La caduta di Berlusconi
"Molti si illudono che Monti voglia fare qualche cosa di buono. Ma lui non è qui per questo. Neanche per fare una decente legge elettorale. Lui viene qui per “rieducare” gli italiani alla religione del Debito. Lui arriva per eseguire gli ordini della Banca Centrale Europea, i 39 punti, la lettera di Draghi-Trichet. Un maoista dei nostri tempi: “educare il popolo”. L’ha perfino detto, con riferimento alla Grecia. Adesso lo farà con noi, se gli riesce".(Giulietto Chiesa)
Berlusconi è caduto, ma non c'è molto da festeggiare. Berlusconi si è dimesso, ma il berlusconismo, il bipolarismo, il neoliberismo, la BCE, la malapolitica rimangono là. Il sistema capitalista cambia semplicemente volto e schieramento (Casini e Fini dov'erano ieri?).
Il capitalismo internazionale non sopporta più Berlusconi, lo considera inefficiente, inefficace, controproducente e lo vuole mandare a casa. Ma non certo per fare un favore a noi. L'asse UE-BCE-FMI detta ormai, sfacciatamente, contenuti e tempi della politica economica e sociale italiana.
Il Governo Monti
Molto spesso, col cambiare del governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone. (Fedro)
Ora arriva il governo tecnico guidato da Monti ed inizia un periodo di lacrime e sangue dettato dalla Banca Centrale Europea. Questo è bipolarismo italiano: cambiano i governi, ma il tutto continua a puzzare di merda. L'opposizione, ossia Bersani che ha rivendicato il merito della sconfitta di Berlusconi, e gli ex alleati Fini e Casini non salveranno l'Italia, ma continueranno nella loro dannosa politica. Il centrosinistra, con il PD in prima linea, elogia Monti e il commissariamento. Elogiano un sistema chiaramente in caduta libera mostrando, ancora una volta, il loro credo liberale. Toccherà continuare le mobilitazioni di piazza e nei luoghi di lavoro contro la macelleria sociale portata avanti dal governo tecnico di Monti, Berlusconi e Bersani. Cercando tutte le alleanze possibili, anche trasversali.
Opinioni da destra
Diversi sono stati i commenti odierni, lucidi, provenienti da personalità più che discutibili
"Come si fa a sostenere un governo che farà portare via tutto, che privatizzerà le municipalizzate?" (Bossi)
"Abbiamo un Parlamento composto da deputati e senatori che non abbiamo scelto, che ci vogliono dare un governo che non abbiamo votato." (Storace)
"Mediare è bene, ma alla fine bisogna decidere, e bisogna decidere solo una cosa: la data delle elezioni" (Ferrara)
"Mi verrebbe da ridere e in realtà ho riso, vedendo i manifestanti che in odio a Berlusconi festeggiavano la vittoria del loro teorico nemico di classe: Mario Monti. E con lui la finanza, le banche, il capitale, i padroni, i poteri forti e ogni altro stereotipo delle battaglie della sinistra. Scusate se è poco!" (La Russa)
Goldman Sachs e la politica italiana
"Bei tempi quando le banche erano come le chiese, tutti zitti e al loro posto" (Vittorio Feltri)
Vediamo nel dettaglio i rapporti della politica italiana con la Goldman Sachs, una delle più grandi e affermate banche d'affari del mondo. (1)
Romano Prodi, da consulente Goldman Sachs a Presidente del Consiglio in Italia
Mario Draghi, da Vicepresidente Goldman Sachs a Governatore della Banca d'Italia e BCE
Mario Monti, dalla Commissione Europea sulla concorrenza alla Goldman Sachs; nominato poi Senatore a vita dal Presidente della Repubblica G. Napolitano (2011)
Massimo Tononi, dalla Goldman Sachs di Londra a sottosegretario all'Economia nel governo Prodi del 2006
Gianni Letta, membro dell'Advisory Board di Goldman Sachs è nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo Berlusconi (2008)
Qualche giorno fa Milano Finanza ha riportato che Goldman Sachs è l'artefice principale della speculazione che ha portato all'aumento vertiginoso dello spread tra i Bund tedeschi ed i Btp italiani. l'8 novembre 2011 (2), alla notizia delle imminenti dimissioni di Berlusconi, Goldman Sachs ha emesso un comunicato in cui ha affermato che le elezioni avrebbero rappresentato "lo scenario peggiore per i mercati". La Goldman Sachs, nel 2010, è stata anche incriminata dalla SEC per frode e truffa ai danni dei propri clienti. (3)
Sovranità nazionale
Stiamo assistendo al grande successo dell'Euro e qual'è la manifestazione più concreta del grande successo dell'euro? La Grecia. (Mario Monti)
In Europa le banche e il mercato hanno ucciso la democrazia e la politica. Ne è un esempio la Grecia, dove un capo di Governo democraticamente eletto che ha avuto il coraggio di proporre un referendum, il giorno dopo è stato costretto a dimettersi. Al suo posto è stato messo Papademos, ex vicepresidente della BCE. In un colpo solo Monti e il Mercato cancellano dall'Italia Berlusconi e la dicotomia destra/sinistra. Non tutto il male viene per nuocere, ora basterebbe capire qual'è il vero nemico e decidere di conseguenza la controffensiva. Alcune vittorie sono più terrificanti delle sconfitte. Il commissariamento della BCE sarà ben peggiore dei passati governi di destra e sinistra. Berlusconi non cade per volontà del popolo, bensì per quella dei mercati. Dobbiamo essere chiari: siamo una nazione commissariata da una Banca e dai mercati che guardano alla speculazione e ai profitti, calpestando la dignità dell'uomo. Il tema, tanto osteggiato a sinistra, della sovranità nazionale, deve tornare prepotentemente nei nostri dibattiti. Da due anni come giovanile a Torino abbiamo discusso tanto su questo argomento. Il capitalismo è in crisi. Noi non sogniamo un capitalismo dal volto umano. Vogliamo distruggere il sistema, trasformando la nostra nazione in una patria socialista. Il tema della sovranità nazionale è per questo il perno fondante di questa prospettiva.
