lunedì 7 maggio 2012

Elezioni Francia Grecia. Vince Hollande, perde l'Unione Europea

Elezioni in Francia
Il primo turno delle presidenziali ha visto la vittoria, che è quasi un pareggio, del socialista Hollande contro l'attuale presidente Sarkozy. La vittoria al secondo turno era quasi scontata, Tremonti, Bruxelles, Melenchon, tutti tifavano Hollande e il socialista ha vinto con il 52%.
Vi chiedo: avete idea di chi è François Hollande e Partito Socialista francese? Il Trattato di Maastricht non è un’invenzione degli odiati Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Il Trattato di Maastricht è stato ideato, tra gli altri, da François Mitterrand e Jacques Delors esponenti del partito di Hollande. L’Euro è stata un’idea di Mitterrand e Delors, tra gli altri. E il PS francese, da Mitterran a Delors a Jospin, è sempre stato un convinto supporter di tutte le peggiori nequizie europee.

 La vera  vincitrice è stata la Le Pen che ha raggiungo il 18%, buono e in crescita il risultato della sinistra radicale con Melenchon che riporta la sinistra e i comunisti in doppia cifra.

Bisogna però ricordare che l'ottimo 11% di Melenchon è dovuto principalmente a due fattori:
1) la cancellazione (o quasi) della galassia trotzkista alla sinistra del PCF, galassia che in Francia è sempre stata molto forte
2) Melenchon è autore di una scissione dal Partito Socialista al FDG ed è riuscito a portare un piccolo bacino.

Sottolinerei come il caso italiano di SEL è contrario a quello della Linke e del Fronte de Gauche. Qui si stanno costruendo federazioni unitarie della sinistra, con un parte consistente di socialisti che si aggregano alla sinistra radicale, in Italia invece abbiamo Vendola che si è staccato dalla sinistra radicale per sostenere il Partito Democratico, che è molto più a destra dei partiti socialisti francesi e tedeschi. Aneddoto molto curioso.
La più grande sconfitta del PCF e di tutta la FDG è stata quella contro la destra estrema della LePen.
L'obiettivo della sinistra era quello di diventare la terza forza del paese. Obiettivo fallito, la Lepen ha raccolto il 7% in più (record storico), ma il dato ancora più rilevante è il voto operaio che per il 30% ha scelto la destra estrema, raggiunto il 40% nelle zone rurali.. Questo è il vero dato che deve far riflettere. La sinistra ha perso sul suo campo.

Il bicchiere è anche mezzo pieno. Melenchon ha dato una carica di speranza, che ha portato voglia di partecipazione popolare, che ha riportato i comunisti alla doppia cifra, è riuscito a  mantenersi autonomo e indipendente. Le battaglie contro la riforma pensionistica, dallo slogan "io lotto di classe" e a tutte le  campagne che avevano al suo centro la giustizia sociale e la difesa della sovranità popolare e democratica.
Melenchon ha fatto suoi i temi radicali come la lotta alle politiche di austerità, l’aumento della tassazione per i più abbienti e la revisione del Trattato di Lisbona e del Fiscal Compact. Una campagna elettorale spesa con continui riferimenti alla storia del paese: una seconda presa della Bastiglia, il richiamo ad un’altra rivoluzione francese (la révolution citoyenne), la richiesta di una sesta repubblica. Una riscoperta del lato più rivoluzionario e sociale del patriottismo francese, da anni occupato dalla xenofobia del Front National. Ha riattivato la sinistra dormiente.

La LePen ha conquistato il voto di protesta contro l'Ue, le misure di austerità. Mentre Melenchon ha sostenuto da subito Hollande, anche se ha dichiarato di non voler entrare nel suo governo, la LePen non sosterrà Sarkozy e non voterà. Il suo è un voto antisistema, voto che qui in Italia va in direzione cinque stelle. vedremo se faranno la fine della Lega Nord o se riusciranno a risultare credibili.

Ora ci sarà la vera battaglia, le legislative di Giugno. Il banco di prova finale.


Elezioni in Grecia
Sul Patria del Ribelle ho dato ampio spazio alla crisi della Grecia aggravata dall'Unione Europea.
Pubblico ora una lettera che aveva scritto Savas Metoikidis. Il compagno insegnante che il 21 aprile si è suicidato per causa della crisi, si è impiccato come risposta finale alle imposizione della troika. I suicidi in Grecia sono in aumento, numeri a quattro cifre ogni anno.
Ripropongo, per ricordarlo, la sua lettera che scrisse nel 2008, dopo la rivolta scoppiata a causa della morte del giovane manifestante Alexis Grigoropoulous.

Chi sono dopotutto i teppisti?

