Intervista ai Crash Box (2008) tratta da CasaPerno&Zora #12.
I Crash Box sono un gruppo hardcore punk italiano attivo per buona parte degli anni '80. Questa intervista è stata realizzata poco dopo la reunion di pochi anni fa ...
1- Una domanda che non ho mai fatto, una domanda da “nuovo millennio”. Che cos’ha di veramente nuovo questo millennio, soprattutto in ambito musicale o culturale. Io faccio davvero molta fatica a trovare qualcosa di innovativo o che non sia una rivisitazione di un evento o di un’idea passata. Nuovo?? Poco o nulla, credo che i fermenti musicali che stiamo vivendo in questo momento (ammesso che veramente ce ne siano) si stiano rivelando ricapitolazioni di ciò che è già stato; e ciò avviene anche non solo in ambito musicale. Purtroppo i flussi e riflussi storici, con le sue mode e correnti, stanno invadendo ogni campo dell’arte, della cultura in generale e purtroppo anche della politica, a quanto sembra, e non c’è niente da ridere...
2- Quali erano i problemi maggiori della scena negli anni migliori dei Crash box e quali state riscontrando nel 2008?
Se parliamo solo della scena, allora i problemi erano: i posti per suonare e l’organizzazione, spesso troppo approssimativa, tanto entusiasmo ma poca esperienza. Per l’epoca andava bene, ma ora che siamo vecchi tendiamo ad accusare queste lacune. Ad ogni modo c’era molta voglia di fare, e soprattutto impegno e scelte di campo. Ed era tutto nuovo, quindi molte mancanze potevano essere scusate. Oggi i problemi sono più o meno gli stessi, i posti per suonare si assottigliano (sgomberi e chiusure ne stanno tagliando parecchi e questo è il male assoluto) e ancora spesso si ritiene che in ambito punk l’organizzazione abbia un ruolo secondario, ma non è così. E questo nel 2008 non è più scusabile.
3- L’impegno politico pian piano sta svanendo dal punk hardcore, sono sempre più le band che suonano hc più per i suoni che non per il messaggio che portava dietro, una naturale evoluzione visto l’andamento della nostra società o qualcosa di più?
No, dici bene, è l’andamento della nostra società, è il qualunquismo dilagante. Noi stessi non andiamo spesso a nozze con gli estremismi di facciata, perché con l’età abbiamo imparato a discernere chi agisce per buona fede e chi invece esprime certe idee perché fa molto radical chic. Non è esattamente l’esempio migliore ma c’è chi cantava “sabato in barca a vela, e al lunedì al Leoncavallo...”, ed è vero. Noi, se possiamo, cerchiamo di cooperare e aiutiamo volentieri chi manifesta per delle giuste cause, popolari, chi cerca di aiutare chi si trova in difficoltà, chi protesta contro questo governo dei ricchi contro i poveri. Ma non sopportiamo chi ci butta fuori a calci nel culo da una tenda in cui raccolgono fondi di beneficenza per il popolo palestinese, mentre fuori sta venendo giù il diluvio universale, quella è ipocrisia.
4- Da chi e come è nata l’idea della ristampa della discografia uscita su Soa Records qualche anno fa?
Da Paolo Petralia, della SOA, Lui ci ha chiesto di poterlo fare e noi gli abbiamo spedito il materiale, è stata un’operazione molto bella e fatta nel più totale disinteresse, né il gruppo né il promoter ci hanno guadagnato.
5- Un'altra domanda per me inedita, ma che potrà apparir comunque banale. Parlare di reunion è più che normale in questi ultimi anni, ma una cosa che mi son sempre chiesto è: cosa si prova a suonare canzoni ad un pubblico che spesso in media ha l’età delle vostre canzoni?
E qui ti sbagli, spesso il pubblico è “PIU’ GIOVANE” delle nostre canzoni e la cosa divertente è quando queste canzoni le conoscono veramente, le hanno ascoltate dai loro papà!!! Quando cantano le canzoni dei Crash, o solo le riconoscono, o forse ci sembra che sia così, è sempre un’emozione forte, anche solo quando sono in tre o quattro. Noi suoniamo per loro.
6- E di conseguenza una domanda tira l’altra. Come vi spiegate il fatto che le canzoni di 20 anni fa siano ancora attuali nel 2008?
Beh, perché sono semplici, dirette, puntano diritte al cuore. Sono fatte “con il cuore”, e ciò che è fatto con il cuore non va mai fuori moda. E poi adesso il trend è quello del punk anni ‘80, quindi metà del lavoro è fatto.
