognava tenere un piede sulla grancassa per tenerla ferma, su palchi dove a metà concerto abbiamo girato tutti gli ampli e le casse per far spostare il pubblico in un tendone dietro il palco stesso visto che si era messo a piovere, seduti sul bancone di una festa di paese, in un negozio di abbigliamento in Germania, in un’ auditorium di un piccolo paesino di provincia con soli posti a sedere... bhe, ce ne sono capitate tante!

23- Manda un saluto, un grido, un insulto, un ringraziamento, un complimento… tutto quello che vuoi pur di chiudere questa intervista…
Alla prossima!! Ci si vede sotto il palco e al bancone!

Andrea 'Perno' Salutari
Pamela Ferrari

DISCOGRAFIA
Risvolti Politico Sociali dell'Alcolismo Post-Adolescenziale (mini cd - 1997)
L'involuzione della specie (Lp – 1999)
Fantasmi (cd diy – 2001)
Sempre Insieme a Voi (cd raccolta – 2002)
Aqui Estamos (cd – 2003)
Non si può fermare il vento (cd – 2006)




Atarassia Grop - Canzone Di Gennaio

A chi regali parole?
Forse a quel triste malato di cuore...
o a Miché che si è sentito solo,
tanto che dalla prigione uscì in volo.

Dimmi che voce ha dal vero
quel suonatore ubriaco e sincero
che mai diede un solo pensiero
non al denaro, all'amore né al cielo.

Avevi ragione tu
quando mi cantavi che il diamante non ha il cuore,
avevi ragione tu
quando mi cantavi che dal letame nasce sempre un fiore.

Da quando stai sulla collina
niente è cambiato, tutto é come é stato prima,
c'è ancora gente che si proclama assolta,
ma come una volta è sempre e per sempre coinvolta.

Lì chi vorresti incontrare?
Forse Jamina lasciata per mare,
o la signorina anarchia
nel suo tailleur grigio di nostalgia.
Chiedi se Dio ha sentito
i versi del testamento di Tito,
se in Via del Campo c'è stato
o se davvero l'amore è un peccato.

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