martedì 28 giugno 2011

La Banda della Panda Nera

Tratto da CasaPerno&Zora #11

violenza, ignobiltà e vergogna…

“In un periodo dove l’emergenza sicurezza è all’ordine del giorno, dove è diventato ormai l’unico argomento trattato in modo allarmistico e terroristico sia a livello locale che a livello nazionale, ecco che succedono cose che hanno dell’incredibile.
Ogni giorno siamo sotto attacco, ogni giorno un allarme diverso, e gli italiani in preda al terrore cambiano strada se incrociano dei migranti riuniti davanti ad un phone-center; si infuriano per la pressione di ambulanti e lavavetri, detestano i graffiti che sporcano la città, criminalizzano i ragazzi dei centri sociali; distogliendo così l’attenzione da ben altri motivi di insicurezza, sentendosi magari ben protetti e rassicurati da un corpo di polizia che abusa spesso del vile potere che gli è stato attribuito”.
Ecco che cosa succedeva nella bassa bergamasca tra l’indifferenza di tutti per mano di persone rispettate dai loro stessi cittadini..

I FATTI
La chiamavano la “caccia grossa” quella che conducevano, il venerdì sera nella bassa bergamasca,
alcuni carabinieri e vigili urbani della zona. Questa cellula impazzita di ignobili giustizieri della notte in divisa si ritrovava nella caserma di Calcio (BG) per un briefing generale il venerdì sera, (così da poter apparire sui giornali della domenica dopo aver raccontato, il sabato, ai cronisti, le loro brillanti operazioni antidroga), e poi partiva a bordo di una panda nera sottratta alla demolizione e con targa rubata. Appostandosi poi sulle strade provinciali nella zona di Calcio e Covo, fermavano automobilisti sospetti, preferibilmente extracomunitari senza permesso di soggiorno, che ovviamente non avrebbero avuto il coraggio di esporre denuncia, anche se comunque qualcuno lo ha avuto e ha presentato denuncia. Una volta fermate le vittime, partivano botte, calci, pugni, schiaffi, perquisizioni arbitrarie, con droga, cellulari e soldi che sparivano, per poi andare a finire puntualmente nelle tasche di questi “signori in divisa”. Un mix tra lavoro e divertimento insomma, perché poi se scattava l’arresto veniva regolarmente segnalato alla magistratura, anche se poi i verbali non venivano compilati del tutto, soprattutto se c’erano di mezzo soldi, droga o cellulari; infatti più di una vittima ha segnalato la mancata restituzione di denaro e oggetti vari. Agivano armati, indisturbati, in un clima dove regnava la violenza, l’esaltazione collettiva e l’autocompiacimento, sempre alla ricerca di nuovi adepti da introdurre nella banda; all’oscuro che sulla auto era stata piazzata una microspia che ha registrato tutte le loro conversazioni durante le loro operazioni, le urla durante i pestaggi e le perquisizioni alla ricerca di droga; registrazioni che sono finite in un dossier della procura. Eppure nonostante tutto, questi farabutti, protetti dalla divisa, sono stati rimpianti dagli abitanti di Calcio, infatti dopo gli arresti sono apparsi sui muri di Calcio scritte a sostegno dei carabinieri arrestati.. come dire tali cittadini, tali sbirri!

ACCUSE E ARRESTI
Ventuno persone coinvolte nei raid punitivi della Panda nera (una dozzina i carabinieri), cinque della quali accusate per associazione a delinquere; qualcuno è ancora ai domiciliari, altri sono stati sospesi, altri ancora trasferiti. Ecco le sentenze:
Due carabinieri della stazione di Calcio (Monacelli e Deidda) e un agente della polizia locale di Cortenuova (Merisio) sono finiti in carcere; un altro militare di Calcio e un vigile di Cortenuova (Maistrello e D’Alessandro) agli arresti domiciliari. Poi sei divieti di dimora, uno dei quali per il capitano Pani, comandante dell’Arma di Treviglio, accusato di minacce, favoreggiamento e tentata concussione: avrebbe infatti fatto pressioni su due subordinati perché non testimoniassero contro un loro collega. Le ulteriori accuse a cui devono rispondere questi cinque (Pani escluso) vanno dall’abuso d’ufficio, alle lesioni personali, dalla ricettazione, al peculato, alla perquisizione arbitraria, all’abuso di autorità contro arrestati.

“Con questo piccolo dossier si è cercato di tracciare un piccolo disegno delle nefandezze che sono successe nella bassa bergamasca, nella speranza che i fatti qui raccolti non vengano dimenticati e che vengano il più largamente diffusi.. ”
E se c’è ancora qualcuno che vi spinge a fidarvi degli sbirri e a credere in loro, sputategli in faccia!!

In caso vogliate informarvi ulteriormente e in modo più ampio, potete accedete al sito www.retebassa.org o scrivere a retebassa@yahoo.it per aggiuntivi approfondimenti.

Pamela Ferrari

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