Violenza è  lavorare per 40 anni per delle briciole e chiedersi se si riuscirà a smettere
Violenza sono i titoli finanziari, i fondi assicurativi saccheggiati, la truffa in borsa.
Violenza è essere costretti a stipulare un mutuo per una casa che si finisce per pagare come se fosse fatta d’oro.
Violenza è il diritto del tuo capo di licenziare in qualsiasi momento voglia farlo.
Violenza è la disoccupazione, la precarietà, sono i 700 euro al mese con o senza contributi previdenziali.
Violenza sono gli “incidenti” sul lavoro, perché il padrone riduce i costi di gestione a scapito della sicurezza dei lavoratori.
Violenza è  prendere psicofarmaci e vitamine per far fronte agli orari di lavoro
Violenza è essere una donna migrante , è vivere con la paura di essere cacciato dal paese in qualsiasi momento e vivere in una costante insicurezza.
Violenza è l’essere casalinga, lavoratrice e madre allo stesso tempo.
Violenza è quando ti prendono per il culo al lavoro dicendo: ‘dannazione, sorridi, è chiedere troppo?

Quello che abbiamo vissuto io lo chiamo rivolta.
E proprio come ogni rivolta appare come una prova generale della Guerra Civile, ma puzza di fumo, gas lacrimogeni e sangue.
Non può essere facilmente sfruttata o controllato. Accende le coscienze, si rivela e polarizza le contraddizioni, e promette, almeno, momenti di condivisione e di solidarietà. E traccia i percorsi verso l’emancipazione sociale.
Signore e signori, benvenuti alle metropoli del caos! Installate porte sicure e sistemi di allarme alle vostre case, accendete il televisore e godetevi lo spettacolo. La prossima rivolta sarà ancora più agguerrita, mentre il marciume di questa società si approfondisce … Oppure, potete prendere le strade al fianco dei vostri figli, potete scioperare, potete osare di rivendicare la vita che vi stanno derubando, potete ricordarvi che una volta eravate giovani e volevate cambiare il mondo.


Le politiche di austerity messe in atto hanno ucciso il popolo greco. Una delle manovre più criminali imposta nei mesi scorsi è l’imposta straordinaria sulla casa che va pagata direttamente sulla bolletta della luce. Una misura che va a colpire soprattutto la popolazione più povera: pensionati, disoccupati e i nuovi poveri, tra cui figurano, anche i dipendenti pubblici. Un piccolo esempio della follia della Troika.

La posizione dei comunisti greci? Eccone un sunto tratta dall'intervista

Da anni, il KKE non identifica le forze politiche del paese con i concetti di “sinistra”, “destra” o “centro”. Questi concetti non corrispondono alle attuali condizioni politiche. Se nel passato il concetto di “sinistra” significava una rottura con i partiti della classe dominante, oggi coloro che si autodefiniscono di “sinistra” sono pacificamente coinvolti nell’amministrazione del capitalismo, nelle guerre imperialiste e nel sostegno dell’Unione europea imperialista. Da questo punto di vista, il KKE preferisce fare riferimento alla classe e non utilizzare concetti il cui significato è obsoleto. Detto questo, la nostra priorità è ora di organizzare la lotta per impedire le misure anti-operaie, per far si che non si applichino in pratica i tagli degli stipendi, delle pensioni, l’eliminazione dei diritti dei lavoratori, per rovesciare la politica antipopolare del governo.
Lottiamo per far si che i lavoratori, che non hanno alcuna responsabilità per la crisi del capitalismo, capiscano che devono organizzarsi meglio e scontrarsi in modo ancora più intenso con il capitale e con le politiche che implementano i tagli.
Chiamiamo il popolo a lottare per conquistare il potere, per far si che i mezzi di produzione dell’industria si trasformino in proprietà popolare, per far si
che la terra, le grandi imprese nel settore agricolo e del commercio monopolista vengano socializzate. Sulla base di queste relazioni – la socializzazione dei mezzi di produzione e la pianificazione economica – si aprirebbero grandi possibilità sottoutilizzate, assicurando la priorità e soddisfazione delle necessità sociali fondamentali sotto il controllo operaio. Questo potere è quello che garantirebbe la sovranità e il ritiro da tutte le alleanze imperialiste come l’UE e la NATO.
La speranza per i lavoratori non è in una confusa “unità a sinistra”, ma in un partito forte e nella formazione di un’alleanza sociale che lotti per un’economia e un potere popolare. L’accordo con partiti che alcuni chiamano di “sinistra” implica l’avvicinamento di politiche diametralmente opposte, senza alcun “vantaggio”. Questo non interessa al KKE. Un tale accordo diffonderebbe inizialmente la speranza che possa esserci una soluzione senza entrare in conflitto con il sistema capitalista, senza il ritiro dalla NATO e dall’UE: ma in conseguenza si arriverebbe alla dissoluzione del “progetto” con il disinganno dei lavoratori.



Ora vediamo i dati delle elezioni!


