mercoledì 10 agosto 2011

Berlinguer in latrina: succede a Nichelino

L’antipolitica vige e sovrasta tutte le realtà occidentali vive o morenti che siano. E’ avvertita come il marchio nero che uccide e poche volte come uno spirito costruttivo contro l’agire della politica odierna. E sia chiaro: spesso è cosi. L’antipolitica è il cibo preferito del qualunquismo, ma soprattutto del parassitismo civile che popola la nostra terra. L’autorganizzazione, che sia veramente organizzazione e non pochi soldati mandati al fronte senza armamenti, è sempre più debole contro un nemico che ha le forze per divorarti in qualsiasi istante. Ma senza dilungarmi troppo ribadisco che l’antipolitica non è la causa, ma la conseguenza della politica italiana, come denunciava il sempre attuale compagno Berlinguer. La situazione negli anni è solo peggiorata.
I poteri forti sono quelli che comandano a bacchetta le nazioni “capitaliste” come l’Italia. Esercitano questo potere in maniera trasversale in governi di centrodestra e centrosinistra, lo si chiama il “bipolarismo degli affari”. La questione morale ed il conflitto d’interessi sono tornati prepotentemente sotto i riflettori della sinistra dopo il caso Tedesco (Assessore alla sanità della giunta Vendola) e Penati (braccio destro di Bersani). Risulta evidente che per questo Vendola e Bersani al momento non potranno portare l’Italia fuori dal “berlusconismo”. Sono protagonisti dello stesso sistema.

«I partiti non fanno più politica. I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia. La passione è finita? Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero.” Berlinguer

Qual è l’accusa più frequente fatta alla politica? Riempirsi le tasche con i soldi del popolo. Il servilismo al capitalismo funziona così: togli i soldi ai poveri e li ridistribuisci ai ricchi. Io penso che debba succedere l’opposto, o forse per voi è normale che un dirigente come Marchionne, che vuole de localizzare la Fiat all’estero debba guadagnare più di 400 operai italiani? Ma ritorniamo a Nichelino.

Il secondo mandato di Catizone arriva nella primavera del ’09, nell’autunno dello stesso anno una parte “della maggioranza” porta in consiglio comunale una mozione, chiedendo il rispetto del programma elettorale. Sindaco e consiglio comunale votano contro.
Perché si vota contro il proprio programma elettorale solo 6 mesi dopo l’elezioni? Semplice. Perché quel programma elettorale è una burla per i cittadini. In questi giorni per la città gira un manifesto che per l’appunto denuncia che due pilastri del programma sono stati disattesi: centro giovani alla ex cascina Nikodemo e Scuola Materna.

A Nichelino però la critica non si ferma ai soli problemi programmatici, non è più solo questione di idee, progetti, priorità o modo d’agire. A Nichelino è morta la democrazia, nella nostra città hanno buttano nella latrina l’amato Berlinguer. Qui non è più questione di destra, sinistra, centro. Qui rientra in gioco la questione morale.

Le bugie di Pino Catizone
Tutta Italia ha letto in questi giorni che il nostro sindaco è indagato per abuso edilizio. Infatti il sindaco Catizone rientra nella lista nera della politica. A differenza di altri esponenti del suo stesso partito non ha neanche pensato alle dimissioni e mi auguro esca da questa storia il più pulito possibile.
Potrebbe bastare questo per far per lo meno riflettere i tanti.
“Resteremo insieme fino al 2014", rivolto al PD, PSI, SEL, IDV, Moderati e Federazione della Sinistra. Era il marzo del “09”. In otto mesi ha già epurato mezza giunta. Un assessore della FdS, uno di Sel, due del PD.
Per giustificare la svolta in pieno stile berlusconiano ha parlato di “golpe istituzionale”.
E intanto si vociferano nuove epurazioni. E proprio con questo meccanismo intimidatorio si è creato un clima omertoso in giunta. Chi osa criticare viene cacciato. E questa è democrazia?
Catizone sta lavorando per andare in Parlamento. Tutti gli istituzionali che non lo appoggeranno per la sua candidatura sono a rischio epurazione.
Sono queste le battaglie di cui ha bisogno la città?

