domenica 8 novembre 2015

Nasce la Sinistra Italiana del PD

Sono passati 10 anni, cambiano le sigle, non i nomi. Dopo la Sinistra Arcobaleno, la Lista Anticapitalista, la Federazione della Sinistra, la Rivoluzione civile, e l'Altra Europa con Tsipras, nasce una nuova "sinistra italiana". Smarrita del tutto la cultura e la storia del Partito Comunista Italiano, persa l'identità, i simboli, le radici. La sinistra parlamentare (eletta grazie al Partito Democratico) tenta l'ennesima aggregazione, creata dall'alto, per sopravvivere.
Alcune forze politiche di sinistra sono state tenute fuori dall'ammucchiata, altri, come Bersani e pezzi del PD non hanno aderito.

"Se io resto nel Pd non lo faccio perché ho una nostalgica passionaccia per la ditta, per motivi sentimentali. Lo faccio perché senza il Pd il centrosinistra non esiste perciò mi chiedo come fanno altri a pensare di costruirlo fuori dal Pd. La mia idea d'Italia sta qui. E se gli elettori abbandoneranno il partito, temo sia più facile che finiscano nelle braccia di Grillo piuttosto che in quelle di una sinistra che non è nel Pd". (Bersani) (1)


Il documento politico, in sintesi, dei fuoriusciti dal PD
(da Fassina, ex viceministro dell'economia nel governo Letta, a D'Attore, ex Responsabile nazionale per le Rifome del Partito Democratico)

La mutazione genetica del PD, nato come forza centrale del centrosinistra italiano, è purtroppo ormai compiuta [..]
L’esperienza renziana e le mutazioni introdotte non saranno una parentesi. Esse hanno ormai alterato in maniera irreversibile la percezione del PD e della sua funzione nell’immaginario collettivo. Non ha senso il confronto con altre forze della sinistra europea. Il PD non è il Labour Party o la SPD. [..]
I provvedimenti adottati in materia di lavoro, scuola, welfare, fisco indicano che il PD vive ormai con fastidio il modello di società disegnato dalla Costituzione repubblicana. Alla centralità del lavoro si è sostituita quella dei profitti, al principio di uguaglianza la retorica della meritocrazia che legittima la crescita reale delle diseguaglianze, alla progressività dell’imposizione fiscale l’adozione del motto berlusconiano “meno tasse per tutti”, all’universalità dei diritti sociali il primato di una presunta efficienza che apre il campo ai tagli al welfare e a un maggior spazio ai privati in campo sanitario e previdenziale. [..]
Il partito è stato ridotto ad appendice inerte del leader: comitato elettorale e ufficio stampa.  [..]
Nell’impossibilità di qualsiasi verifica democratica interna, restare nel PD significherebbe sostenere il progetto renziano nei tre appuntamenti cruciali dei prossimi mesi: le amministrative di primavera, il referendum costituzionale dell’autunno e le elezioni politiche che vi faranno seguito. Il rischio concreto è che l’Italia diventi l’unico grande Paese europeo in cui la sinistra viene completamente cancellata. [..]
Se è così, è un dovere politico e storico avviare la costruzione di una nuova forza: larga, accogliente, aperta, in grado di dare rappresentanza a un vasto elettorato di centrosinistra oggi privo di riferimenti. Una forza che recuperi una radice ulivista, nel senso della pluralità delle culture politiche che devono alimentarla, a partire da quella del cattolicesimo democratico e sociale, e della determinazione a misurarsi con la sfida del governo. Tutt’altro rispetto a una ‘Cosa rossa’ settaria, protestataria e di testimonianza, che farebbe esattamente il gioco del Partito della Nazione renziano. [..]
Bisognerà andare oltre una separazione tra riformisti e radicali che non regge più da nessuna parte del mondo e che indica solo una comune impotenza di fronte alla grandezza dei problemi posti dal capitalismo finanziario contemporaneo. [..]
Abbiamo bisogno di una sinistra europeista ma con un pensiero nuovo sull’Europa: il punto di partenza, dopo quello che è accaduto in Grecia e sta accadendo in Portogallo, non può essere che la difesa della democrazia costituzionale, della sovranità popolare e della pari dignità tra i popoli europei. Ogni retorica europeista che non parta di qui è, consapevolmente o meno, funzionale ai disegni dell’estabilishment finanziario, che sfrutta la forza evocativa degli “Stati Uniti d’Europa” non per costruire una democrazia europea, ma solo per svuotare ulteriormente le democrazie nazionali, assoggettandole al controllo di organi tecnocratici. [..]
Per fare questo dobbiamo unire le forze. Quelle di chi è già uscito dal PD o lo farà nei prossimi mesi. Quelle di SEL, che si è messa con generosità al servizio di un nuovo progetto politico a partire dai gruppi parlamentari, e delle altre formazioni di sinistra. Ma soprattutto bisogna intercettare le tante energie disponibili e disperse, comprese quello di un civismo democratico e sociale. [..]
Per ricostruire la sinistra, per ridare voce al lavoro, per l’Italia. (2)



