mercoledì 25 gennaio 2017

Trump e Sanders uniti contro il TPP

Il neo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, come primi atti del suo insediamento ha firmato tre ordini esecutivi. Il ritiro ufficiale degli Usa dal TPP (Trans Pacific Partnership), il congelamento delle assunzioni a tempo indeterminato da parte del governo federale, e il ripristino della "Mexico City Policy".
Il TTP avrebbe incluso stati americani ed asiatici (Stati Uniti, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam), un'area di libero scambio con regole comuni pensata anche per ridimensionare l'egemonia cinese nella regione asiatica creando un contrappeso economico rilevante.
Trump ha sempre dichiarato la sua contrarietà al trattato, affermando che "danneggerà la nostra economia e la nostra indipendenza. Il TPP darà vita a una nuova commissione internazionale che prenderà decisioni non sottoponibili a veto da parte del popolo americano, rendendo più facile ai nostri competitori commerciali inondare il mercato americano di prodotti di scarsa qualità, permettendo al contempo a paesi stranieri di continuare a bloccare le nostre esportazioni. Il TPP abbasserà le tariffe sulle auto straniere, non facendo nulla contro le procedure straniere che impediscono alle nostre auto di essere vendute in quei paesi".


La sinistra americana festeggia la decisione di Trump.
Il "socialista" Sanders ha esultato per la morte del TPP e ha proposto di lavorare insieme per aiutare la workinkg class americana.
Sul suo sito personale, il senatore del Partito Democratico ha scritto che "negli ultimi 30 anni abbiamo avuto una serie di accordi di libero scambio che ci sono costati milioni di posti di lavoro e hanno causato una corsa verso il basso che ha abbassato gli stipendi per i lavoratori americani.
Ora è il tempo di sviluppare una politica commerciale che aiuti le famiglie dei lavoratori d'America, e non solo le multinazionali. Se il Presidente Trump è serio in questo suo intento e nel suo voler aiutare la classe lavoratrice io dico: lavoriamo assieme, ne sarei onorato
".

Più critica è la posizione dei comunisti russi, per Zyuganov è positiva la morte del TPP, le cui "tenaglie globaliste erano già in procinto di strangolare il nostro paese. In Europa con il sostegno delle provocazioni in Ucraina e il rafforzamento della NATO, in Asia con la rimozione della Russia dai mercati locali".
Per i comunisti russi ora ci potrà essere "un piccolo intervallo, in cui gli americani saranno maggiormente coinvolti nei problemi interni e si immischieranno meno nei problemi degli altri, indicando loro come devono vivere e lavorare".

Commenti positivi arrivano anche dalla Die Linke tedesca, Sahra Wagenknecht ha affermato che Trump è "una conseguenza dell’indignazione contro un’elite politica che manifesta solo indifferenza per queste abissali ingiustizie sociali. Anche da noi il solco tra ricchi e poveri diventa sempre più profondo. Sempre più persone sono costrette a faticare per salari umilianti e possono non aspettarsi che una pensione da fame per la vecchiaia. Per questo io dico: piuttosto che puntare il dito contro Trump, sarebbe più costruttivo compiere passi in direzione di una migliore politica nell’interesse della maggioranza della popolazione".



Andrea 'Perno' Salutari

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