domenica 12 gennaio 2014

Ferrero e la scissione invisibile di Rifondazione Comunista

Prima del congresso avevo scritto "Il necrologio della Rifondazione Comunista", avevo visto bene.
Rifondazione Comunista ha concluso, nel peggiore dei modi, il suo IX congresso. Un triste epilogo che mostra, nuovamente, un fatto evidente. Questo partito è morto e non è più riformabile. La codardia che, dopo 8 mesi di congresso, ha rieletto segretario Paolo Ferrero, con il 45% dei voti (2 anni fa aveva più dell'80%) dimostra che i primi nemici dei comunisti italiani sono gli stessi partiti comunisti presenti in Italia. Nel 2008, hanno di elezione di Ferrero come segretario nazionale, gli iscritti erano 71mila. Nel 2012 erano 31mila. Il congresso del 2013, che ha portato la nuova elezione di P.Ferrero da un dato tragico: 17mila iscritti.
La più grande scissione di Rifondazione continua: quella invisibile. La scissione dei tanti compagni che escono senza far rumore da questo partito che non sentono più loro.

Quasi un anno fa Ferrero ha chiesto questo "congresso straordinario" che è durato più di 8 mesi. Un congresso farsa che ha prodotto il peggior risultato dalla storia, ormai decaduta, di Rifondazione Comunista.
Paolo Ferrero è stato eletto con 67 voti su 147 votanti (153 gli aventi diritto) pari al 45,5% dei votanti. I ferreriani delegati erano 77. Questo vuol dire che l'elezione di P.Ferrero non solo non ha la maggioranza, ma non è stata votata neanche compattamente dai suoi "fedelissimi" e di fatto ha spaccato nuovamente in due il partito che, ad oggi, ha già perso ulteriori compagni. Un piccolo partito che non sa stare unito. Anche la segreteria nazionale è stata eletta con la minoranza del partito.
Un segretario che non riesce neanche ad ottenere la maggioranza dei suoi iscritti, in un partito del 1%, come potrebbe essere credibile nell'unire i comunisti, la sinistra e in futuro governare il paese? Non è credibile.

Oggi, la scissione invisibile, riprende forza ed è molto probabile che nel 2014 non si raggiungano neanche i 15mila iscritti.
Un partito debole che non riesce neanche più a relazionarsi con i partitini nati dalle sue scissioni e con il vasto popolo comunista che non si riconosce in questi partiti
Un partito incapace di creare egemonia a sinistra e che nuovamente mostra la sua debolezza sperando nella società civile.
Un partito che non riesce neanche a discutere serenamente e a promuovere, dai territori al nazionale, una ricambio dirigenziale.
Se non si riesce a coinvolgere il proprio popolo come si pensa di poter cambiare la società?

Io non mi congratulo con Ferrero per questa elezione. Ognuno è libero di farlo, ma sarebbe necessario farlo criticamente.

La scissione invisibile continua. I piani B sono partiti in attesa di un futuro migliore. La casa madre viene abbandonata o al massimo viene vista come un tetto provvisorio in attesa di un progetto unitario dal basso. Quel progetto che questi partiti non sono stati in grado di attuare.

«LA GIOVENTÙ DEVE FARE SEMPLICEMENTE QUELLO CHE PENSA»

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