lunedì 19 settembre 2011

Intervista ai Linea

Mettendono tutto il cuore che hanno sopra e sotto il palco, vivendo la musica (quella vera) e facendo battere i cuori di chi li segue. Una bella chiacchierata con i Linea, Combat Rock da Milano (tratta da CasaPerno&Zora #5)

In alto i cuori!


1- Quanto hanno influito sulla vostra musica l’amore per i Clash e Joe Strummer?
Per qualcuno di noi l’incontro con la musica ed i testi dei Clash è stato determinante. Loro sono la nostra radice, Joe Strummer la nostra massima fonte d’ispirazione. La loro capacità di fondere insieme generi apparentemente diversi, riportandoli tutti all’interno della personalità e dell’identità di gruppo, è un elemento che ha stimolato enormemente il nostro modo di fare musica. Poi c’è l’aspetto del rock’n’roll inteso come veicolo culturale di matrice popolare, attraverso il quale affrontare e parlare di temi sociali e politici. Anche da questo punto di vista l’esperienza Clash è stata per noi fondamentale. Insomma sulla scorta di quanto lasciato dai “quattro cavalieri”, abbiamo sempre provato a tenere la “barra dritta”, a mantenere la nostra identità e la nostra dignità nel corso di questi anni. Abbiamo provato a lavorare con impegno costante su musica, testi, rapporti fra noi e con l’esterno. Pensiamo che qualche risultato da questo punto di vista si possa vedere, in particolare dal vivo.

2- Cosa si nasconde nel prossimo futuro dei Linea?
Anzitutto contiamo (e speriamo) di suonare spesso dal vivo, cosa non semplice in Italia (eufemismo) per chi propone musica propria e di questo tipo. Poi proveremo a sviluppare sempre più un “nostro sound” che unisca la melodia all’impatto elettrico, cercando di far confluire il tutto nel prossimo disco, il terzo. Una serie di pezzi sono già pronti, quindi…

3- L’autoproduzione per quanto vi riguarda è stata una scelta vostra o più un obbligo?
Una scelta obbligata, diciamo così. Nel senso che ci siamo rotti i coglioni di mandare per anni nastri a gente incompetente che non sa un cazzo di musica e manco ascolta la tua proposta. Intendiamoci, i Linea possono non piacere o far anche schifo, ma qui non si arriva neppure ad una critica, ad un suggerimento, ad un’analisi. Qui provano subito a fotterti dei soldi con le solite promesse e intanto fanno lavorare lo studio di registrazione dei loro compari con i quali hanno la mezza. No, ci siamo rotti le palle, ad un certo punto ci siamo detti che avremmo proseguito da soli su tutto (registrazioni, stampa, grafica, promozione). Molto, molto meglio così, visto anche come vengono distribuiti i cd dei gruppi cosiddetti minori.

4- Cosa pensate del panorama italiano? Insomma a quali gruppi dareste la mano per complimentarvi e a quali sputereste volentieri in faccia? Con quali band avete dei buoni rapporti?
Discorso lungo, molti dei gruppi che vorremmo vedere in cima alle classifiche non ci sono, probabilmente non fanno parte dei giri e delle scuderie che vanno di moda adesso. Comunque sapere che alcune band di "rock" italiano vendono davvero tanto, ci fa piacere ed è un segnale. Ma parlare di "panorama italiano" è un po' troppo a nostro parere. Nel nostro paese manca principalmente una cultura della musica (non solo quella rock) , che dovrebbe svilupparsi attraverso direzioni diverse. La prima è la scuola, ma la riforma Moratti da una parte ha ridotto le ore di educazione musicale, dall'altra ha eliminato la musica dalle scuole superiori. Una cosa fuori dal mondo, in direzione opposta a quello che chiedono i giovani. La seconda direzione è la creazione di una legge sulla musica come hanno fatto in Francia. Senza copiare il loro protezionismo, ma attraverso un intervento organico dello stato che possa attirare investimenti, finanziamenti, iniziative per regolare un settore che di regole ne ha ben poche. La terza sono i costi del mercato discografico: partiamo con la riduzione dell'Iva dal 4% al 20% come per altri prodotti culturali, poi eliminiamo un po' di passaggi commerciali per portare il prezzo dei cd a 13-14 euro massimo. Nella situazione attuale il download dei brani è una questione di difesa, di "sopravvivenza" per i più giovani, e noi siamo d'accordo con loro.
La tv poi, non certo questa, potrebbe fare la sua bella parte, ma se lasciamo tutto nelle mani di MTV c'è poco da sperare. Finché qualche straccio di politico o le parti interessate non si porranno questi problemi in modo serio ed organico la cultura musicale in Italia non decollerà mai. Per quanto riguarda il discorso gruppi, pensiamo che lo sputare in faccia sia esagerato e per non dilungarci troppo diciamo che la mano la stringeremmo volentieri a gruppi come i GANG, grande gruppo, grandi persone e grandi amici!
Band con cui abbiamo buoni rapporti sono diverse, nel Tributo a Joe Strummer a Bologna ad esempio, abbiamo conosciuto diverse band con cui abbiamo legato buoni rapporti, e questo per noi è importante.

