martedì 8 dicembre 2015

In Venezuela la lotta continuerà

Ha vinto la Costituzione e la democrazia. Abbiamo perso una battaglia ma non la guerra [...] questo è un progetto storico che affonda le sue radici da Simon Bolivar, che insegna che la sconfitta può emergere da una nuova morale e così un'altra vittoria (Maduro)

Festeggiano tutti. Il governo degli Stati Uniti, i conservatori di tutto il mondo e anche la sinistra europea, quella di governo, che ha tentato di cavalcare l'onda progressiva del successo latinoamericano e ora, dopo la prima sconfitta elottorale del chavismo in 17 anni, applaudono la sconfitta del PSUV e si auspicano un capitalismo buono per il Venezuela, l'Argentina e il mondo sudamericano.
La maggioranza nell'Assemblea nazionale ora è di destra, sottomessa al FMI come vent'anni fa.
Il Presidente della Repubblica, Maduro, ha rinosciuto subito l'esito elettorale, mostrando per l'ennesima volta il volto democratico del nuovo Venezuela.
La stampa occidentale ha spesso abusato della parola "dittatura". Ma è un copione stantio. Che vorrebbe dipingere come dittature le vittorie elettorali delle forze socialiste e patriottiche, per poi chiamare "proteste democratiche" quelle violente, spesso finanziate da capitali stranieri o addirittura in forme di golpe.
Ora analizziamo in che contesto la destra venezuelana ha vinto le elezioni.
Da due anni in Venezuela è stata attuata una guerra economica, con forti speculazioni e sabotaggi, che insieme alla caduta del prezzo del petrolio e all'arresto dell'economia cinese hanno indebolito l'economia venezuelana, insomma, una nuova strategia per bloccare il secondo piano socialista, quello iniziato nel 2013 e che doveva terminare nel 2019, quando ci saranno le nuove elezioni presidenziali.

Maduro in un lucido discorso ha detto che a vincere non è stata l'opposizione, ma una contro rivoluzione. Non è stata una sconfitta popolare, democratica, ma il risultato di una vittoria nell'ambito di una guerra economica scatenata contro il paese per indurre ad un cambio di regime.
Il problema interno al Venezuela è stato forzato, ma è reale, come lo è l'inflazione galoppante e la carenza politica e sociale, anche se i programmi sociali in parte hanno attenuato il disagio. Non è facile resistere, in solitaria, ad un'offensiva mediatica e diplomatica che attacca e impaurisce tutti i paesi che intrattengono rapporti commerciali con il Venezuela. E poi c'è l'ambito internazionale, quello più rilevante.
E' indiscutibile la leadership del Venezuela nell'integrazione regionale con l'Alba, il Mercosur; come non lo sono i legami importanti con Russia, Iran, cina; o il ruolo importante nel movimento progressista mondiale. Gli Stati Uniti hanno tutto l'interesse nello scardinare uno stato fortemente Socialista, di bloccare le allanze pericolose che si sono formate in America Latina, e interrompere i legami commerciali con gli stati "amici" come Russia, Cina e Iran.


Il comunicato di solidarietà alla Rivoluzione Bolivariana

Le notizie di queste ore, con la netta vittoria dell’opposizione golpista e oligarchica in Venezuela che ha conquistato– ad ora – 99 deputati contro i 46 del “Gran Polo Patriotico” chavista, unite a quelle che vengono dall’Argentina e dal Brasile, mostrano un significativo intensificarsi dell’ondata reazionaria in America Latina, un tentativo di cancellare le conquiste sociali ottenute in questi anni e ricondurre all’ordine un continente che ha iniziato ad alzare la testa dopo decenni di colpi di stato e dominazione imperiale.

Ha vinto la paura provocata dalla guerra economica e dalla continua destabilizzazione alimentata dall’esterno dagli USA e dall’interno dall’oligarchia parassitaria che, nonostante le grandi conquiste sociali ottenute dal popolo, controlla ancora una fetta considerevole dell’economia nazionale e dei media e ha legami strutturali con narcotrafficanti e gruppi paramilitari colombiani.

Hanno vinto una battaglia, ma non la guerra. Il governo e il presidente restano bolivariani e le Forze Armate – cambiate strutturalmente in seguito al tentato colpo di stato del 2002 – sono impregnate di uno spirito rivoluzionario che non dimenticheranno facilmente con una semplice tornata elettorale.
Un popolo si è risvegliato e si è soprattutto organizzato, dai quartieri popolari fino al livello nazionale, come mai prima d’ora. Tutto questo non viene cancellato da un’elezione.

Confidiamo nel fatto che le forze bolivariane sappiano fare la necessaria autocritica su ciò che va modificato nel processo rivoluzionario, che venga ampliata la lotta alla corruzione e sconfitto chi punta su un compromesso al ribasso con il MUD e quindi con il capitalismo e che i lavoratori organizzati sappiano difendere la Rivoluzione e renderla sempre più profonda.

Va respinto con forza fin da ora lo scoramento che rischia di prendere piede fra i rivoluzionari italiani e l’atteggiamento saccente di chi impartisce con facilità lezioni in giro per il mondo ma – guarda caso – non costruisce mai nulla di costruttivo in casa propria.
È comprensibile la delusione, ma in questi momenti serve raddoppiare la fermezza e la fiducia, sapendo che il massimo aiuto che possiamo dare al Venezuela è quello di lavorare ogni giorno perché anche in Italia ci sia finalmente un’alternativa rivoluzionaria forte e credibile.

CHAVEZ VIVE, LA LUCHA SIGUE!


Comunicato della Commissione Internazionale di Fronte Popolare.


Il messaggio di Raul Castro a Maduro

Caro Maduro,
ho seguito, minuto per minuto, la straordinaria battaglia che avete fatto e ho ascoltato con ammirazione le tue parole.
Sono sicuro che verranno nuove vittorie della Rivoluzione Bolivariana e Chavista sotto la tua direzione.
Saremo sempre con voi.

Un abbraccio


Di battaglia in battaglia, di vittoria in vittoria
A coloro che mi augurano la morte, io auguro una lunga vita, perché possano vedere la Rivoluzione Bolivariana continuare ad avanzare di battaglia in battaglia e di vittoria in vittoria. (Chavez)

Il popolo venezuelano, la rivoluzione bolivariana dovrà metabolizzare la sconfitta. Necessaria sarà la solidarietà internazionale, a partire da tutto il movimento progressista dell'America Latina. I popoli oppressi non si faranno schiacciare, l'imperialismo statunitense non avrà vita facile.
In un contesto come questo, di lotta vera, su più fronti, continuerà il conflitto. Ci sarà chi con fermezza persisterà il suo cammino e chi, velocemente, abbandonerà i vinti. Che vinti non sono, la resistenza costruirà nuove barricate e la lotta continuerà. Gia adesso, già ora.

Andrea 'Perno' Salutari

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