In quanto libera pratica culturale anticapitalistica il marxismo ovviamente è vivo, è stato vivo, sarà vivo e non potrà mai morire, almeno fino a quando non sarà sostituito da una sintesi complessiva più convincente. Ne siamo ancora lontani. Chiunque abbia un senso delle proporzioni ed una consapevolezza epistemologica sana sa perfettamente che una somma di critiche, anche convincenti e pertinenti, non fa ancora una teoria migliore. Chi scrive, ad esempio, ne è perfettamente consapevole, e per questo non si illude affatto di essere “oltre Marx”, ma ritiene semplicemente di trovarsi criticamente dentro la prospettiva aperta da Marx e non ancora veramente superata (Preve)
Il 23 novembre ci ha lasciato Costanzo Preve, un vuoto ha colpito i suoi sostenitori, i suoi amici e tutte le menti libere che ammiravano la sua intelligenza.
Nello stesso tempo i conservatori della sconfitta del comunismo, ossia l'attuale sinistra italiana, hanno tirato un grosso sospiro di sollievo. Un'incredibile mente che metteva a nudo la loro ottusità politica e incoerenza ha smesso di pulsare.
L’unificazione economica europea è stata un atto di irresponsabile avventurismo storico. E allora non intestardiamoci nell’errore. Facciamo un passo indietro, finché siamo ancora in tempo. Un progetto politico, anche nobile, non può costituire una nazione. Ci vuole il consenso dal basso dei suoi cittadini (Preve)
Il filosofo Preve credo sia stato uno dei più lucidi pensatori italiani del nostro secolo, libero da dogmi, sempre controcorrente. La sinistra, sia quella di classe, sia quella rosata, da decenni ha compiuto un duro lavoro per emarginare Preve dai loro dibattiti, perché non potendo controbattere le sue criticità hanno optato per omettere le stesse, pensiamo ad esempio alle aggressioni contro la Jugoslavia o più recentemente la Libia.
In un mondo che viaggia a tinta unita ho sempre ammirato in Preve la sua forza di andare contro il pensiero unico del sistema, avendo il coraggio di demolire i dogmi di quel sempre meno passionale popolo che ripercorre il pensiero di Marx.
In un mondo piegato alla omologazione, il Preve pensiero era una sana boccata d'ossigeno
La sua epoca non l’ha capito, forse perché lui aveva profondamente capito la sua epoca. Le aveva dichiarato guerra. Aveva rinunciato all’adattamento e alla rassegnazione. Non ha mai smesso di combattere, né è passato armi e bagagli al disincantamento, alla rassegnazione e alla santificazione dell’esistente, come hanno fatto miseramente in troppi della sua generazione. È sempre rimasto legato al progetto marxiano di ringiovanimento del mondo e di perseguimento di un futuro meno indecente della miseria presente. Non ha mai rinnegato nulla ed è sempre rimasto all’altezza di se stesso. Non ha accettato compromessi, né scorciatoie. Ha sempre combattuto il presente per quello che è veramente, l’epoca della compiuta peccaminosità di fichtiana memoria. In lui il comunismo non è stato un momento magico quanto effimero della giovinezza, destinato a tradursi nella rassegnata accettazione del presente frammentato: si è, invece, sedimentato in “passione durevole”, in ricerca razionale di un altro fondamento possibile per il legame sociale dell’umanità. Così ha sempre anche inteso il “comunitarismo” (a cui ha dedicato le sue energie teoriche negli ultimi anni), come correzione democratica del comunismo.
Vi è un’immagine in cui, più che in ogni altra, può essere compendiato l’atteggiamento filosofico e intellettuale di Costanzo: immaginate un immenso banco di pesci che nuotano compatti seguendo la corrente; immaginate, poi, un unico pesce che si avventura nella direzione opposta, controcorrente e in solitudine. Costanzo ha sempre nuotato così, controcorrente, seguendo non le mode del momento e le visioni di comodo, collaudate e funzionali al presente: si è sempre opposto al banco di pesci degli intellettuali organici allo status quo. E ha pagato sempre sulla propria pelle le conseguenze della propria dissonanza ragionata e del proprio spirito di scissione: offeso, calunniato, marginalizzato, ridicolizzato, non è mai stato affrontato sul suo terreno, cioè nell’arena della discussione filosofica e del logon didonai. Non cercava il successo, ma la verità; non il riconoscimento, ma un mondo più giusto. (Fusaro)
Aver conosciuto Costanzo Preve è stato un onore. Un pensatore lucido, libero da preconcetti, un vero studioso. Era geniale. Il grande rimpianto? Non aver realizzato nessuna iniziativa insieme. Avrei voluto, ma ci è stato proibito. Vivrà con i suoi infiniti scritti che forse oggi saranno maggiormente dibattuti.
Purtroppo l'ipocrisia dei comunisti italiani dilaga. In tutti i modi mi è stato impedito di creare qualsiasi iniziativa con Preve, tale iniziativa avrebbe avuto come conseguenza la mia possibile espulsione. La cosa non mi preoccupava perché anch'io mi ritengo un uomo libero.
Ho dovuto rinunciare per non compromettere tanti altri compagni che avrebbero pagato.
Ma pagare per cosa? Perché nei partiti comunisti e nella sinistra italiana era proibito condividere iniziative con Preve?
Oggi persino Ferrero afferma che Preve era "un nostro compagno di strada".
Tanti compagni, troppo tardi, oggi iniziano a chiamarlo "Compagno Preve", compaiono articoli in suo onore ovunque, persino sul Manifesto e su Liberazione.
Fino ad oggi tutto era proibito, forse solo ora possiamo valorizzare quel grande filosofo che era Preve. Me lo auguro, meglio tardi che mai.
Ma non credo andrà così, le sue critiche sono troppo fondate per essere accettate in un dibattito nella sinistra italiana, quella sinistra sconfitta dalla storia.
Pensando a questa ipocrisia mi viene solo da dire ...
Non vorrei mai chinare la testa di fronte alla morte, desidero l'immortalità. Sia chiaro, non per un forte legame con questa vita che sa farsi odiare. Desidero l'immortalità perché detesto la patetica ipocrisia buonista che si riserva ai morti. Soffrirei nel leggere (da un ipotetico aldilà) troppe buone parole sul mio conto, parole che raramente da vivo mi saranno donate.
Vi linko questo blog http://costanzopreve.blogspot.it/ dedicato a Costanzo Preve ed alla sua continua ricerca di un comunismo comunitario come correzione del
"comunismo storico novecentesco"
Sit tibi terra levis
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