lunedì 5 settembre 2016

Cinque criticità del Socialismo XXI, di Álvaro García Linera

Il vicepresidente della Bolivia, Álvaro García Linera, su Revista Indipendentias (tradotto in italiano dal sito di Rifondazione Comunista) ha scritto un articolo di autocritica sul Socialismo del XXI secolo. Per Linera è indubbio che "siamo di fronte a una contrazione territoriale nell’avanzamento dei governi progressisti. Lì dove le forze conservatrici hanno trionfato, è in atto un accelerato processo di ricostituzione delle vecchie élite degli anni ’80 e ’90, le quali vogliono riprendere in mano il controllo della gestione dello Stato. A livello culturale c’è il tentativo sfrontato, da parte dei mezzi di comunicazione, delle Ong, degli intellettuali organici della destra, di sminuire, di mettere in dubbio, di porre in discussione l’idea e il progetto di cambiamento e di rivoluzione"

Il vice presidente della Bolivia analizza i cinque punti da d'ora in poi andranno affrontati
1 Abbiamo dato poca importanza alla questione dell’economia all’interno dei processi rivoluzionari. Quando si è all’opposizione non si gestisce nulla. Si lancia un progetto di Paese, si diffonde una proposta, ma non si gestisce alcunché. Ma quando ci si fa Stato, l’economia acquisisce un’importanza decisiva. E non sempre i governi progressisti hanno compreso l’importanza decisiva che l’economia riveste nella gestione di governo

2 Bisogna governare per tutti, avere riguardo per tutti, ma in primo luogo, ora e per sempre (come dice la Chiesa cattolica), individuando un’opzione preferenziale e prioritaria a favore dei lavoratori, dei cittadini, dei contadini. Non possiamo contemplare nessun tipo di politica economica che lasci ai margini le masse popolari. Se facciamo una cosa del genere, magari nel tentativo di neutralizzare la destra o di conquistare il suo appoggio, commettiamo un errore, perché la destra non è mai leale.

3 I neoliberisti sono l’esempio di una corruzione istituzionalizzata, nel momento in cui hanno legato mani e piedi la cosa pubblica per farne una cosa privata. Le privatizzazioni sono state l’esempio più scandaloso, più immorale di corruzione generalizzata. Abbiamo lottato contro tutto questo, ma non basta. Non è stato sufficiente. Ogni compagno deve aver cura di non abbandonare mai l’umiltà, la semplicità, l’austerità e la trasparenza.

4 Nessuna rivoluzione palpita nelle istituzioni. Probabilmente non c’è vera rivoluzione senza leader né caudillos, dove un ruolo importante è giocato dalla soggettività delle persone. Ma il problema è come garantire continuità al processo, tenendo conto che ci sono dei limiti costituzionali per un leader. Risiede forse lì l’importanza delle leadership collettive, di lavorare su leadership collettive, che permettano la continuità dei processi in ambito democratico. Ma a volte neanche questo è sufficiente.

5 L’America latina potrà diventare padrona del suo destino nel XXI secolo solo se riesce a costituirsi in una specie di Stato continentale, multinazionale, che rispetti la struttura nazionale degli Stati, ma che al tempo stesso, accanto al rispetto delle strutture locali e nazionali, abbia un secondo livello di ordine finanziario, economico, culturale, politico e commerciale.


Conclude affermando che "non dobbiamo spaventarci, non dobbiamo essere pessimisti di fronte al futuro. Marx, nel 1848, quando analizzava i processi rivoluzionari, sempre parlava della rivoluzione come di un processo a ondate. Non ha mai pensato alla rivoluzione come un processo lineare verso l’alto. Un’ondata, un’altra ondata, e la seconda ondata avanza più in là della prima, e la terza più in là della seconda. Voglio pensare che siamo di fronte alla fine della prima ondata. E sta arrivando il riflusso. Ci vorranno settimane, ci vorranno mesi, ci vorranno anni, ma è chiaro che, visto che si tratta di un processo, ci sarà una seconda ondata, e quello che dobbiamo fare è prepararci, dibattendo su ciò che abbiamo fatto male nella prima ondata, in cosa abbiamo sbagliato, dove abbiamo commesso errori, che cosa mancava da fare, in modo che, quando arriva la seconda ondata, e prima è meglio sarà, i processi rivoluzionari continentali possano arrivare molto più in là, molto più in alto di quanto abbiano fatto nella prima ondata"

Per questo il vice presidente della Bolivia, Álvaro García Linera, invita tutti a "lottare, vincere, cadere, rialzarsi, lottare, vincere, cadere, rialzarsi. Fino all’ultimo dei nostri giorni, questo è il nostro destino"

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