sabato 15 ottobre 2016

Renzi e il piano d'invasione della Russia.

La guerra economica contro la Russia
Apparentemente è stata sola una battuta scherzosa quella del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che rivolgendosi al Presidente della Repubblica ha affermato: "Si stava progettando il piano di invasione della Russia". Ma è un brutto scherzo che vuole nascondere una verità innegabile. L'Italia è già in guerra con la Russia, una guerra economica che sta danneggiando soprattutto le aziende italiane e i suoi lavoratori. Le sanzioni proseguono, proprio in questi giorni è in atto uno scontro istituzionale tra l'Italia e l'Ucraina. Una delegazione di consiglieri regionali e rappresentanti dell'imprenditoria italiana è andata in Crimea per stipulare accordi commerciali, una visita organizzata dalla Fondazione "Forum Economico Internazionale di Yalta" . La rivoluzione colorata d'Ucraina fa parte di quel vasto progetto statunitense di espansione ad est ed aggressione al territorio ex sovietico. Il popolo di Crimea, dopo la crisi in atto e con un referendum popolare (il SI è stato del 96%), è tornata russa.
E ora la nuova "democratica" Ucraina sostenuta dai potenti "democratici" dell'Unione Europea vorrebbe vietare rapporti commerciali tra la Crimea e il resto del mondo, tra cui l'Italia.

Una delegazione di 18 persone, tra politici e imprenditori italiani, rappresentanti di cinque regioni del Nord Italia, saranno in Crimea fino a domani, 16 ottobre, per stipulare trattative commerciali, per riconoscere l'esito del referendum di Crimea e per continuare a ribadire l'assurdità delle sanzioni economiche contro la Russia.
In risposta a questo Forum, il segretario del comitato del parlamento ucraino, Ivan Vinnkil, ha richiesto, con l'aiuto degli USA, di imporre sanzioni contro i deputati italiani che hanno partecipato al Forum commerciale

La provocazione militare
Pochi giorni fa si è svolta la Marcia per la Pace, oggi la provocazioni militare con le truppe italiane al confine con la Russia per obbedire al comando degli Stati Uniti.
La Nato, dalla caduta del Muro di Berlino, si è espensa in Europa con un solo obiettivo: distruggere la Russia. Per ottenere questo obiettivo è disposta a tutto, anche a risvegliare il nazismo come è accaduto in Ucraina o il terrorismo islamico come è accaduto in Siria.
Dal 2018, un contingente della Nato di circa 4mila unità, provocherà con la sua presenza Putin, sarà forse questo l'ultimo impegno atlantico del Nobel per la Pace, Obama. Dopo il terrorismo, risvegliare anche la guerra fredda.


I comunisti italiani contro la provocazione militare
"Il Partito Comunista Italiano esprime la sua massima e determinata contrarietà, assieme ad una grande preoccupazione, per la decisione assunta in queste ore dal Ministro della Difesa del governo italiano, Roberta Pinotti, di inviare un contingente italiano in Lettonia , vicino al confine della Russia. Tale decisione viene, non casualmente, a cadere nel bel mezzo di una crisi, tra USA e RUSSIA, così profonda da non escludere una guerra; una guerra, peraltro, già progettata sul campo e ritenuta per nulla inverosimile dagli USA e dalla NATO e contemplata dalla candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton, e dal suo entourage “democratico” [..]
La scelta del governo italiano di aderire – inviando propri soldati – al progetto di attacco bellico degli USA e della NATO contro la Russia, prende perniciosamente corpo proprio nel momento in cui si acutizza l’intervento militare di Kiev e di Washington nel Donbass e in Crimea; mentre cresce il progetto USA e NATO di un intervento militare in Siria contro Assad e Mosca e a favore dell’ “esercito siriano della libertà” , esercito filo imperialista,costruito dagli stessi USA per far cadere Assad e che a lungo ha combattuto a fianco del Califfato; e mentre il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito degli USA, Mark Milley, va affermando chiaramente, in questi giorni e in modo assolutamente sinistro, che “ gli USA difenderanno il loro stile di vita anche a costo di un attacco militare contro la Russia, la Cina, l’Iran e la Corea del Nord”.
Per il responsabile dipartimento esteri del PCI, Fosco Giannini, "l'attacco militare USA e NATO contro la Russia non è, in questo contesto, solo una paura o un allarme del movimento per la pace: esso è un pericolo concreto, poiché insito nella stessa concezione della fase mondiale  che esprime l’imperialismo USA e i suoi maggiori rappresentanti politici, tra i quali la stessa Hillary Clinton, futuro presidente degli Stati Uniti. Il pericolo di guerra è concreto e vicino: che le forze della pace, della sinistra, della democrazia alzino la testa, prima  che sia troppo tardi"