La situazione politica è drasticamente cambiata rispetto alle scorse politiche, sono molto penalizzati i partiti di governo. Il Pasok e Nuova Democrazia uniti avevano più del'80%, hanno perso in soli 3 anni il 50% del loro elettorato.
Pasok (socialisti), Nuova Democrazia (centro destra), KKE (Partito comunista), Syriza (sinistra radicle), Laos (estrema destra), Alba d'oro (estrema destra)
I Nuovi partiti: Dimar (sinistra democratica, scissione di Syriza e sostenuta da molti ex Pasok), Anel (destra, scissione di Nuova Democrazia)

Elezioni Politiche 2007 - 2009 - 2012  (Dati elettorali)
Pasok 38,1% - 43,9% - 13,1%
Nuova Democrazia 41,8% - 33,5% - 18,8%
KKE 8,2% - 7.5% - 8,4%
Syriza 5,0% - 4,6% - 16.7%
Sinistra Democratica (Di.Mar) X - X - 6,1%
Partito dei greci indipendenti (An.El) x - X - 10,6%
Alba d'oro x - x - 6,9%
Laos 3,8% - 5-6% - 2,9%
Verdi Ecologisti 1,1% - 2,5% - 2,9%

Seggi (la legge elettorale greca ha un premio di maggioranza di 50 seggi, ne beneficia Nuova Democrazia. Lo sbarramento è del 3%)
Nuova Democrazia 108
Syriza 52
Pasok 41
Anel 33
KKE 26
Alba d'oro 21
Dimar 19

I partiti della troika (Pasok e ND), avvantaggiati da un premio di maggioranza assurdo, sono i grandi sconfitti di questa tornata elettorale, in maniera particolare il Pasok che ha perso quasi il 31% in soli 3 anni. ND diventa il primo partito della Grecia, ma perde il 15%
Crolla il Laos che scende sotto il 3% ed esce dal parlamento; entrano i neonazisti dell'Alba D'oro con un aumento del 6,7%
Buono il risultato dell'An.El (scissione della ND) e discreto quello del DiMar (scissione del Syriza), rispettivamente 10% e 6%
Ma ora parliamo di sinistra radicale e dei comunisti. Il partito della troika sta cercando di convincere DiMar e AnEl di entrare nel governo.
Il grande vincitore delle elezioni sono i compagni della Syriza che con il loro 16,7% diventano il secondo partito del paese. Deludente il risultato del KKE, che cresce solo del 0,9%, troppo poco per il principale partito d'opposizione greco. Le sue proposte radicali (uscita dall'euro, dall'UE e dal capitalismo) non hanno convinto l'elettorato in fuga del Pasok che ha preferito una prospettiva più moderata.
Infatti Syriza si oppone alle misure di austerità concordate con la comunità internazionale, ma è favorevole alla permanenza di Atene nell'euro e nell'eurozona. L'euroscetticismo cresce a valanga in Grecia. Ma si dividono negli utopisti che credono nella ristrutturazione di questa Unione Europea e nei pragmatici che capiscono che l'unica salvezza per i popoli contro le misure di austerità e i trattati europei è l'uscita dall'Unione Europea capitalista!
La divisione della sinistra, parlo di Syriza e Dimar, non ha permesso la vittoria della sinistra greca. Sinistra sempre conflittuale e poco credibile

La differenza tra comunisti e sinistra greca la si potrebbe schematizzare cosi:

Posizione KKE: La speranza per i lavoratori non è in una confusa “unità a sinistra”, ma in un partito forte e nella formazione di un’alleanza sociale che lotti per un’economia e un potere popolare. L’accordo con partiti che alcuni chiamano di “sinistra” implica l’avvicinamento di politiche diametralmente opposte, senza alcun “vantaggio”

Posizione Syriza/Dimar: sostegno ad un governo di sinistra, una alleanza che vada dai socialisti del Pasok passando per la Sinistra Democratica nata pochi anni fa  proprio da una scissione moderata di Syriza. Riconosce lo stesso Panagopoulos che “nella realtà, Syriza ha un programma così moderato da poter essere accettato da tutti quelli contrari alle politiche neoliberiste che distruggono la Grecia

Queste elezioni non daranno una maggioranza parlamentare. Nessuno ha i numeri per governare, molto probabilmente a giugno si rivoterà e le prospettive potrebbero essere diverse.

In Grecia ha perso l'Unione Europea e i due partiti che sostengono la troika, hanno vinto i partiti euroscettici o comunque critici dell'UE. Ma a perdere è anche il popolo greco che è ben lontano dalla salvezza. Probabilmente ci saranno nuove elezioni.
Il popolo greco dovrebbe leggere con attenzione la lettera di Mikis Theodorakis: "L’unica forza che può realizzare questi cambiamenti rivoluzionari è il popolo greco, unito in un enorme Fronte di Resistenza e Solidarietà, per mandare via la troika (FMI e Banche) dal paese”
Cosa stiamo aspettando? Costruiamolo anche in Italia!

Andrea 'Perno' Salutari

1 commento:

  1. Tra due ardue battaglie

    http://it.kke.gr/news/news2012/2012-05-23-arthro

    RispondiElimina