5- Cosa significa, per voi, essere dei musicisti? E quando avete capito che questo era quello che faceva per voi? Avevate bisogno di “Ossigeno”?
Noi purtroppo siamo musicisti part-time. Nel senso che il pane ce lo da il nostro lavoro quotidiano. Chi in ufficio, chi in fabbrica, ognuno di noi lavora tutto il giorno, poi alla sera si suona, si prova a rompere l’apatia, lo svaccamento perenne davanti alla tv che ci sta uccidendo mentalmente. Si cerca “Ossigeno” dunque, e non c’è niente di meglio del rock’n’roll per provare ancora emozioni, per tornare a respirare sul serio.

6- La vostra band esiste ormai da molti anni, eppure avete all'attivo solamente due album, come mai? Siete dei lenti perfezionisti o si tratta di altro?
Si tratta di altro, abbiamo avuto diversi cambi di formazione e vicende personali tristissime. In questi ultimi cinque-sei anni abbiamo trovato una certa stabilità e nuove motivazioni, pensiamo si senta su disco e si noti dal vivo.

7-Parliamo ora dei vostri lavori.. “Frontiera”, uscito ormai da due annetti...Come lo descrivereste? E che differenze invece ci sono con il vecchio “In cammino”? A quale dei due siete più legati e perché?
"Frontiera" è molte cose insieme. Anzitutto è un disco sul quale abbiamo lavorato sodo e con grande passione, in un arco di tempo abbastanza lungo, cercando di far confluire al suo interno la nostra identità di gruppo, che prescinde dal genere musicale. Per far questo abbiamo puntato su diversi fattori: qualità del suono, registrazioni in "presa diretta" con poche sovra incisioni, pieno coinvolgimento di tutti i membri della band. Per settimane intere non abbiamo parlato d'altro. Poi "Frontiera" è un invito generalizzato ad imporci come soggetti attivi, per superare quella "frontiera" opprimente fatta di pigrizia e televisione che non ci permette di essere noi stessi. E' venuto il momento che le "piccole isole di resistenza" si aggreghino, usando l'arma comunicativa e popolare del rock'n'roll, perché qui i tempi sono sempre più duri. Possiamo dire cmq che è un ottimo album e tutte le recensioni avute (disponibili sul nostro sito www.i-linea.it) sono lì a testimoniarlo!
“In Cammino” è stato il nostro primo disco ufficiale, prima abbiamo registrato solo diversi demo, per cui dentro ci sono finiti pezzi magari di molti anni prima che non si vogliono perdere, per cui può essere stato meno omogeneo a livello compositivo, anche se ci sono contenuti alcuni ottimi pezzi che eseguiamo ancora adesso dal vivo. E' stato prodotto da una piccola etichetta che lo ha supportato pochissimo… anzi per niente! Abbiamo fatto un po' tutto da soli e cmq ha avuto buone recensioni. Siamo legati a tutti e due: “In cammino” forse un po’ penalizzato nei suoni, ma è il primo disco, quindi importante. “Frontiera” ci ha dato molte soddisfazioni e ci fatto anche conoscere un po’ di più.

8- Oltre ai Clash e Joe strummer ovviamente, quali artisti e quali album o canzoni vi hanno cambiato la vita?
Who, Jam, Beatles…… sarebbe un elenco lunghissimo ed ognuno di noi avrebbe il suo personale. Diciamo che la Musica con la “M” maiuscola ci ha cambiato la vita, e ci ha creato quella grande passione che ancora oggi ci spinge ad andare avanti.