Nasce la Sinistra Italiana
Se vogliamo affrontare le sfide della globalizzazione, trasformare questa crisi epocale in una opportunità, sconfiggere lo scetticismo e infondere un rinnovato entusiasmo, specialmente nelle giovani generazioni, non c'è alternativa ad una maggiore integrazione politica europea. Noi dobbiamo riprendere il percorso verso gli Stati Uniti d'Europa (Boldrini) (3)

Pubblico qui sotto il documento integrale della Sinistra italiana condiviso da Act!, Altra Europa con Tsipras, Futuro a Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Possibile, Sinistra Ecologia Libertà.

1. NOI CI SIAMO, LANCIAMO LA SFIDA
Riteniamo non solo necessario ma non più procrastinabile avviare ORA il processo costituente di un soggetto politico di sinistra innovativo, unitario, plurale, inclusivo, aperto alle energie e ai conflitti dei movimenti dei lavoratori e delle lavoratrici, dei movimenti sociali, dell’ambientalismo, dei movimenti delle donne, dei diritti civili, della cittadinanza attiva, del cattolicesimo sociale.
Un soggetto politico in grado di lanciare in modo autorevole e credibile la propria sfida al governo Renzi e a un PD ridotto sempre più chiaramente a “partito personale del leader”, in rappresentanza del variegato universo del lavoro subordinato e autonomo, degli strati sociali che più soffrono il peso della crisi, dei loro diritti negati e delle loro domande inascoltate, orientato a valorizzare la funzione dei governi territoriali e dei corpi intermedi.
Dobbiamo rispondere in modo adeguato – con la forza, il livello di unità e la chiarezza necessarie – alla domanda sempre più preoccupata di quel popolo di democratici e della sinistra che non si rassegna alla manomissione del nostro assetto democratico-costituzionale, alla liquidazione dei diritti del lavoro e alla cancellazione del residuo welfare.
L’obiettivo è lavorare fin d’ORA, in un contesto di dimensione europea contro le politiche neoliberiste, all’elaborazione di un programma comune con cui candidarsi alle prossime elezioni politiche alla guida del Paese, con una proposta politica autonoma e in competizione con tutti gli altri poli politici presenti (la destra, il M5S e il PD), nella consapevolezza che in Italia la stagione del centro-sinistra è finita. In Europa è evidente la crisi profonda delle tradizionali famiglie socialiste. Ogni giorno che passa aumenta il disagio e il disastro nel Paese. Renzi ha declinato il tema della vocazione maggioritaria come politica dell’uomo solo al comando, alibi per un partito trasformista pigliatutto in realtà dominato dall’agenda liberista dell’Eurozona. Noi vogliamo al contrario costruire una sinistra in grado di animare un ampio movimento di partecipazione popolare e di realizzare alleanze sociali e politiche che mettano radicalmente in discussione le “ricette” nazionali ed europee che hanno caratterizzato il governo della crisi da parte di Popolari e Socialisti.
Sappiamo perfettamente che non è sufficiente unire quel che c’è a sinistra del Partito Democratico, o autoproclamarsi alternativi, per costruire un progetto all’altezza della sfida, davvero in grado di cambiare la vita delle persone. Ma siamo altrettanto convinte/i che senza questa unità il processo nascerebbe parziale, o non nascerebbe affatto. Per questo noi questa sfida la lanciamo oggi. Insieme.

