Il calcio non piace più agli italiani
Se il calcio per molti è il nuovo oppio del popolo, bisogna dire che l’amore per questa fantomatica droga è in drastica diminuzione, ma questo non ha assolutamente migliorato la vita della nazione e del suo popolo. Disinnamorarsi dello sport o del calcio business non ha portato concretamente alcun beneficio.
Nel 2009 il 55,6% degli italiani seguivano il calcio, nel 2012 sono scesi al 42%. Un calo del 13% in soli quattro anni. I continui scandali e i sempre meno soldi che fanno volare altrove i campioni stanno riducendo la passione per il pallone. Ma se la serie A sopravvive, i primi a soffrire la crisi del calcio sono le piccole società, i piccoli vivai. Se fino a 20anni fa un bambino aveva solo la scelta della società sportiva a cui iscriversi, oggi il quadro è cambiato. Con società sempre più povere che spesso falliscono e con sempre più bambini che passano da un prato ed un pallone, ad una stanza chiusa ed una consolle.
Il dato più interessante è il mutamento del tifo: più una squadra vince più aumenta i tifosi e in maniera proporzionale aumentano le persone che odiano quella squadra. L’esempio della Juventus è perfetto. La Juventus è la squadra più tifata d’Italia, quasi un italiano su tre tifa Juventus. Milan, Inter, Napoli e Roma sono rispettivamente molto lontane. La Juventus nel 2012 è tornata ad essere la squadra più odiata: (1) (2)
Nel 2010 il 13,4% degli italiani odiava la Juventus
Nel 2011 il 13,6% degli italiani odiava la Juventus
Nel 2012 il 26,6% degli italiani odia la Juventus
L’effetto del tricolore vinto nel 2012 risulta evidente.
Lo sport in Europa
In sette stati dell'Unione Europea la maggioranza dei cittadini pratica regolarmente uno sport, ma negli altri 20 la musica è diversa, l'Italia, insieme a Bulgaria e Grecia è fanalino di coda.
Gli Stati membri dell'Ue si sono impegnati a incoraggiare lo sport attraverso il potenziamento delle strutture e delle occasioni sportive. Da allora lo sport è entrato a far parte delle politiche dell'Unione, ma in maniera molto timida. Lo notiamo tristemente alle olimpiadi, gli italiani per fare sport ad alti livelli si devono affidare alle squadre sportive dell’esercito, della finanza, ecc.
Euro barometro ha fatto un'indagine per la quale sono stati intervistati oltre 26 mila europei appartenenti ai 27 paesi membri. La percentuale di europei che dichiara di praticare uno sport almeno una volta alla settimana è pari al 40%. I cittadini dei Paesi dell'Europa settentrionale tendono a essere più sportivi rispetto alla media europea. Sempre secondo il sondaggio, infatti, le persone che praticano sport «regolarmente» o «con una certa regolarità» sono il 72% in Finlandia e in Svezia, il 64% in Danimarca, contro il 40% della media europea.
Accanto ai Paesi nordici, nazioni «sportive» sono anche Irlanda (dove il 58%), Olanda (56%), Slovenia (52%) e Lussemburgo (51%). Al contrario, i cittadini dei Paesi dell'Europa meridionale praticano poca attività fisica e i fanalini di coda sono Bulgaria, Grecia e Italia, in cui i cittadini che praticano sport regolarmente sono solo il 3%.
E i più pigri? Alla domanda se praticano sport hanno risposto mai:
Grecia, 67% Bulgaria, 58% Portogallo, 55% Italia, 55%
Ungheria, 53% Polonia, 49% Romania, 49% Cipro, 46% Lettonia, 44%
Spagna, 42% Estonia, 41%
MEDIA EUROPEA, 39%
Malta 38% Repubblica Ceca, 37% Slovacchia, 35% Francia, 34%
Regno Unito, 32% Lussemburgo, 32% Germania, 31% Austria, 29%
Belgio, 28% Olanda, 28% Irlanda 26% Slovenia, 22%
Danimarca, 18% Finlandia, 7% Svezia, 6%.
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Lo sport in Italia: il calcio perde il primato
Nel 2006, sono circa 17 milioni 170 mila le persone di tre anni e più (pari al 30,2%) che dichiarano di praticare uno o più sport: il 20,1% lo fa con continuità, il 10,1% saltuariamente.
Tra i motivi prevalenti per cui non si pratica sport al primo posto si colloca la mancanza di tempo(indicata dal 40,2% dei non praticanti), seguono la mancanza di interesse (30,3%), l’età (24,1%), la stanchezza/pigrizia (16,2%), i motivi di salute (14,9%) e i motivi familiari (12,7%) e problemi economici (7,1%). Residuale la quota di coloro che indicano tra le motivazioni la mancanza di impianti o la difficoltà a raggiungerli (3,1%) e gli orari scomodi degli impianti (1,7%).
La grande notizia è che il calcio non è più leader.
Il calcio si conferma come uno fra gli sport più praticati, ma è superato dal gruppo di attività costituito da ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica.
Il calcio risulta praticato da 24,2 mentre il gruppo della ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica coinvolge il 25,2% di sportivi.
Al terzo posto si colloca il nuoto con il 20,8% seguito dagli sport ciclistici (11,7%), dal gruppo dell’atletica leggera, footing e jogging (11,3%) e dagli sport invernali, su ghiaccio e gli altri sport di montagna (11,3%), tra i quali è lo sci alpino a giocare un ruolo prioritario (9%).
Il gruppo dell’atletica leggera merita un’attenzione particolare: gli appassionati di questi sport sono oltre 1 milione 900mila, ma di questi oltre 600 mila si dedicano ad attività che solo in parte possono essere ricondotte a quel complesso di discipline che va sotto il nome di atletica leggera. Si tratta della corsa prolungata (footing, jogging) praticata nei parchi, in città, nei boschi o sulla spiaggia. Tutti gli altri sport raccolgono preferenze inferiori al 7%: è il caso degli sport con palla e racchetta praticati da oltre un milione 100 mila sportivi (6,5%) e della pallavolo che con circa 860 mila praticanti coinvolge il 5% degli sportivi; su livelli inferiori si posiziona invece la pallacanestro con poco più di 610 mila praticanti (3,6%). Allo stesso livello della pallacanestro troviamo le arti marziali e gli sport di combattimento (3,6%). La danza e il ballo (il 6,3%). Infine, agli ultimi posti della graduatoria con frequenze intorno all’1-2% troviamo la caccia e la pesca.
Sempre agli ultimi posti, con percentuali di praticanti bassissime, si collocano anche le bocce, gli sport nautici e gli altri sport con la palla (pallamano, rugby)
L'Italia e lo sport per pochi.
Ogni anno 5,3 milioni di persone morirebbero nel mondo a causa dell'inattività fisica, l’amore per il business calcio è in drastica diminuzione, ma questo disinnamoramento non ha portato alcun beneficio tangibile. L’Italia non è una nazione sportiva, maglia nera d’Europa e non sarà qualche medaglia olimpica delle nostre forze armate ad invertire la tendenza. Lo sport dovrebbe avere un ruolo primario nella società.
Andrea 'Perno' Salutari
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