L’assessore comunista Marando è stato epurato. Al suo posto è entrato Emma dei Moderati, ex candidato sindaco di Forza Italia e subito nella bufera per un caso di parentopoli. La delega al bilancio è andata a Benedetto, giovane politico a giudizio per truffa aggravata. Il consigliere ex comunista Brandolini è stato comprato con una misera poltrona. I nuovi assessori non sono stati scelti per competenze, ma per fini personali, valutandone l’obbedienza. In giunta è entrato Azzolina (SEL) che ha rotto il suo partito per far fuori il suo assessore Robioglio (SEL). In consiglio comunale per SEL entra Massimo Mesiti, uomo legato al PD che fece campagna elettorale per Di Benedetto (ex vice sindaco di Nichelino).
In giunta arriva una giovane studentessa, la figlia di Di Benedetto.

Vediamo le reazioni arrivate da uomini della giunta Catizone, definito da dirigenti del suo stesso partito “O è uno stalinista o un berlusconiano rampante”.

Destefano (Segretario Rifondazione Comunista di Nichelino)
"Questo è un atto di una scorrettezza inaudita, che mette in risalto il metodo fascista utilizzato dal sindaco. Catizone ha preferito dare in pasto ai giornali una decisione, tra l’altro presa unilateralmente, prima di confrontarsi con i diretti interessati"

Fattori (ex vice sindaco ed assessore, tesoriere provinciale PD)
"Ho pagato il fatto di essermi opposto alla scelta del Sindaco di costruire un patto con i vari Buglio, Bonino, Emma, Vitale, predestinato a far eleggere lui stesso onorevole e la Bonino candidata a sindaco. Un progetto che interessa a pochi e non alla città

Merlo (ex assessore PD)
"Licenziata in modo «vallettiano». Con i metodi usati negli anni ‘70 dal gran capo della Fiat che mandava i guardiani a consegnare le lettere di licenziamento agli operai senza dare spiegazioni"

Robioglio (ex assessore Sel)
"Qualora Azzolina diventasse assessore, in consiglio comunale il suo posto verrebbe occupato da Massimo Mesiti, un uomo legato al Partito Democratico, che non ha la tessera di Sel in tasca. Visto che la politica si fa anche su Facebook, ricordo che il signor Mesiti sponsorizzava Alessandro Di Benedetto alle ultime regionali”.

La parte popolare del Partito Democratico ha rotto con il sindaco Catizone, ma non con il Partito Democratico. Tre i consiglieri del PD che non si dichiarano più fedeli alla giunta Catizone
Ecco la loro denuncia:

Maria Antonietta Ricci: "l’amicizia e la lealtà venute meno, l’essersi fidato dei “cattivi consiglieri”, l’aver consegnato la guida della città a persone che “fino al giorno prima ti erano nemiche”. “Caro Pino, con un gesto eclatante ti sei disfatto di tre persone di cui non ti fidavi più usando motivazioni che fanno a pugni con l’amicizia e la lontana frequentazione che ti legavano, ad esempio, a Franco Fattori, forse il tuo più fedele e leale alleato. Oggi ti sono amici quelli che ti attaccavano. Caro Pino, hai perso stima e credibilità in città ed hai usato il Pd per il perseguimento dei tuoi fini politici, pianificando il futuro tuo e dei tuoi amici.
Hai ceduto alle pressioni dei cattivi consiglieri, dando sfogo all’ira repressa. Adesso capiranno chi governa la città”. Azzolina “che fino a ieri era pronto ad impiccarsi, politicamente si intende, ai pali della piazza rossa e adesso pensa di vivere in una conca verde” e la new-entry Polastri “incompatibile poiché dirige una struttura pubblica, la Nikodemo, e riceve risorse dal Cisa”.

Paola Zanardo: i tre nuovi componenti della Giunta: “Un assessore si nomina per competenza, esperienza, capacità rappresentativa: doti che non appartengono ai tre nuovi esponenti dell’esecutivo, data la scarsa se non nulla esperienza politica e consiliare. Mi chiedo, pertanto, quali criteri abbiano guidato la scelta del Sindaco e che fine farà la nostra città”.