Il Partito della Rifondazione Comunista, tramite il segretario Paolo Ferrero, ha affermato che "l'invio di soldati italiani in Lettonia è una pura, gravissima provocazione. I ministri Gentiloni e Pinotti sono due irresponsabili che, con questa decisione, riaprono il peggio della guerra fredda.
Quando Gentiloni dichiara che non si tratta di un’aggressione mente sapendo di mentire. Se Putin schierasse l’esercito al confine tra Usa e Messico cosa direbbe Obama, quale sarebbe la reazione degli Stati Uniti?  Chiediamo che il governo italiano ritiri questo suo impegno e non invii alcun contingente, l’Italia non partecipi a operazioni Nato che hanno come unico obiettivo quello di ricostruire la cortina di ferro e l’odio tra Russia ed Europa.
Sono dei criminali, il governo italiano è supino ai voleri della Nato
"

"Il Partito Comunista condanna la decisione del governo italiano di inviare un contingente di truppe militari in Lettonia. Tale scelta scellerata, che si inserisce nell’ambito degli impegni assunti dal vertice NATO di Varsavia è il segno più chiaro dell’inasprirsi di una politica aggressiva che rischia di trascinare il mondo sull’orlo di un nuovo conflitto mondiale. Oggi i lavoratori e le classi popolari devono alzare in alto la bandiera della lotta all’imperialismo e della pace, assumere come parola d’ordine delle proprie lotte l’uscita dell’Italia dalla NATO e lo smantellamento di ogni base militare NATO in territorio italiano, lottando affinché l’Italia non sia coinvolta in scenari militari [..] L’inasprirsi dello scontro interimperialistico in atto è evidente. La lotta delle potenze imperialiste per il controllo dei mercati e delle risorse per gli interessi dei rispettivi monopoli conosce oggi una preoccupante escalation. La classe operaia e le classi popolari non hanno nulla da guadagnare da questo scontro. La storia dell’umanità ha dimostrato che sono i capitalisti che guadagnano dalle guerre, mentre i popoli ne subiscono le perdite"


Il Movimento Cinque Stelle contro la nuova guerra fredda
La NATO si prepara alla guerra contro la Russia per forzare l'ingresso dell'Ucraina nell'Organizzazione e per gli interessi egemonici mondiali degli Stati Uniti.
E l'Italia deve fare la sua parte. L'ordine è arrivato proprio oggi.
Renzi e Gentiloni dovrebbero ridiscutere immediatamente la partecipazione italiana ad una "alleanza" che c'intrappola in scenari bellici, fino alle conseguenze ultime, apocalittiche, di una guerra termonucleare con un partner strategico fondamentale come Mosca.
Renzi e Gentiloni dovrebbero iniziare a pretendere che la NATO la smetta di calpestare la nostra Costituzione e trattati internazionali fondamentali come il TNP (in Italia nelle basi militari gestite da NATO e USA sono presenti oltre 90 testate nucleari).
Renzi e Gentiloni dovrebbero iniziare a capire che dopo l'invasione della NATO in Libia nel 2011, questo strumento, concepito come difensivo, si è trasformato nel nemico numero uno per la pace mondiale e per la sovranità dei popoli.
Renzi e Gentiloni avrebbero dovuto. Ma il loro ruolo, come nel caso della Libia, è solo quello di confermare dichiarazioni altrui. Il governo italiano, in una delle pagine più tristi della nostra storia, ha poi ammesso che saranno 150 i soldati italiani che andranno in Lettonia a giocare alla guerra nucleare.
Renzi e Gentiloni non potevano. Non hanno semplicemente l’autorevolezza e l'indipendenza per farlo. Non siedono mai da pari in nessun consesso internazionale. Ancora non ci hanno detto se qualcuno da Washington li abbia avvisati prima di bombardare, all'interno di una coalizione internazionale di cui facciamo parte, il 17 settembre scorso, l'esercito siriano causando decine e decine di morti e favorendo l'ISIS

Manlio Di Stefano, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Esteri e Comunitari


Una minoranza dichiarerà guerra al mondo
Con l'Italicum un solo partito, che rappresenterà una minoranza del popolo italiano, deciderà la politica estera dell'Italia e potrà giocare alla guerra.
Guerre, come in Libia e ora contro la Russia, che sono contro i nostri interessi nazionali. Un servilismo al gigante americano che spinge la nazione in guerra e il popolo in crisi economica, pensiamo alle sansazioni contro la Russia che hanno danneggiato drasticamente l'export italiano verso la Federazione Russa, sopratutto nelle regioni del Nord.
L'Italia e le forze politiche progressiste devono rifiutare questa guerra e le provocazioni militari, tornare con forza a chiedere l'uscita dell'Italia della Nato e riconquistare la sovranità.

APS

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