9- C'è qualche vostro concerto a cui siete più legati o che vi ha particolarmente emozionato?
Siamo talebani, lo sappiamo : 1981 The Clash al Vigorelli, 1999 per altri motivi personali e per la molla che è scattata al concerto di Joe Strummer and The Mescaleros all’Independent Days di Bologna. Lui tornava in Italia dopo molti anni, una pioggia torrenziale, uno schiaffo in faccia per il risveglio.
Per quanto riguarda invece nostri concerti come Linea, sicuramente i due Tributi a Joe Strummer (dicembre 2004 e dicembre 2005) che ci sono stati all'Estragon di Bologna, organizzati da Radioclash.it e punkadeka.it; due serate davvero fantastiche con molti gruppi, anche storici del punk e del combat rock italiano, che si sono ritrovati su un palco per ricordare quel grande personaggio che era Joe Strummer; due serate dove si respirava un'atmosfera e uno spirito di altri tempi. A questo proposito voglio anche ricordare che è appena uscito un cd live del tributo del 2004 che racchiude perfettamente lo spirito che c'era in quella serata! Il cd lo si può richiedere al sito www.radioclash.it o a www.punkadeka.it , o lo si può trovare direttamente nel negozio di dischi New Zabrinskie Point di Milano. Altri situazioni live poi che amiamo ricordare sono i concerti in cui abbiamo aperto per la Banda Bassotti, Billy Bragg (al 1 Maggio a Salerno), Movement e diverse volte per i Gang, tutte situazioni di cui andiamo orgogliosi di poter condividere il palco con musicisti che abbiamo sempre seguito con grande passione.

10- Il vostro sound racchiude in sè vari generi come lo ska, il punk rock, il reggae ecc; questa particolare caratteristica è stata appositamente voluta o deriva dal fatto che ogni membro della band abbia gusti e tradizioni così diverse?
Come prima cosa ti ringrazio, perché per noi questo è un bel complimento! Noi abbiamo sempre cercato di mettere diversi generi musicali nei nostri pezzi, attingendo per lo più tra quelli che ascoltiamo maggiormente. Dedichiamo molto tempo e attenzione in sala prove alla composizione dei brani e durante questa fase cerchiamo sempre di inserire delle varianti, in modo che il pezzo non suoni, tutto, troppo uguale e scontato. Un altro aspetto fondamentale è la melodia, che alla fine è sempre la parte che fa la differenza tra un buon pezzo e un grande pezzo. Comunque posso dire che siamo sempre stati molto critici con noi stessi, e fino a che un pezzo non ci soddisfa tutti completamente, non esce dalla sala prove.
E' la lezione di "Sandinista" dei Clash, che abbiamo cercato di applicare, con tutti i nostri limiti, alla musica che produciamo. Suonare generi diversi mantenendo una propria identità forte. Di sicuro non siamo i primi che lo fanno, ma per noi equivale quasi ad una scommessa vinta, perché è una scelta che ci ha permesso di "portare dentro" al gruppo le diverse esperienze musicali dei componenti della band.

11 –Vedete le vostre canzoni come dei figli (le amate in egual modo) o ci sono delle canzoni che amate di più? Se sì quale e per quale motivo?
Ogni canzone da emozioni diverse quando la si costruisce, la si registra, la si ascolta e la si suona; quindi sono tutte amate in egual modo, anche se diverse tra loro.

12 - Cosa ti sentiresti di dire a un bambino che ti chiede il perché di tutto quest’odio e violenza nel mondo?
I soldi, il peso sempre più soffocante dell’economia e della finanza sui destini del mondo. Tutto gira intorno ai soldi, ogni nefandezza è coperta o giustificata da interessi economici. Diremmo (e diciamo, siamo quasi tutti papà) ai nostri figli che bisogna evitare che il denaro diventi l’unica ragione di vita, bisogna trovare altro, saper dire basta, fermarsi. C’è una vita diversa che merita di essere vissuta. Il motto è : “cash is not my king”, che è il titolo di un nostro nuovo pezzo.

