martedì 1 gennaio 2013

I professorini di Cambiare si può sono morti

"Auguri a tutti gli italiani. Auguri perché il 2013 è un anno storico. È l'anno della rivoluzione civile, l'anno in cui noi vinciamo. Tutti i cittadini in prima fila contro la politica delle mafie e della corruzione. Per cambiare l'Italia" (Ingroia)

Nel mio precedente articolo "Cambiare, senza giovani, non si può" avevo espresso tutte le mie critiche alla regia di Csp che potrei riassumire così in tre punti:
1) L'età media altissima e con un modo di fare poco attrattivo per i giovani
2) Le assemblee, più che alla lotta al capitalismo e al governo Monti, hanno discusso della lotta ai partiti e del loro corpo militante.
3) La poca umiltà dei promotori dell'appello.


"ho fatto il tifo per Mario Monti. Forse per una questione di pelle. Più estetica (ed etica) che politica. Perché dopo tanto strepitare sopra le righe, dopo la volgarità al potere, il disgusto quotidiano e lo strepito da caravanserraglio, i troppi nani e ballerine e paillettes e cotillon nel cuore dello Stato, la sua normalità sembra un miracolo. La sua sobrietà di abito e di parola una rivoluzione. Ma anche perché, politicamente, mi rendo conto che al suo governo non ci sono alternative" (Marco Revelli, Novembre 2011). (1)

Sabato 29 dicembre 2012 nasce ufficialmente la lista elettorale Rivoluzione Civile e questa è la risposta pubblica della Sasso, a nome di Csp.

L’hotel Nazionale a due passi da Montecitorio ha davanti all’ingresso un gruppetto di persone vestite di scuro, tutti uomini, che parlano a voce bassa fra loro, sembrano in attesa, vegliano compiti, come se ci fosse da qualche parte un morto. E forse c’è.

L’hotel Nazionale ha dei bellissimi bagni puliti e accoglienti e questo è sicuramente un pregio per chi si trova viandante. Poi ha delle stanze adibite ad “incontri” ma per trovarle bisogna scendere le scale e scendere scendere finché il fuori diventa davvero lontano e la stanza/cantina si presenta senza finestra con un odore di stantio forte, un tavolo con sopra degli avanzi di un precedente incontro, l’aria è gravida di parole precedenti e abbastanza insopportabile. Posaceneri bicchieri. Leonluca Orlando si mette a sparecchiare e invece di apparire un gesto normale chissà perché ha del grottesco. Ci sediamo e già mi sento seduta in punta alla sedia. C’è qualche cosa di anormale in quel posto, forse l’aria viziata, la tappezzeria chissà? Sono lì con i miei due compagni di merende, tutti e due arrivano dalla provincia Granda da Cuneo e con me che arrivo dalla valsusa siamo abbastanza fuoriposto. Anche nei vestiti, mi sembra, nel modo di stare a quel tavolo. Non capisco se è un disagio o una forza. Ingroia comincia a parlare, parla parla di cose talmente ovvie che mi chiedo dove sta il trucco. Aspetto, come dal dentista, che arrivi il momento del trapano, perché è chiaro che deve arrivare. Percepisco comunque che la vicenda è già ben avanti, anche il simbolo c’è e verrà depositato. Penso al “nostro” che non abbiamo ancora votato ma che mi piace tanto: cancelletto. Percepisco che ci sono altre cose che non quadrano. Poi finalmente viene fuori: il famoso passo indietro non solo non è stato fatto, ma se l’hanno fatto (i partiti) è stato per prendere la rincorsa e farne due in avanti, azzannati alla gola. Eccolo là. Ingroia che pure non riesce a sembrare una cattiva persona cerca di convincerci che il famoso passo indietro significa… capisco che siamo nella stanza dei sortilegi. Le parole hanno altro significato, tutto ha altro significato e lo spiega bene Leonluca Orlando che si dichiara contro i partiti che sono morti ma proprio per questo sono in grado di far vivere altri morti. E la sua faccia è la più giusta che si potrebbe trovare per interpretare queste storie, una maschera tragica dirà Marco.

