sabato 9 novembre 2013

"Usa e getta" il neolberismo

Tempo fa il mio computer, di cui fino ad allora ero assolutamente soddisfatto, si blocca e non vuol sentire ragioni di ripartire. Allora vado dal venditore e riparatore che già mi aveva risolto dei problemi in precedenza. Lui lo esamina e diagnostica la morte dell'hard disk, aggiungendo che data l'età dell'aggeggio non c'è niente di strano, perchè l'hard disk in questione è concepito per durare tre anni. La stessa cosa succede con oggetti più vari.

Per esempio, un giorno una stanghetta dei miei occhiali si stacca. L'ottico all'antica che ho la fortuna di avere sotto casa mi propone di adattare una stanghetta simile che scova nella sua scorta, e la cosa funziona benissimo. Soltanto la settimana dopo si stacca l'altra stanghetta. Ritorno stupito dall'ottico: ma c'è un trucco? Lui confessa: "non lo sapeva? Questo tipo di montatura è concepito per durare due anni".
Tutti abbiamo fatto esperienze simili, con la lavatrice, chi con il televisore. E dunque abbiamo toccato con mano, magari senza rendercene conto, il fenomeno dell'obsolescenza programmata. Il punto di partenza dell'obsolescenza programmata è la dipendenza del nostro sistema produttivo della crescita. La nostra società ha legato il suo destino a un'organizzazione fondata sull'accumulazione illimitata. Che lo vogliamo o no, siamo condannati a produrre e a consumare sempre di più.
Non appena la crescita rallenta o si ferma, è la crisi. Il panico.
(Usa e getta, Latouche)

L'obsolescenza programmata

L'obsolescenza programmata è l'attuale politica economica del capitalismo, volta a definire la durata di un prodotto in modo da renderne la vita limitata a un periodo prefissato. Appena il prodotto si guasta o semplicemente diventa "fuori moda", siamo giustificati nel sostituirlo.
I metodi più conosciuti sono l'utilizzo di materiali di bassa qualità o l'utilizzo di sistemi elettronici creati ad hoc. I prodotti si guastano una volta scaduto l'eventuale periodo di garanzia e sono generalmente realizzati in modo che i costi di riparazione risultino superiori a quelli di acquisto di un nuovo modello.
L'obsolescenza programmata ha dei benefici esclusivamente per il produttore, perché per ottenere un uso continuativo del prodotto il consumatore è obbligato ad acquistarne uno nuovo e a gettare via quello ormai antiquato.

La lampadina di Livermore
La California ha festeggiato i 110 dieci anni della sua storica lampadina, installata nel 1901 nella caserma dei vigili del fuoco e rimasta accesa praticamente senza sosta. Per quale motivo le lampadine a incandescenza che tutti noi abbiamo usato fino all'avvento di quelle a risparmio energetico, duravano tutt'al più qualche mese?
Ginevra, 23 dicembre 1924 - i maggiori produttori di lampadine elettriche di tutto il mondo si riuniscono in segreto allo scopo di regolamentarne la produzione, i prezzi e in seguito di elaborare strategie per ridurne la durata. Quel giorno si costituisce di fatto il primo “cartello” mondiale, denominato Phoebus, dedicato a spartirsi il mercato delle lampadine elettriche. Gli ingegneri cominciarono a sperimentare tecnologie in grado di realizzare filamenti più fragili, e in pochissimo tempo la durata media delle lampadine in commercio scese da 2500 a 1500 ore.
Negli anni Quaranta i membri di Phoebus avevano raggiunto il proprio obiettivo: praticamente tutte le lampadine erano garantite per durare solo 1000 ore. Chi voleva avere la luce elettrica doveva frequentemente comprare nuove lampadine, e loro ne decidevano il prezzo.
(1)

I Collant indistruttibili
Caso simile nel settore dell'abbigliamento, nel 1940 il colosso industriale Dupont lanciò sul mercato una fibra sintetica dalla straordinaria robustezza, il nylon.
Dopo un primo boom le vendite collassarono non perchè il prodotto non era più "alla moda" o non piaceva più, ma perchè erano troppo resistenti e la loro vita così  lunga che non c'era alcuna necessità di comprarne nuove.
Per risolvere il problema gli ingegneri della Dupont modificarono le quantità degli additivi che proteggevano i polimeri dei raggi UV. Risultato? Calze più fragili, propensione alla rottura alta e dunque pronte per essere acquistate e riacquistate.

