venerdì 8 novembre 2013

La "Liberazione" fu rossobruna?

"Intendiamo analizzare uno dei casi più emblematici di strane commistioni tra rossi e neri, quello inerente alla gestione del quotidiano Liberazione (organo di Rifondazione comunista) dall’ottobre 2004 al gennaio 2009 per mano di Piero Sansonetti"

Surreale, ma oggi mi è capitato di leggere anche questo. Si sa, la fantasia di alcuni "compagni" è veramente apprezzabile.
Nel novembre 2013 i ragazzi di "La Nuova Alabarda", con un tempismo non proprio eccepibile, ci hanno spiegato le affinità rossobrune del quotidiano "Liberazione" nell'era Sansonetti, prendendo di mira principalmente il Sansonetti Gonfiabile (Vauro docet) e alcuni collaboratori, come l'ex portavoce del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista Andrea Colombo.

Per me è difficile, anzi direi imposssibile, difendere l'ex direttore Sansonetti e quella Liberazione.
Loro dicono "un non-comunista direttore di un quotidiano comunista".
Onestamente non so quanto quel quotidiano era "comunista", come da loro giudicato. Ma forse sono più informati di me. Io ho sempre disprezzato la Liberazione di Sansonetti, non la leggevo e non me ne curavo.

Il loro è un articolo per denunciare, molti anni dopo, alcune strane "relazioni" tra la Liberazione di Sansonetti e "rossobruni".
E per quale oscura ragione, il colpo di magia. L'articolo finisce con ...

"Richiederebbe infine un approfondimento a parte l’ex coordinatore dei Giovani comunisti di Torino, Andrea Salutari, che sosteneva non avere più senso la “fobia delle infiltrazioni fasciste”, dato che, a differenza degli anni 70, le organizzazioni neofascista non sono in crescita (!); la necessità di unire i concetti di “patriottismo e di socialismo”, come in America Latina (dove, però, osserviamo che tali concetti hanno delle valenze ben diverse); e, in materia economica, abbracciare le teorie della sovranità monetaria (della quale uno dei primi teorici fu l’ex missino Giacinto Auriti, che nel 1999 fece da consulente a Grillo per lo spettacolo Apocalisse morbida e poi nell’areale di Forza Nuova).
In un momento come questo in cui non esiste un partito comunista organicamente strutturato, certe teorizzazioni, sia in materia economica, sia di solidarietà internazionale, possono attecchire anche in militanti di sinistra in perfetta buona fede, ed è per questo che è necessario fare chiarezza
" (1)




Trovare il connubio tra un articolo contro Sansonetti e le mie idee (tra l'altro riportate in maniera imprecisa) mi lascia molto perplesso, anche e soprattutto per la tempistica. Perchè ora?

La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo
. (Mao)

Scrivo in maniera PRECISA quello che qualcuno ha riportato. Se in un momento di estrema noia vorranno approfondire le mie posizioni almeno avranno una base su cui lavorare.

1)
Sostenevo e sostengo (negli anni non ho cambiato opinione) che non ha senso la fobia delle infiltrazioni fasciste, questa fobia vive soltanto in alcuni "compagni" nostalgici dei nemici storici. Oggi, in Italia, il pericolo è altrove: lo chiamano neoliberismo. E l'Unione Europea è la sua macchina da guerra.

E' vero che, in Italia, le organizzazioni fasciste non sono in crescita. Non hanno più rappresentanza  parlamentare. Esistono diversi partiti e movimenti in contrasto tra loro, tutti marginali. Ma io affermavo e affermo altro.
Che la "fobia delle infiltrazioni fasciste" non ha senso, dato che a differenza degli anni 70, le organizzazioni "comuniste o della sinistra anticapitalista" non sono in crescita. Questo è un dato storico, le infiltrazioni avvenivano in quel contesto.
Non bisogna essere dei geni per capire che ci si infiltra in movimenti di massa, vincenti, ecc. Non in movimenti in decomposizione, come l'attuale sinistra italiana o quelle realtà frammentarie che si richiamano ai "comunismi". Oggi avrebbe più senso infiltrarsi da Grillo.


2) Considero utile e necessario riconquistare i nostri valori, per l'appunto "Patriottismo e socialismo". Non solo come in America Latina.
Sono curioso, anche se ho un po' paura, di scoprire quali valenze voi date al patriottismo Sud americano. Togliatti, Lenin, Mao, ecc. La necessità di unire concetti come patriottismo e socialismo fa parte della storia del comunismo, anche se in Italia troppi lo hanno dimenticato.


3) Sostenevo e sostengo tutt'ora l'importanza della Sovranità: nazionale, energetica e anche monetaria.
Sul mio blog "Patria del Ribelle", anni fa ho argomentato la mia posizione. Per farlo non ho dovuto citare l'ex missino Giacinto Auriti, che a differenza vostra non conoscevo. Mi sono basato sulle posizioni dei comunisti di ieri e d'oggi. Anni fa fui coinvolto in una polemica simile nel mio partito. Le stesse persone che mi attaccarono oggi sono sostenitori dello stesso documento congressuale che dice esplicitamente questo:

"Dobbiamo tornare a parlare con chiarezza di possibili alternative alla moneta unica, che facciano tornare in capo agli Stati ed alla sovranità popolare le scelte di politica economica ma anche monetaria e fiscale. A partire dunque da parole d’ordine come: la decisa messa in discussione dell’Euro (che non può più essere un tabù se davvero pensiamo che non possa esistere sovranità popolare senza un’effettiva sovranità su moneta e economia)"


L'Italia è in rovina, la lotta degli sfruttati è assopita, la riorganizzazione di una forza politica con prospettiva socialista è assente.
Siamo le vittime sacrificali di questo sistema e sono sicuro che abbiamo priorità chiare. Se volete dedicare del tempo per "approfondire le mie idee", io sono sempre disponibile per una chiacchierata, ma nel frattempo il disagio sociale non si arresta. Anche volendo è impossibile dimenticarselo.


1 commento:

  1. Gigantesco Perno... avessi incontrato compagni come te i colori rosso, rossobruno o vattelapesca sarebbero decisamente passati in secondo piano. Mi hanno particolarmente colpito i richiami alla patria abbinata al socialismo, un connubio che ben conosco nell'America Latina per ragioni familiari (lì la lotta dei lavoratori contro il capitale andava di pari passo alla liberazione nazionale in quanto il capitale era palesemente straniero) e la sovranità monetaria.
    Oggi un progetto fondamentale di un movimento rivoluzionario deve essere far sedere allo stesso tavolo Marx e Auriti, il plusvalore del primo e il signoraggio del secondo.del resto il plusvalore altro non è che una sorta di signoraggio produttivo in cui il padrone si prende ricchezza dal nulla, mentre il signoraggio è plusvalore monetario da cui le banche si creano denaro dal nulla...

    Quanto al rossobrunismo, la mania di crearsi nemici immaginari, quasi non ve ne fossero di autentici, è vecchia quanto il bisogno di identitià. Il rossobrunismo è l'ultimo stadio dell'antifascismo senza fascisti ben argomentato da Costanzo Preve.

    Un abbraccio

    RispondiElimina