giovedì 6 ottobre 2011

Rifondazione ridotta in schiavitù dalla FdS (doc2)

Molti compagni mi hanno chiesto un'opinione sull'imminente VIII congresso della Rifondazione Comunista. Continuo a pensare che sia necessario ed indispensabile creare una forza politica con prospettiva socialista. Sovranità nazionale,  nazionalizzazioni e controllo diretto dello stato nelle aziende di interesse strategico. Questi sono alcuni temi che a me interessano.
Il documento 2 secondo il mio punto di vista. (le parti in corsivo sono interamente tratte dal documento).

La militanza della sinistra.
A partire dal 2008 abbiamo visto aprirsi una voragine nella rappresentanza e nell’espressione organizzata dei lavoratori nel nostro paese. Non è scomparsa tuttavia la militanza di sinistra, che in questi anni ha continuato a cercare terreni sui quali esprimersi, né tantomeno è scomparso il conflitto sociale, tornato a farsi sentire con forza crescente
Una militanza spesso non organizzata, vittima della conseguenza del problema, ma spesso incapace di agire e capire la causa del problema. Un conflitto sociale che sfocia nell’antipolitica, nelle contestazioni alla Indignados o addirittura nelle rivolte dei reietti come è successo a Londra. Un disagio sociale spontaneo e assolutamente innocuo al sistema e al bipolarismo italiano. Con una classe operaia che, vedi il caso Mirafiori, continua a guardare al Partito Democratico o al centro destra.

Il tradimento di Chianciano.
A dispetto delle decisioni assunte nel documento conclusivo del Congresso di Chianciano (alternatività strategica al Pd, ricostruzione del partito “in basso a sinistra”, immersione nel conflitto sociale), negli ultimi due anni la discussione del gruppo dirigente è stata completamente dominata da un solo punto: come garantire al Prc una rappresentanza istituzionale che permettesse di “rientrare nei giochi”.
Il congresso di Chianciano, insieme al lancio del Referendum sulla legge 30 (era il 2009) è la dimostrazione lampante di una classe dirigente (anche nel nostro partito) falsa e opportunista che non si vergogna, tramite noiosi giri di parole, di prendere per i fondelli la base, sempre più ristretta del partito. L’alternativa strategica al PD è in stand by da 3 anni, non c’è stata nessuna ricostruzione del partito “in basso a sinistra” e nessuna immersione nel conflitto sociale. Bisogna accettare il fatto che Rifondazione ha ormai perso il suo spirito di partito di lotta e dunque gli resta il ruolo istituzionale. Onestamente fatico a credere in un possibile cambio di direzione.

Il modello Marchionne.
La crisi produce anche la critica del sistema, tuttavia ciò non è sufficiente di per sé a determinare uno sbocco alternativo. Il modello Marchionne non è solo la risposta di un capitalismo relativamente debole quale è quello italiano, ma una lucida interpretazione delle necessità vitali del sistema.
Il sistema Marchionne sostenuto da Berlusconi, come dal Nuovo Ulivo. Proprio i referendum ricatti della Fiat hanno mostrato, soprattutto a Torino, l’isolamento dei comunisti nel contrastare Marchionne. Vorrei ricordare che Airaudo sponsorizzava Curto (Sel) a sostegno del Sindaco Fassino, il quale dichiarò “se fossi un operaio voterei sì all’accordo di Marchionne”. Lo stesso Airaudo che disse: “No Tav eredi del movimento G8”, ma con SEL e il capogruppo Curto che votano per dire Si Tav. I fatti contano più delle parole per descrivere le contraddizioni della sinistra italiana del meno peggio. Per questo dico e penso che dovremmo avere un profilo autonomo slegato dalla sinistra, un profilo con prospettiva socialista.

La BCE
Va rilevato come ad oggi l’arco delle forze socialiste e di centrosinistra in Europa si sia schierato senza fratture significative sulla linea dell’austerità e della rigida osservanza delle direttive della Bce e dell’Unione europea, gestendo in prima persona laddove governa (Grecia, Spagna) o ha governato fino a poco fa (Portogallo) i piani di austerità.
Il Nuovo Ulivo sarà in piena continuità con i governi greci e spagnoli, vittime della dittatura della BCE. Per questo la sovranità nazionale dovrebbe essere un punto prioritario della nostra politica.