2. DEFINIZIONI DEL SOGGETTO
Il Soggetto politico che vogliamo sarà:
DEMOCRATICO, sia nel suo funzionamento interno (una testa un voto regola guida, strumenti e momenti di partecipazione diretta e online, pratiche di co-decisione tra rappresentanti istituzionali e cittadini, costruzione dal basso del programma politico) sia perché deve essere il punto di riferimento e di azione di tutte/i i democratici italiani
DI TUTTE E TUTTI, perché deve essere il luogo in cui tutte/i coloro che si contrappongono alle politiche neoliberiste, alla distruzione dell’ambiente e dei beni comuni, alla svalutazione del lavoro, alla crescente xenofobia, alle guerre, all’attacco alla democrazia possono ritrovarsi e organizzarsi in un corpo collettivo capace di superare antiche divisioni nell’apertura e nel coinvolgimento delle straordinarie risorse fuori dal circuito tradizionale della politica.
ALTERNATIVO e AUTONOMO rispetto alle culture politiche prevalenti d’impronta neoliberista che ci condannano al declino sociale e culturale, di cui oggi il PD tende ad assumere il ruolo di principale propulsore e diffusore.
INNOVATIVO sia nelle forme sia per la rottura con il quadro politico precedente, così come sta avvenendo in molti paesi europei. Differente dal sistema politico corrotto e subalterno di cui siamo avversari.
EUROPEO in quanto parte di una sinistra europea dichiaratamente antiliberista, che, con crescente forza e nuove forme, sta lottando per cambiare un quadro europeo insostenibile.

3. L’anno che verrà – Il 2016
Il 2016 ci presenta passaggi politici di grande importanza: le amministrative che coinvolgono le principali grandi città, il referendum sullo stravolgimento della Costituzione e la possibile campagna referendaria contro le leggi del governo Renzi. In coerenza con il nostro obiettivo principale per la scadenza delle amministrative vogliamo lavorare alla rinascita sociale, economica e morale del territorio, valutando in comune ovunque la possibilità di individuare candidati, di costruire e di sostenere liste nuove e partecipate in grado di raccogliere le migliori esperienze civiche e dal basso e di rappresentare una forte proposta di governo locale in esplicita discontinuità con le politiche dell’attuale esecutivo. Fondamentale è la costruzione di una forte campagna per il NO nel referendum sulla manomissione della Costituzione attuata dal governo Renzi e il sostegno alle campagna referendarie in via di definizione contro le leggi approvate in questi 2 anni.

4. QUINDI…Al fine di avviare il processo Costituente di questo soggetto politico, convochiamo per il 15-16-17 gennaio 2016 una assemblea nazionale aperta a tutti gli uomini e le donne interessati a costruire questo progetto politico. Da lì parte la sfida che ci assumiamo e lì definiremo la nostra carta dei valori.
L’assemblea darà avvio alla Carovana dell’Alternativa, individuando le forme di partecipazione al progetto politico. Si tratta di definire il nostro programma, le nostre campagne e la nostra proposta politica in un cammino partecipato e dal basso che con assemblee popolari e momenti di studio e approfondimento coinvolga movimenti, associazioni, gruppi formali e informali unendo competenze individuali e collettive.
Entro l’autunno del 2016 ci ritroveremo per concludere questa prima fase del processo e dare vita al soggetto politico della sinistra. (4)


La sinistra dal PD o del PD
Non sarà una ‘Cosa Rossa’. Vogliamo creare un partito di governo, largo e plurale, con le radici nell’esperienza di centrosinistra, ulivista, aperto al cattolicesimo democratico e sociale. (D'Attorre)  (5)

Una ricomposizione di forze di sinistra al loro minimo storico, unite da un equilibrio più che instabile, che alla prima vera tornata elettorale crollerà, come in passato. Per ora alle amministrative regna il caos politico, in alcune città a sostegno del Pd, in altre all'opposizione.
Un gruppo di parlamentari crea la nuova "sinistra italiana". Prospettive diverse, ma la SEL 3.0 prova il nuovo percorso, per sopravvivere, per riconquistare credibiltà e peso politico per meglio trattare con il PD, in attesa che l'era Renzi finisca. Si è passati dall'unità dei comunisti alla costruzione di un nuovo ulivo, dalla prospettiva socialista alla tenue critica al sistema neoliberista ingabbiato dell'Unione Europea che la "nuova" sinistra italiana vorrebbe riformare. Ma i trattari europei, lo strumento repressivo chiamato "euro", e l'assenza di democrazia dimostrano, oggi più che mai, che questa Unione Europea è irriformabile.
La nuova sinistra italiana poteva nascere dal basso, dai conflitti, invece, ancora una volta si forma dall'alto, da una classe dirigente sempre più lontana da quel popolo che vorrebbero rappresentare. Nasce una "nuova" sinistra italiana dal PD o del PD, un nuovo ulivo che vorrebbe governare, possibilmente, senza Renzi. Ma il popolo italiano, la sinistra, non merita qualcosa di più coraggioso?

Andrea 'Perno' Salutari

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