7- Iniziamo a parlare dei vostri testi. Una delle più attuali infatti è “Io sono la vittima”, in Italia le vittime di questi periodo sono molti e sempre i più deboli. Come si spiega un livello di xenofobia, razzismo e odio per il diverso così elevato?
La paura, che i media spesso cercano di inculcare nella masse. Il diverso dovrebbe essere oggetto di curiosità, di contatto, di scambio. Ma non di esasperato buonismo, come una certa frangia di persone, spesso rendono oggetto. Lo straniero è spesso visto come portatore di una cultura (religiosa e sociale) con il potere di intaccare la nostra, cattolica-occidentale, che in maniera molto presuntuosa, riteniamo essere la migliore in assoluto. Vorrei solo ricordare che la nostra cultura è riuscita a generare tre concetti, riassunti in tre parole, che non vengono nemmeno tradotte nelle altre lingue, perché “proprie” della nostra cultura superiore: mafia, ghetto, fascismo...
8- Una delle mie canzoni preferite è “non so tacere”. Un anthem contro la passività. Le nuove generazioni stanno perdendo sempre più non solo la voglia di ribellarsi, ma sembra che non si riconoscono neanche più nella lotta al sistema, sembrano quasi passivi ai problemi, o quando li sentono loro non vogliono sporcarsi le mani. Come al solito sono io che la vedo nera? Che speranza avete verso i giovani?
La vedi alla tua maniera. Perlomeno cerchi di vedere... Sì, in effetti c’è un certo riflusso che creo sia parte del benessere che ci circonda, si protesta, ma poi il piatto alla sera è sempre pieno, abbiamo l’ipod, il lavoro per brutto che sia o difficile da trovare, ti dà 1300/1500 euri.. la macchina ce l’abbiamo tutti, o quasi, facile riaddormentarsi! Penso siano anche problemi ciclici, a più ampio respiro. Difficile trattarli in questa breve sede però'! Ricetta per i giovani? Essere qualche volta, non sempre, le parole che si dicono, altrimenti... TALK MINUS ACTION EQUAL ZERO!
9- C’è qualcosa che rimpiangete di non aver fatto? O credete di aver colto al volo tutte le occasioni che vi sono capitate?
E chi può dirlo, un tempo di occasioni non è che ce ne fossero molte, per degli sciagurati con le chitarre in mano, ed oggi siamo in troppi, e comunque di occasioni non ce ne sono lo stesso, siamo in Italia mica ad Hollywood.
10- Dopo molto tempo fuori dalla scena live, cosa vi ha spinto a ritornare sopra il palco?
Una riscoperta passione, bisogno di fama o il richiamo dell’infame dio denaro?
Ah ah ah ah ah denaro??? Ma quando mai, il più delle volte non ci pagano perchè non arrivano a coprire le spese della serata, dalla ristampa del CD non abbiamo preso un soldo, la maggior parte delle magliette le regaliamo... No la verità è che volevamo tornare sul palco a fare un po’ di casino, e il momento era quanto mai propizio, la riscoperta di un certo punk non poteva lasciarci fuori. Se la reunion fosse avvenuta dieci anni fa non sarebbe stata la stessa cosa.
11- “…sono nato per essere veloce…”, con questa frenesia e col mondo che corre sempre e sembra non fermarsi mai, le persone ormai e soprattutto i giovani di oggi mostrano indifferenza per tutto ciò che li circonda, soprattutto per i veri problemi della vita. Dove credi si andrà a finire di questo passo? Non c’è modo per tornare indietro?
Il nostro mondo “veloce” corre alla metà di quello di oggi... I ragazzi di oggi cambiano passioni e tendenze ad ogni stagione del Grande Fratello. Ci ha raccontato la nostra amica Isa, che sul bus, la scorsa settimana, ha sentito due ragazzine di 14/15 anni, che discutevano sul modo di dimagrire, e portavano si e no la 40. La vuotezza di molti ragazzi mi spaventa. Il guaio è che spesso questo vuoto viene colmato con idee del cazzo e spesso pericolose, non so se avete visto Nazi Rock.
12- Tanto per farci un po’ i cazzi vostri, cosa diavolo avete fatto in questi lunghi anni fuori dalla scena hc?
La vita spietata e infame ha dissolto nella quotidianità alcuni dei membri storici, ma non l’inossidabile Maniglia, pietra miliare dei Crash Box, e del punk italiano in generale, che ha anche partecipato ad alcune compilation. Giulio non ha mai smesso di suonare, è andato a rinforzare la scena HC svizzera (Real Deal, Mydevice, Naive) e noise italiana; Mauro ha sempre suonato con formazioni milanesi (Oltrecortina, MadHead, Sottopressione); Fabio si è fatto le ossa con il punk e il post punk un po’ ovunque (Bugo, Vidi Aquam e altri). In realtà non esisteva una entità Crash in questi ultimi vent’anni ma i suoi tentacoli mietevano vittime sotto altre forme...