Il lavoro al centro delle mobilitazioni.
Oggi sono tre i punti centrali rispetto alle mobilitazioni che si stanno producendo:
1) La questione del debito
2) Le crisi industriali e in generale la crisi occupazionale
3) La questione dei diritti del lavoro e la prospettiva di una vita di precarietà permanente.”
“Il tema della nazionalizzazione delle principali leve dell’economia (sistema bancario, settori strategici dell’industria, delle comunicazioni, della grande distribuzione, del patrimonio immobiliare) diventa rapidamente comprensibile a milioni di persone di fronte al dilagare di licenziamenti, crisi, chiusure aziendali e al tentativo di rilanciare in grande stile le privatizzazioni.
Sovranità nazionale, cancellazione del debito e del precariato, uscita dall'eurozona, nazionalizzazioni e controllo diretto dello stato nelle aziende di interesse strategico. Altrimenti come uscirne?

Destra e Sinistra: stessa economia.
La crisi politica può sfociare in coalizioni di unità nazionale o in un nuovo centrosinistra. Ma il punto fondamentale è che, quale che sia la formula politica, il programma è già dettato: il futuro governo non potrà che applicare la medesima politica di tagli, austerità, demolizione dei diritti che in tutta Europa tanto i governi di destra come quelli di centrosinistra portano avanti in maniera omogenea.
Penso, e spero, che tutti i compagni del PRC, sia quelli contrari ad un accordo, sia quelli favorevoli al presunto Fronte Democratico, prendano per ovvia questa constatazione.

Polo a sinistra della FdS.
Nasce da queste semplici constatazioni l’esigenza imprescindibile per noi di mantenere la nostra opposizione strategica al Pd e di farci promotori di un polo della sinistra di classe con le forze che condividano questa discriminante fondamentale.
Credo che su questo punto, anche se con strategie diverse, i tre documenti convergano. Divergenza sul come e perché la FdS stessa potrebbe essere la radice di un polo alternativo, in continuità con la lista Anticapitalista del 2009. La FdS ha in sé ancora la teoria delle due sinistre, con un’anima governativa nel centrosinistra italiano. Spostare a sinistra una coalizione liberale. Serve un polo indipendente che guardi al Socialismo XXI.

Il fallimento della svolta di Chianciano.
Il bilancio della “svolta di Chianciano” è presto tratto: il sussulto della militanza che impedì nel 2008 la vittoria della proposta apertamente liquidatrice del partito è stato soffocato nel giro di un anno e rimpiazzato con una linea che, sostenuta da una diversa maggioranza all’interno del partito, ha collezionato una serie di fallimenti a catena nei suoi punti fondamentali
Fallimenti che spesso vengono minimizzati dalla censura mediatica e dall’isolamento causato dal bipolarismo. Ma è la sinistra italiana, e con lei la Rifondazione Comunista, ad aver fallito. La “sinistra radicale” in 20 anni non è mai riuscita (facendo le sommatorie) a superare quel 10%. elettorale. Il radicamento territoriale è diminuito con l’affezione per la politica contro il capitalismo. Per cambiare il sistema c’è bisogno di ben altro. Bisognerebbe prenderne atto e lavorare per un nuovo immaginario e una nuova prospettiva.

La gabbia della FdS.
La Fds rappresenta il condensato degli errori di questi due anni. Ha ingabbiato il partito in una struttura antidemocratica che ne ha limitato l’autonomia e lo ha costantemente condizionato in direzione moderata
La forma federativa è un fallimento evidente. La concorrenza, persino sleale, tra i membri fondatori di tale federazione è sotto gli occhi di tutti. Le scissioni del pianerottolo sono solo la goccia che fa traboccare il vaso. Impegnarsi concretamente a costruire la FdS di fatto depotenzia la Rifondazione Comunista, forse l'unico vero partito che vuole mantenere questa forma federativa.
Rifondazione sogna la Linke, il PdCI nella ricostruzione di un micro-pci, Salvi e Patta in un Partito del Lavoro. Pare evidente, che allo stato attuale ognuno stia costruendo il proprio progetto che potrà prevedere uno scoppio della FdS.
Le strade sono due: o cartello elettorale, o una costituente aperta che trasformi la FdS in un nuovo e unico partito con comunisti e socialisti (quelli veri).

Conclusioni.
Il secondo documento (Bellotti) denuncia il fallimento di Chianciano e di Ferrero. Ricorda che il PD sostiene la ricetta Marchionne e la dittatura della BCE. Vuole lavorare contro il centrosinistra per la costruzione di un polo a sinistra della Federazione della Sinistra che, di fatto, ha condizionato in direzione moderata la Rifondazione Comunista.

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