2010: quando le catastrofi restano un ricordo (vivo)
"Questi dati sono desolanti, ma potrebbero risultare insignificanti nei prossimi anni. Se non ci diamo da fare oggi, subiremo sempre più catastrofi. Saranno disastri, causati dall’urbanizzazione non pianificata e dal degrado ambientale. Inoltre il numero di catastrofi legate alle condizioni climatiche dovrebbe sicuramente aumentare nei prossimi anni a causa di fattori quali i cambiamenti climatici" (Margareta Wahlstroem, rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu per la prevenzione delle catastrofi)
Il 2010 è passato. Ne rimane solo il ricordo? Il 2010 ha portato morte e distruzione, forse l'anno più catastrofico che la Terra moderna possa ricordare. 950 catastrofi naturali per il 90% legate ad eventi climatici estremi che hanno portano alla morte di 295mila persone e un danno di 130miliardi di dollari.
La media degli ultimi anni è di 785 catastrofi naturali all’anno. Il bilancio relativo alle vite umane, negli ultimi trent’anni, è stato peggiore solo nel 1983, quando morirono 300.000 persone, per la gran parte a causa della carestia in Etiopia.
Questo scempio causato, direttamente o indirettamente, dall'uomo continua inesorabilmente perchè la giostra del sempre "più profitto" attanaglia il genere umano. La ricchezza e il potere dominano la nostra razza, quella umana. E dopo il pianto per i cari perduti, la disperazione dei propri beni svaniti nel nulla, la rabbia di una politica che invece di prevenire accellera la ribellione climatica, cosa cambia? Nulla. La macchina del profitto va avanti inesorabilmente.
Le catastrofi naturali esistono da sempre e non sono legate esclusivamente all'idiozia umana, ma questi non possono essere assolti per i disastri legati agli eventi climatici estremi.
Per l’International Disaster Database, la catastrofe naturale che ha causato il maggior numero di morti in Italia a partire dal Ventesimo secolo è stato il terremoto di Messina con almeno 75mila vittime, seguito dal terremoto della Marsica del gennaio del 1915 che ha causato trentamila morti.
A Messina la politica vorrebbe costruire il famoso "ponte".
"Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi" (A. Einstein)
Nazioni a più alto rischio catastrofico, Italia 18°posto
L’indice di Rischio combina insieme diversi dati: il numero di morti per disastri ambientali, la frequenza, l’incidenza di terremoti, eruzioni vulcaniche, tempeste e cicloni, temperature impazzite ed epidemie.
Il continente più colpito però è l’Asia che dal 1980 conta il maggior numero di morti legati alle catastrofi naturali. Ecco i primi dieci Paesi più a rischio e il totale delle vittime degli ultimi 30 anni:
1. Bangladesh (cresciuto del 5.49% rispetto al 2009) – 191.637 morti (oltre 167mila a causa di Uragani)
2. Indonesia (cresciuto del 4.54% rispetto al 2009) – 191.105 morti (oltre 165mila per lo Tsunami del 2004)
3. Iran (cresciuto dell’1.82% rispetto al 2009) - 74.000 morti (principalmente per eventi sismici)
4. Pakistan
5. Etiopia
6. Sudan
7. Mozambico
8. Haiti
9. Filippine
10. Colombia
11. India (undicesima, con una crescita rispetto al 2009 del 5.66%, e oltre 141mila vittime)
12. Cina (dodicesima con una crescita rispetto al 2009 dell’8.73%, con oltre 148mila vittime).
17. Francia
18. Italia
Questo triste primato europeo spetta a Francia, Italia e Spagna principalmente per le oltre 40.000 persone decedute durante le ondate di caldo del 2003 e del 2006 e, soprattutto in Italia, per il dissesto idrogeologico insieme ai terremoti (come quello dell’Aquila) ed ai vulcani attivi o pronti a rientrare in attività come il Vesuvio.
I potenti prendono posto in vista della fine del mondo
Se i potenti del mondo uccideranno, con le loro scelte, il mondo, probabilmente avendo potere e ricchezza, saranno anche gli unici o i primi a salvarsi. In questo sistema i poveri soccombono e i ricchi trovano sempre una gabola per salvarsi. Ho fatto una piccola ricerca, secondo l’International Disaster Database, i paesi in cui non ci sono state vittime per alluvioni, siccità, terremoti o altri eventi naturali nell’ultimo secolo sono almeno cinque: Estonia, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Andorra. Statisticamente sono le cinque nazioni, al momento, più sicure del pianeta.
Se vedremo i potenti del mondo spostarsi fisicamente ed economicamente in queste roccaforti ambientali potrebbe essere un segnale che si stanno preparando alla fine del mondo. Quest'ultima riflessione è volontariamente molto ipotetica e fantasiosa.
"Le gravi catastrofi naturali reclamano un cambio di mentalità che obbliga ad abbandonare la logica del puro consumismo e a promuovere il rispetto della creazione." A. Einstein
Un giorno la natura smetterà di giocare e con la sua onda distruttiva sterminerà la razza umana. Aspetto con ansia questo grande e vitale avvenimento, la fine di un'era. Ma in attesa dell'apocalisse non ci resta che rattristarci per le vittime e farci travolgere dal senso di impotenza. Ma il tempo per la recriminazione deve ancora giungere, forse ...
Andrea 'Perno' Salutari
Una calamità distrugge la casa? Da oggi lo Stato non paga i danni L’ assicurazione Sarà necessario stipulare una polizza di assicurazione per coprire i rischi di eventi naturali
RispondiEliminafonte: http://archiviostorico.corriere.it/2012/maggio/18/Una_calamita_distrugge_casa_oggi_co_9_120518018.shtml