13- Augurandomi che non sarete uno dei tanti gruppi che si riuniscono per qualche live e poi tornano nel baratro, cosa avete in mente di fare nel futuro prossimo/remoto dei Crash Box? Dove vi potremo trovare, e c’è in cantiere qualcosa di nuovo?
Si, altri live di sicuro (solo nel 2008 abbiamo superato la quota 20 che non è male), ora ci siamo presi una pausa di riflessione, vogliamo ridurre il numero dei concerti, anche se il prossimo 8 aprile suoneremo con i DOA all’All Blacks di Bovisio Masciago e il 30 maggio con i Klasse Kriminale a Torino, e concentrarci sul prossimo disco, qualcosa in cantiere c’è. Anzi se qualche etichetta volesse farsi sotto...
14- Il ritorno sui palchi d’Italia è un po’ come il primo giorno di scuola per una bambino, cosa vi scorre dentro pensando al primo passo che calcherete sul palco e alla prima nota che partirà dall’amplificatore?
Assolutamente si, l’adrenalina ci corre per la schiena, e il timore di non essere all’altezza ci paralizza, ma tutto passa quando ci accorgiamo che i ragazzi conoscono le canzoni e le apprezzano come allora, in alcuni casi anche più di allora. Per esempio le canzoni di Nel Cuore, sono più capite oggi rispetto a quando uscirono a suo tempo
15- Facendo io una fanzine, ma collaborando anche a una webzine, non posso che esimermi dal chiedervi: meglio carta o web? Beh carta più figo, ma dobbiamo essere realisti, web più pratico e più diffusione. Noi siamo vecchi e legati alla tradizione, ma i cyber ragazzi ci masticano più con i pc
16- L’hardcore e il punk in generale non è solo e semplice musica, è qualcosa che dovrebbe andare oltre al classico cd o alla serata del concerto, dovrebbe insomma essere capace di lanciare dei messaggi e soprattutto far pensare. Voi con il vostro hardcore cosa volete che rimanga nella testa dei kids ascoltandovi? Quali messaggi vi interessa trasmettere con la vostra musica?
Non ci siamo mai concentrati sul "messaggio" ma sull’immediatezza dell’impatto sonoro e sull’ispirazione dei testi che nascono da riflessioni e tematiche personali di Marco. Preferiamo non lanciare messaggi, ma aspettiamo che qualcuno li colga, quindi implicitamente.. ci sono, certo, ma vanno letti in chiave diversa, non diretta ma usando il pensiero laterale (leggete qualcosa di Edward De bono e poi ne riparliamo..).
17- Chiuderei l’intervista con questa domanda: Volete ancora essere “veleno per voi”? E in maniera più riflessiva vi chiedo: quando è stato letale il vostro veleno?
E chi dice che fosse letale, magari si trattava di una pozione magica...
18- L’intervista si conclude qui, vi ringraziamo per la disponibilità (per la verità non pensavamo che accettaste e ci ha fatto molto piacere avervi come ospiti nella nostra zine) e vi offriamo uno spazio dove fare ciò che volete.. molti lo sprecano, spero che voi facciate qualcosa di meglio!
Noi ringraziamo voi, e ci scusiamo per avervi fatto attendere, in realtà amici che leggete dovete sapere che questa intervista doveva avere luogo tempo fa, ma noi abbiamo sempre rimandato, quindi facciamo un autodafè e ci cospargiamo il capo di cenere. Cosa possiamo dire... Cercate sempre di pensare con le vostre teste, non fidatevi dei giornalisti (almeno non di tutti), studiate a scuola quello che potrà essere utile per il vostro futuro e anche quello che vi sembra inutile, ma che al momento giusto potrà tornare buono, soprattutto studiate la storia e guardatevi dal fascismo. E non fatevi infinocchiare, essere punk non significa fare quello che vi pare fottendosene del proprio prossimo.
Andrea 'Perno' Salutari
Ferrari Pamela
Crash Box - Nato per essere veloce
Troppo veloce sta correndo la mia vita
troppo veloce scorre via la musica
musica selvaggia - furiosa adrenalina
frenetico sussulto - incontrollabile rumore
sono nato per essere veloce
sono nato per essere veloce
questo è il mio rumore,è ciò che voglio fare
energia sonora per bruciare la tua mente
lascia che ti guidi dove io ho venduto l'anima
nel mio inferno dove ho perso la ragione
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