13 - Parliamo di attualità.. cosa (non) voterai alle prossime elezioni? Credi che il diritto al voto sia ormai diventato solo una stupida formalità o sia uno dei nostri pochi diritti rimasti e quindi vada usato?
Cazzo non voteremo la destra !! Il problema non è Berlusconi, è il Berlusconismo dilagante. E’ il sistema del “chi cazzo se ne frega”, del furbetto che cura solo i propri interessi, che se ne fotte della comunità, che frega/incula e si vanta, del telefonino nuovo ogni sei mesi, dell’abbasso ai migranti ma si scopa le prostitute africane e compra la coca dai maghrebini, che più avido non si può, che non sa cosa significa il termine solidarietà, che è il prolungamento dei programmi trash televisivi. Per questo andiamo ancora a votare, perché vogliamo sperare si possa un minimo invertire questa tendenza. Anche se questo centro-sinistra…

14 – Com’è vivere a Milano? Una ennesima città dei morti?
Come in una grande città con tutti i suoi pro e contro, caotica, traffico, sempre di corsa, anche se alla fine per chi ci è nato e cresciuto, ci si rimane comunque attaccati. Musicalmente poi è abbastanza difficile, c’è poco spazio per la musica vera, molte cover, discoteche, e la gente si muove poco per andare ai concerti, che non siano in grossi spazi.

15 – Incontrate delle difficoltà nel trovare posti dove suonare?
Beh si, lo si diceva all’inizio. Non c’è cultura della musica in questo paese. Qui vanno le cover-band, nessuno che si interessi ad una programmazione seria di band nazionali. La gente non si muove se suona un gruppo italiano non conosciuto. Manca la curiosità, la voglia di uscire ed ascoltare nuove proposte. Per fortuna abbiamo qualche gruppo amico, un giro di persone che apprezzano la nostra band e ci aiutano a suonare.

16 - Tutta la vostra rabbia la sfogate sul palco o avete altri modi per sfogarvi?
Il palco è il modo migliore per sfogare la propria rabbia, meglio della curva di uno stadio, come si faceva un tempo. Ci sarebbe poi la passione politica, il famoso impegno. Ma appena ti avvicini ad un partito o a qualcosa di strutturato, ti fan perdere la voglia di sbatterti e crolla tutta la passione che ti spinge ad arrivare fin lì. Molto meglio il r’n’r.

17 - In cucina grandi chef o cuochi pasticcioni? Piatto preferito?
Direi buone forchette!! Qualsiasi cosa di commestibile! Specialmente quando si è in giro a suonare e si finisce col mangiare ad orari “difficili” da reggere…

18– I vostri bellissimi testi chi li scrive? Di cosa parlano e da cosa prendete ispirazione?
E’ Mauro che scrive i testi. I testi hanno tratto ispirazione, nella maggioranza dei casi, dalla realtà che ci circonda, dalla vita di tutti i giorni, dalle esperienze personali. Per noi è impossibile non affrontare anche argomenti sociali nei nostri testi. “Temporaneo” rappresenta l’esperienza mortificante del lavoro precario, “Jack Daniel’s Midnight” è l’amara sensazione della sconfitta annegata in qualche bicchiere in una fogna di bar, “Stesse Madri” parla delle nostre radici comuni, dei nostri sbagli e del nostro orgoglio, “Frontiera” è il confine, da superare, della truffa e della finzione televisiva.

19 - Manda un saluto, un grido, un insulto, un ringraziamento, un complimento… tutto quello che vuoi pur di chiudere questa intervista…
E' un invito, rivolto anche e soprattutto a noi stessi. Un invito ad andare oltre quella che noi chiamiamo " la frontiera", una barriera fisica e mediatica che ci condiziona ogni giorno e non ci fa vivere ed agire pienamente. "Oltre la frontiera”, senza più paura, oltre la frontiera, oltre la frontiera, muovi la tua testa oltre la frontiera, gioca il tuo gioco, vivi per vivere, brucia quello che non sei".
IN ALTO I CUORI!!
LINEA

Andrea 'Perno' Salutari
Ferrari Pamela




LINEA - Ossigeno

Non penso che vivrei senza ritmica
la dolce prigionia della musica
mi aiuta ad evitare l'inutilità
il vuoto di un paese senza dignità
"Lost in a reggae city", cantava il vecchio Joe
ma io mi accontento, di reagire un po', solo un po'…

E metto tutto il cuore che ho
Metto tutto il cuore che ho
Finchè dura, è ossigeno…respira
Over the statues, over the custom

Se non la suono io, voglio viverla
la musica che parla, che rigenera
Pathanka nazionale anticipa le idee
sopra le teste vuote quasi acefale
abbasso la cultura, la creatività
se questa è la tua sfida
sono pronto eccomi qua, io sono qua...

E metto tutto il cuore che ho
Metto tutto il cuore che ho
Finchè dura, è ossigeno…respira
Over the statues, over the custom

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