Andrea 'Perno' Salutari
Le priorità del senatore a vita. Il piano: subito decreto per tagliare il debito, poi misure per la crescita. In cantiere liberalizzazioni, semplificazioni e interventi sul mercato del lavoro
RispondiEliminaMonti, Berlusconi, Napolitano e la casta politica italiana
RispondiEliminaIl dado è tratto.
L’esecutivo tecnico Monti sostituisce l’esecutivo politico Berlusconi.
Obiettivo:
realizzare quelle riforme strutturali e quelle liberalizzazioni del mondo del lavoro che urgono al paese e che nessun governo politico ha sinora mai realizzato, benché promesso.
Resta incomprensibile, essendo invariata la composizione della casta politica parlamentare, come sia possibile modificare, per esempio, una legge elettorale che promette attualmente un collegio ed una elezione sicura ad vitam ai parlamentari italiani.
Come anche non si comprende come e perché la medesima casta politica dovrebbe realizzare urgentemente quelle riforme strutturali e quelle liberalizzazioni decretate dal governo Monti che la medesima casta politica non ha voluto realizzare con le decretazioni del governo Berlusconi, e proprio ad iniziare da quella decretazione anti-corruzione che più di ogni altra, assicura discontinuità alla peggiore evidenza della casta politica e burocratica italiana:
quella troppe volte e troppo spesso coinvolta in scandali corruttivi o in presunte connivenze e cointeressenze negoziali con le organizzazioni mafiose a danno della libertà dello stato italiano e dei suoi cittadini.
Ed è proprio questo l’aspetto che maggiormente incuriosisce nella transizione italiana contemporanea, posto che, dai vari interventi politici resi pubblici nel corso delle consultazioni del Capo dello Stato Napolitano, pare siano scomparsi problemi storici di grossa evidenza come il contrasto alle organizzazioni mafiose, la questione Morale, la questione Meridionale e la questione Settentrionale, per fare solo alcuni esempi che saltano agli occhi.
Ma così è scomparsa anche l’emergenza della così detta Monnezza Napoletana, della quale si è perduta ogni traccia, benché non ancora la presenza.
A meno che non si voglia ulteriormente deresponsabilizzare la casta dominante dinanzi alla crisi italiana, eludendo la realtà di una spesa pubblica impossibile e di un debito pubblico invalidante, e discutendo invece di una crisi che non pare trovare fondamento nella incapacità politica italiana, nel dibattito politico attuale, ma sembra cercare motivi e responsabilità del default italiano in una più volte paventata e mai dimostrata incapacità francese, tedesca od europea, ovvero di una fantasmagorica onnipresenza giudo-plutaico-massonica a seconda del caso e della opportunità.
Come se l’illegalità diffusa, il lavoro nero, l’evasione fiscale, il cancro mafioso, la crescita della spesa pubblica e del conseguente indebitamento pubblico italiano, fossero responsabilità imputabili ai parlamentari ed ai capi di governo europei.
In questa ottica di de-responsabilizzazione politica, pare di assistere al solito teatrino italico dello scarica barile, nel quale i problemi del paese non vengono mai risolti, perché semplicemente essi sono ridotti alla “non esistenza” o ridotti al silenzio dalla classe dominante italiana, che controlla integralmente anche l’informazione, grazie ad una normativa anch’essa vetusta ed antiquata, bisognosa di una tempestiva e complessiva liberalizzazione dai “controlli politici” imposti da una normativa fascista che nessun parlamento repubblicano ha mai abrogato e riformato.
Per cui, d’un tratto, sono risolte senza fatica alcuna, questioni annose e dannose come quella delle presenza potente delle mafie nella società italiana che possiamo sintetizzare nel paradigma:
tutti mafiosi? Nessuno mafioso.
Ovvero : tutti corrotti? Nessuno corrotto.
Tutti indebitati? Nessuno indebitato.
Ma questo rappresenta un gioco assai pericoloso, poiché forzare il gioco adesso, equivarrebbe al veder comparire il Tilt nel gioco del Flipper, con l’oscuramento del piano di gioco e la sua immediata immobilizzazione.
E dopo il Tilt, come tutti sanno, non resta che attendere che appaia la scritta luminosa Game Over.
Ed il gioco è finito.
Per sempre.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X