giovedì 1 maggio 2014

Casa, Lavoro, Dignità. Il lutto del Primo Maggio

Il 1 Maggio più che una festa oggi appare come un lutto. Un lutto che stiamo vivendo in maniera fin troppo passiva. Ricordiamoci chi tolse la festività in Italia, ricordiamo il 1 maggio del 1924, con Picelli che issa sul palazzo di Montecitorio la bandiera rossa. Ricordiamo, e ripartiamo da qui.

"Dimenticare significa perdere l’eredità di una lotta che è ancora inconclusa. Non dimenticare obbliga a comprendere, a smascherare, a continuare quella lotta. Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni, o i padri dei vostri nonni. Affrontarlo toccherà a voi”.
Partigiano "Fuoco
" (Ennio Sardelli)

La politica (e il sindacato) ha cancellato quasi del tutto la radice politica del 25 aprile, e ha del tutto annientato i valori storici e politici della Festa dei Lavoratori del Primo Maggio. La politica istituzionale mostra il pericolo sociale del neoliberismo, lo scontro fuffa tra Renzi e Berlusconi ne è la farsa più ecclatante. Si scontrano su tutto, ma ignorano totalmente il paese reale, i problemi sociali, a partire dal tema del lavoro.
I media anestetizzano il conflitto sociale, la partecipazione popolare, censurano le proteste organizzate o spontanee per avallare il teatrino della politica.
Quella stessa politica che non perde occasioni per insultare quel popolo che soffre la povertà e le disuguaglianze sociali create dal loro stesso sistema.
I "bamboccioni" di Brunetta, o il "choosy" della Fornero ne sono un esempio classico, ma il nuovo PD di Renzi sa fare di meglio affermando che chi ha reddito zero non ha fatto niente nella sua vita, come ha affermato Alessia Moroni.

Ma i dati reali cosa dicono?
I morti sul lavoro in questo inizio 2014 sono già 169 (+20,3% rispetto al 2013) ed il Piemonte fa tristemente da capolista con ben 17 morti
In Italia sono quasi 4 i milioni di disoccupati (12%) ed il Sud del paese piange. La disoccupazione giovanile ha ormai superato la soglia del 40% (in aumento del 4,3% rispetto al 2013). L'Europa tanto acclamata mostra, anche in questi dati, la sua disparità. La disoccupazione in Germania è del solo 5,3%, il dato spagnolo e greco mostra tutta la disperazione del SUD Europa, disoccupazione del 26,3% e 27,6%.

I fatti reali ci ricorderanno il 2014 come l'ennesimo attacco ai lavoratori, con un "nuovo" governo che con violenza continua l'opera di quei precedenti.
La precarietà come stile di vita che permette il costante smantellamento dei diritti sul lavoro, con la disoccupazione usata come strumento di ricatto.


Il Primo Maggio lutto al braccio; per i morti sul lavoro

Il Primo Maggio da gloriosa festa si è trasformata in una farsa. La politica ignora il problema che loro stessi hanno creato, con questo sistema che valorizza i profitti dei pochi, dimenticando le persone e i loro drammi. Drammi che non esita ad utilizzare per soli scopi elettorali, con false promesse che rimandano ad uno stile mafioso. I media, tranne rare occasioni, parlano d'altro, ed il popolo (la sua grande parte) resta sofferente, ma inerte perchè ha dimenticato che le conquiste dei lavoratori sono arrivate solo da grandi lotte, ha dimenticato che solo con la lotta si potrà ottenere la giustizia sociale, ha dimenticato cosa sia la lotta.
Ed eccoci al dramma odierno, le rivendicazioni dei nostri padri svanite.

Un popolo di precari, disoccupati, sottopagati che riesce a stento a sopravvivere spesso grazie al prezioso contributo dei genitori e delle loro pensioni.
Giovani che non possono più permettersi neanche di sognare un futuro, meno giovani che esclusi dal mondo del lavoro non sanno come procurarsi il cibo per i propri figli, anziani che con pensioni sempre più striminzite rivedono l'Italia tornare indietro di 60anni.
Il non poter sfamare il proprio figlio, la mancata certezza di garantirgli un tetto per dormire, il non potergli assicurare le cure mediche, è questo il futuro che ci aspetta? Soli, abbandonati da uno Stato che non perde occasione per deriderci, siamo un popolo silenzioso che soffre con dignità, senza mendicare, senza rubare.
Un popolo silenzioso che vuole solo lavorare, che cerca con tutte le sue forze un reddito, una casa, per poter tornare a sognare, per costruire una famiglia, per riconquistare quella dignità di essere umano che il sistema vigente ci ha sottratto.
Per questo motivo vedo nel Primo Maggio un lutto. Per rompere il silenzio, per cambiare il destino delle nostre vite, per riconquistare la nostra dignità, per tornare a vivere. Casa, lavoro, dignità. Riprendiamoci le nostre vite. Buon Primo Maggio a tutti.

"Quando si ha la piena consapevolezza di servire una grande causa, una causa giusta, ognuno può dire alla propria donna, ai propri figliuoli, affermare di fronte alla società, di avere compiuto il proprio dovere. Buon lavoro, compagni." G. Di Vittorio

Andrea 'Perno' Salutari

IL MIO MAGGIO

A tutti,
a quanti, spossati dalle macchine,
si sono riversati per le strade,
a tutti,
alle schiene sfinite dalla terra
e che invocano una festa,

il primo maggio!
Al primo fra tutti i maggi
andiamo incontro,compagni,

con la voce affratellata nel canto.
E’ mio il mondo con le sue primavere.
Sciogliti in sole, neve!
Io sono operaio,
è mio questo maggio!
Io sono contadino,
questo maggio è mio!

A tutti
A quelli che, scatenata l’ira delle trincee,
si sono appostati in agguati omicidi,
a tutti,
a quelli che dalle corazzate
sui fratelli
hanno puntato le torri coi cannoni,
il primo maggio!
Al primo fra tutti i maggi
andiamo incontro,
allacciando le mani disgiunte dalla guerra.
Taci, ululato del fucile!
Chètati, abbaiare della mitragliatrice!
Sono marinaio,
è mio questo maggio!
Sono soldato,
questo maggio è mio!

A tutte

le case,
le piazze
le strade,
strette dall’inverno di ghiaccio,
a tutte
le fameliche
steppe,
alle foreste,
alle messi,
il primo maggio!
Salutate
il primo fra tutti i maggi
con una piena
di fertilità, di primavere,
di uomini!
Verde dei campi, canta!
Urlo delle sirene, innalzati!
Sono il ferro,
è mio questo maggio!
Sono la terra,
questo maggio è mio!

di Vladimir Majakovskij, 1922

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