Il caso Apple



Usa e Getta il neoliberismo
Viviamo un grande inganno, siamo schiavi di un sistema economico, il neoliberismo, che ci spinge a lavorare per comprare oggetti costruiti per rompersi, e la pubblicità completa l'opera. Vogliamo avere sempre di più, i costi lievitano senza alcun motivo concreto, visto che la qualità e la manodopera (grazie alle macchine) è in calo. E noi siamo costretti a lavorare sempre di più per acquistare prodotti che si romperanno sempre più velocemente.
E' un gatto che si morde la coda. Questa è la faccia dell'attuale sistema economico, racchiudibile nello storico spot USA che diceva: "Un acquisto oggi, un disoccupato in meno domani. Potresti essere tu!

"L'obiettivo è la massimizzazione della rendita di capitale. La strategia del deterioramento della qualità dei prodotti viene alla fine premiata dall'aumento degli utili". (Stefan Schridde)

L'alternativa è il Socialismo
La storia del XX secolo ci ricorderà la totale differenza tra capitalismo e socialismo, anche sul tema della Obsolescenza programmata.
Nella RDT (Germania dell'Est), esisteva una legge che stabiliva che i frigoriferi e le lavatrici dovevano durare almeno 25 anni. E nonostante leggi come queste nella DDR non c'era disoccupazione, la piena occupazione era la caratteristica principale della garanzia materiale e sociale. La casa era un diritto, la sanità pubblica, ecc.
Oggi purtroppo questa e molte altre leggi non esistono più, il Muro di Berlino e il Socialismo Reale del XX secolo è crollato, ma ...

Giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la Rdt non è stata costituita invano. [...] Un numero sempre maggiore di persone dell'est si renderà conto che le condizioni di vita nella Rdt li avevano deformati assai meno di quanto la gente dell'ovest non sia deformata dal capitalismo e che nelle scuole i bambini della Rdt crescevano più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade dominate dalla violenza della Repubblica Federale. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della Rdt, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, della Rdt non poteva recare all'arte i danni prodotti dalla censura del mercato. [...] Gli operai e i contadini si renderanno conto che la Rft è lo Stato degli imprenditori e che non a caso la Rdt si chiamava «Stato degli operai e dei contadini». [...] Molti capiranno che anche la libertà di scegliere tra Cdu, Spd, Fdt è solo una libertà apparente.
Autunno 1992, autodifesa di Erik Honecker davanti al tribunale di Berlino.

secondo un sondaggio commissionato dal governo federale ben il 49% dei "ossi", così vengono chiamati i tedeschi dei laender orientali, secondo un'indagine eseguita dall'istituto Emnid e pubblicata sul quotidiano Berliner Zeitung, ritiene che la Ddr, nonostante il muro, nonostante le forti limitazioni alle libertà individuali e il basso tenore di vita, fosse uno Stato con più lati positivi che negativi. Se poi a questo 49% si aggiunge la quota dei tedeschi dell'est che senza tanti giri di parole dicono che si viveva meglio nella Ddr che nella Germania unificata di oggi, circa l'8%, ecco che si arriva al 57% di tedeschi orientali che, seppure con gradualità e motivazioni diverse, rimpiange il passato e si dice deluso dal presente. (2)

L'Obsolescenza programmata mostra l'ennessimo lato insensato della nostra società e ci fa dire, riprendedo il titolo del libro di Latouche, "Usa e getta" il neoliberismo.

Andrea 'Perno' Salutari

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