Poi parte Livio Pepino e finalmente le parole tornano ad avere un senso, toglie l’anestesia e il trapano comincia a far male, se dobbiamo toglierci sto dente. Poi parlo io (mi ero chiesta se sarei intervenuta), ma in quella situazione o muoio senz’aria oppure devo dirlo quello che ho sullo stomaco. Devo dirlo che sono dei sepolti vivi che sono lontani anni luce dalla gente che che che… Mai come in quel momento mi sento di appartenete ad una storia fatta di montagne, di provincia. Mi sento perfino un po’ grezza, ruvida, ma se perdo lo slancio ho paura che mi acchiappano e mi avvolgono nelle loro non parole- nei loro mancati significati, nelle loro paraculate analisi: Ma di cosa stiamo parlando? Poi parla Marco e affonda anche lui il coltello, senza sosta, senza pietà. E poi ancora Livio e poi ancora io e poi ancora Marco. Ingroia si toglie la giacca, suda, sbianca. E’ chiaro che non se lo aspettava. Non sa che pesci pigliare cerca di convincerci che i due passi indietro in realtà significavano…Ma siamo irremovibili, fieri di essere così irremovibili, di fatto gli abbiamo girato il tavolo. Siamo i –garanti- di un mare di rompicoglioni che abbiamo lasciato a casa in molte case di molte province e ormai sono nostri parenti, appunto insopportabili. Non si arretra di un solo passo anzi, si aumenta la dose perché nella mattinata abbiamo portato a casa un bel bottino gli amici di “Su la testa” e adesso abbiamo anche loro insieme. Il resto della storia è tutta da scrivere. Dovevamo rivederci e avere una risposta nel pomeriggio, ma si chiudono dentro, nella stanza senza finestre per decidere sul cosa fare. Intanto non c’è stato neppure il tempo di sentire il contraccolpo che cominciamo a fantasticare….a sentirci stranamente –leggeri- forse niente succede per caso. Forse abbiamo scampato un bel pericolo. Siamo scesi nell’oltretomba per renderci conto che siamo vivi. È una soddisfazione

Chiara Sasso sabato 29 Dicembre 2012



Optano così di valutare la decisione da prendere tramite consultazione telematica tra tutti i firmatari dell'appello, ma prima di farlo a Torino, Pepino, Revelli e la Sasso esplicitano subito il loro parere negativo all'adesione di Rivoluzione Civile arrivando a considerare Ingroia un avversario politico, ipotizzando persino di creare una lista elettorale in contrapposizione a Ingroia. Il tutto per cercare di indirizzare la platea in loro favore. Dalla platea qualche "singolo" compagno, senza alcun seguito politico lancia slogan populisti tipo: "i partiti non rappresentano nessuno, solo loro stessi". Ogni parere merita di essere ascoltato, ma poi ci sono i fatti.



Risultati della Votazione telematica di "Cambiare si può"

alle ore 00.00 del 1.1.2013

IL QUESITO IN VOTAZIONE era:
Ritieni che, nella mutata situazione di fatto rispetto all’assemblea del 22 dicembre (vedi report precedente), si possa proseguire nell’iter di formazione di una lista comune, avente come candidato premier non contendibile Antonio Ingroia (che ha dichiarato la disponibilità ad accogliere nel programma i nostri dieci punti irrinunciabili), con attribuzione a un comitato di garanti della formazione delle liste, nelle quali è comunque previsto l’inserimento dei segretari politici di IDV, Comunisti italiani, Verdi e Rifondazione comunista?

Hanno votato SI 4.468 pari al 64,7% dei votanti

Hanno votato NO 2.088 pari al 30,2% dei votanti
Si sono astenuti 352 pari al 5,1%
I voti validi sono stati 6.908 su circa 13.200 aderenti all'Appello


"Il nostro mandato si è concluso e per quanto ci riguarda non è rinnovabile. Non abbiamo d’altra parte mai nascosto la nostra opzione negativa rispetto alla questione sottoposta al voto, e non crediamo che esistano uomini e donne “per tutte le stagioni”. "Pur prendendo doverosamente atto della volontà della maggioranza riteniamo che ad avviare i nuovi colloqui debba essere un diverso “gruppo di contatto” che abbia condiviso la posizione prevalente" (Sasso, Revelli, Pepino)

Io ho votato SI. La maggioranza democraticamente ha deciso, la linea Revelli, Sasso, Pepino è stata rispedita al mittente perchè è necessario creare una lista unica contro le politiche neoliberiste. Ingroia, come i partiti che hanno detto no al montismo, sono una risorsa utile ed indispensabile, come hanno dimostrato le raccolte firme in difesa dell'Art.18 di questi mesi e sarebbe stato folle creare un'altra lista concorrente a Rivoluzione Civile. Come era prevedibile tanti "singoli compagni" non hanno accettato l'esito democratico della consultazione  e non aderiranno a Rivoluzione Civile di Ingroia. Non accettare la linea della maggioranza è il virus principale della sinistra italiana. Evidentemente per alcuni sostenitori dei professorini e i professorini stessi Cambiare non si può ed in questo ognuno di loro dovrebbe farsi un esame di coscienza.

Andrea 'Perno' Salutari

1 commento:

  1. Concordo, se uno perde una battaglia interna e se ne va, non ha chiaro il concetto di demorcrazia (vedi Svednola), e porta solo divisione (salvo poi chiedere unità sotto le sue idee ... capaci tutti).

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