Roberto Olivieri: “Posto il fatto che l’elettorato cattolico sceglie in autonomia da chi farsi rappresentare, resta il problema della componente popolare del Pd, che con gli amici dei Ds è stata tra i fondatori del partito e la cui rappresentanza oggi viene meno”. Una questione spinosa che dovrà essere affrontata sia all’interno del partito che in maggioranza.

Purtroppo qui arriva la parte più dolente. La critica da sinistra alla sinistra. SEL si è dimostrata nuovamente una corrente  che a parole voleva unire la sinistra ma in realtà è riuscita nella storica impresa veltroniana di togliere la rappresentanza ai comunisti e spaccare in due il loro stesso partito. Solito copione già visto. Dalla stessa SEL sono arrivati commenti critici: “indebolimento avvenuto per una becera assunzione di poltrona”. Si è passati  dal dire: quello di Catizone è “il classico gesto autoritario fatto senza alcun confronto” ad “apriamo il laboratorio della buona politica tesa a rafforzare la componente di Sinistra della coalizione” come a Torino. A Torino è scomparsa la componente comunista e il consiglio comunale è passato da 9 consiglieri di sinistra a 2. Fassino, che al referendum di Mirafiori si schierò insieme a Marchionne, può vivere sonni tranquilli finchè la sinistra si dividerà per qualche poltrona e non riprenderà in mano la questione morale di Berlinguer. Noi comunisti ci siamo, ma gli altri?

Noi comunisti abbiamo sessant'anni di storia alle spalle e abbiamo dimostrato di perseguirle e di farle sul serio […] Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. […]Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati” Berlinguer

A Nichelino è venuta a mancare la fiducia nel sindaco che abusa del suo ruolo per fini personali più che politici, emarginando le tematiche care ai cittadini. Un sindaco che ben rappresenta la casta.
E’ venuta a mancare la fiducia nella giunta superstite che è inerme davanti al padrone Catizone. Gli assessori non hanno il coraggio di esprimere una critica, sapendo che alla prima voce fuori dal coro si rischia di essere il quinto assessore epurato in 8 mesi.
E’ venuta a mancare la fiducia nei consiglieri che pubblicamente non prendono posizione ed in alcuni casi in cambio di poltrone addirittura si trasformano in difensori d’ufficio per il sindaco.

A Nichelino è venuta a mancare la politica.

Continuo a pensare che per dare lo scacco matto a questo sistema bisogna far partire dello scacchiere chiamato “politica”, ma si debba rifiutare categoricamente di personificare le poche pedine in mano al Re di turno. L’antipolitica si usa e si trasforma in spirito rivoluzionario se tu, in quella scacchiera, ti mostri antisistema e moralmente degno. Ma è sempre più evidente che anche un gargoyle su quella scacchiera rischia in poco tempo di diventare la più papabile pedina. E su questo punto bisogna essere onesti. Il potere corrompe le anime, i giochetti di palazzo fanno fare carriera, l’onestà in politica è un freno, non un aiuto. Per questo penso che noi dovremmo avere ancora più forza per abbattere tutti, anche se con l’handicap del freno tirato. Le scorciatoie sono trappole insidiose da rifiutare, io credo fortemente che la questione morale debba essere la radice della buona politica: quella vera, non quella delle poltrone o della carriera.

Questa è la vostra politica? Con che coraggio osate attaccare in maniera acritica l’antipolitica? Siete voi l’antipolitica, noi siamo i nuovi partigiani, l’Italia che combatte e non si piega!

Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia (Berlinguer)

3 commenti:

  1. Nichelino era la stalingrado di Torino, come Sesto S.Giovanni lo era a Milano. Il PD sta rovinando la storia di queste rosse città.

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  2. Vivo a Nichelino da anni (anche se ora sono convalescente da un brutto problema ad un piede, che non ho ancora risolto, a Genova dai miei), e mi trovo in perfetta sintonia con quanto da te scritto. Ciao. Stefano Proletari Comunisti Torino

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  3. "Il sindaco ama così tanto Nichelino che vive a Torino e preferisce fare l'imprenditore: palestre, ristoranti, progetti [...] Catizone, prendendo posizione a favore delle primarie dei parlamentari, ha dimostrato di avere il solo scopo di andare in Parlamento" F.Fattori (Ex vicesindaco e ex assessore di Catizone)

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