domenica 25 settembre 2016

La guerra sociale dei Voucher

L'uso dei Voucher lavoro è in netta crescita, nel 2013 i Voucher venduti nei primi 7 mesi furono 19milioni, nei primi 7 mesi del 2016 sono stati 84milioni.
La fondazione Giuseppe Di Vittorio ha vivisezionato i numeri dell'Inps mostrando un quadro più che allarmante, quasi da guerra sociale in una nazione, l'Italia, che imprigionata dalla gabbia dell'Unione Europea, non riesce ad uscire dalla crisi.

Vorrei però analizzare la crescita impressionante dell'uso dei Voucher lavoro, un mezzo nato per regolarizzare prestazioni occasionali che tipicamente avvenivano in nero o per aiutare i lavoratori in cassaintegrazione, che poi è diventato un mezzo che ha superato i limiti della precarietà, in peggio. Una schiavitù a chiamata che priva l'uomo di ogni diritto. Lo stesso presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha ammesso che il lavoro accessorio non sta facendo emergere molto lavoro in nero, mentre in molti casi ha creato ulteriore precarietà. I dati dell'INPS mostrano che la maggior parte dei voucher viene usato per pagare lavoratori di mezza età che hanno perso il loro posto di lavoro, ma soprattutto un'intera generazione, quella giovanile, che non era mai stata occupata precedentemente.

Il voucher per moltissimi lavoratori, giovani e meno giovani, è diventato l'unico reddito. Lo stesso Boeri ammette che “i voucher rischiano di diventare la nuova frontiera del precariato”, anche perchè “non sono tanto come i mini jobs tedeschi, cioè secondi lavori. Rischiano di essere l’unica forma di lavoro per molti. E’ un fenomeno preoccupante da monitorare con estrema attenzione”.
Ma il governo Renzi, invece di monitorare, con il Jobs Act ha soltanto legittimato questo nuovo sfruttamento estendendo ancor di più questa forma di lavoro, fino a portare il limite massimo annuo di un lavoratore voucher da 5mila a 7mila euro.
Nei primi sette mesi del 2016, nel solo Nord Est sono stati venduti 28milioni di Voucher, è infatti la zona più produttiva d'Italia dove, anche per questo, l'uso dei Voucher è più intensivo. Ma Veneto Lavoro ha denunciato in una relazione che l'85% dei beneficiari dei voucher ha guadagnato meno di mille euro in un anno. Come si può pensare di vivere in queste condizioni?

La legge Fornero permette a qualsiasi soggetto, disoccupato, lavoratore, pensionato, studente, di usufruire del lavoro accessorio. I Voucher inizialmente era riservato a piccoli lavori domestici, assistenza domiciliare o a collaborazioni con enti pubblici o associaizoni di volontariato.
Oggi non è più così, siamo di fronte ad un uso improprio che con la scusa della lotta al lavoro in nero o dell'aiuto per i cassaintegrati, si è trasformato in una nuova formula di precariato, più temibile dei precedenti.
Ogni voucher acquistato dal datore di lavore per un'ora di prestazione costa 10 euro: di cui 7,5 vanno al lavoratore, 1,30 alla gestione separata dell'Inps, 70centesimi per l'assicurazione all'Inail, e il resto è il costo del servizio.

Ma si è davvero ridotto il lavoro nero? Il committente può prendere un voucher e farlo valere per più ore, o più giorni. I lavoratori non sono tutelati, il sistema non è monitorato per questo molti hanno denunciato che questo sistema non sconfigge il lavoro nero, ma lo legalizza.
I limiti sono pochi: il datore di lavoro può elargire al massimo 2 mila euro annui in voucher per ogni lavoratore, il lavoratore può guadagnare in voucher non più di 7 mila euro all’anno. Ma il datore di lavoro può ovviamente ruotare un gran numero di disperati e disoccupati senza diritti, senza tfr, senza maturare ferie, senza indennità di malattia e di maternità, nè assegni familiari, nessun diritto.

Non sta a me, ora, denunciare tutti i casi limiti. Spetterebbe ai sindacati, alla politica, denunciare con forza la precarietà, fino a contrastare il Jobs Act. Silenzio, intorno al mondo del lavoro un silenzio assordante, ed in questo la crisi economica è un alleato prezioso contro i diritti dei lavoratori.
Dobbiamo davvero aspettare un omicidio, come a Piacenza, per ottenere un minimo di stabilità contrattuale?

Si doveva limitare la precarietà, si è andato oltre. Lo sfruttamento del dolore, generazioni usate dal mercato e abbandonate dallo stato. Una lotta contro il precariato che da vent'anni genera depressioni, umiliazioni e persino morti. Una lotta che va avanti, senza incontrare una necessaria resistenza.

APS

Nessun commento:

Posta un commento