lunedì 5 novembre 2012

Le primarie del Partito Democratico

Le primarie del Partito Democratico
Il ritorno delle primarie sette anni dopo. Ci eravamo lasciati nel 2005, con il successo prevedibile di Romano Prodi. Più di 4 milioni di italiani andarono a votare, e ahimè, andai anch'io. Il Governo Berlusconi stava distruggendo il paese e il centrosinistra, spinto da una sinistra forte, pareva essere in grado di dare una svolta, arrivarono addirittura a parlare di "superamento della legge 30". Ovviamente l'illusione finì subito, quel gran potenziale fu deriso e tradito. Quel governo Prodi uccise definitivamente la sinistra italiana. Quelle però furono vere primarie di coalizione, aperte, partecipate, che videro stravincere il nascente PD. Questi i risultati:

Fausto Bertinotti: 631.592 (14,7%)
Antonio Di Pietro: 142.143 (3,3%)
Ivan Scalfarotto: 26.912 (0,6%)
Simona Panzino: 19.752 (0,5%)
Alfonso Pecoraro Scanio: 95.388 (2,2%)
Romano Prodi: 3.182.686 (74,1%)
Clemente Mastella: 196.014 (4,6%).

Oggi il quadro è differente. Queste primarie sono state invocate anni or sono da un rampante Vendola, che dopo aver perso il congresso in Rifondazione Comunista, decise di uscirne e fondare un nuovo partito: Sel. Primarie, primarie, primarie: questo era il suo programma, sicuro che le avrebbe stravinte. Ma la realtà è ben diversa. Bersani ha accettato di fare le primarie, ma tutti i sondaggi danno un testa a testa tra Bersani e Renzi. Più che primarie di coalizione, sono le primarie del PD, con Vendola (SEL) e Tabacci (API)  gentili ospiti. La lotta è tutta interna al PD e spostata notevolmente a destra. Una sfida Bersani-Renzi che vedrà vincere il primo, anche grazie alle regole cambiate in corsa... A queste primarie non parteciperanno nè l'IDV, nè Rifondazione Comunista che sono di fatto fuori dalla coalizione. Ecco i candidati:

Pier Luigi Bersani
Laura Puppato
Matteo Renzi
Bruno Tabacci
Nichi Vendola


La carta degli Intenti
Chi parteciperà alle primarie di fatto firmerà questa famosa, ma sconosciuta, Carta d'Intenti, che definirei una bella presa per i fondelli, che però mostra subito alcuni punti chiari e determinanti.

Parlano di democrazia, ma sono i sostenitori di un governo non eletto da nessuno.
Parlano di salvare l'Europa, sapendo che la crisi è causata dalla loro Europa
Parlano di salvaguardare i diritti del lavoro, ma sono loro che hanno cancellato l'Art.18
Parlano di libertà per le nuove generazioni, libertà che loro gli hanno sottratto.
Parlano di uguaglianza, ma con il montismo, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri
Parlano di sapere, ma sono complici delle pessime manovre degli ultimi vent'anni.
Parlano di sviluppo sostenibile, ma sono gli unici che insistono sulla Tav Torino Lione, militarizzando un'intera valle.
Parlano di Beni Comuni, ma nelle loro amministrazioni privatizzano tutto, dall'acqua agli inceneritori, dai trasporti agli asili nido.
Parlano di diritti, ma le polemiche sui Pacs continuano ancora oggi tra Vendola, Bindi e Casini.
Parlano di responsabilità: chiunque sosterrà la coalizione dovrà votare le peggio manovre "richieste dall'europa".

Vi sottopongo all'attenzione soprattutto il punto 10 perchè chiunque potrà notare la lotta feroce di queste primarie, fatte di colpi bassi e scorrettezze basate sulle distanti posizioni. Posizioni che si dovrebbero unificare in questo centrosinistra: un deja vu con l'ultimo govenro Prodi. Qui sotto una sintesi della carta, buona lettura.



1. Democrazia
Dobbiamo sconfiggere l’ideologia della fine della politica e delle virtù prodigiose di un uomo solo al comando. E’ una strada che l’Italia ha già percorso, e sempre con esiti disastrosi.
Vogliamo dare segnali netti all’Italia onesta che cerca nelle istituzioni un alleato contro i violenti, i corruttori e chiunque si appropri di risorse comuni mettendo a repentaglio il futuro degli altri. Daremo vita a un percorso riformatore che assicuri concretezza e certezza di tempi alla funzione costituente della prossima legislatura.

2. Europa
Non c’è futuro per l’Italia se non dentro la ripresa e il rilancio del progetto europeo. La prossima maggioranza dovrà avere ben chiara questa bussola: nulla senza l’Europa. Salvare l’Europa nel pieno della crisi significa condividere il governo dell’emergenza finanziaria secondo proposte concrete che abbiamo da tempo avanzato assieme ai progressisti europei. Tali proposte determinano una prospettiva di coordinamento delle politiche economiche e fiscali.
A questo fine i progressisti devono promuovere un patto costituzionale con le principali famiglie politiche europee. Anche per l’Europa, infatti, la prossima sarà una legislatura costituente in cui il piano nazionale e quello continentale saranno intrecciati stabilmente. Una legislatura nella quale l’orizzonte ideale degli Stati Uniti d’Europa dovrà iniziare ad acquistare concretezza in una nuova architettura istituzionale dell’eurozona. Qui vive la ragione più profonda che ci spinge a cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale. Per questo i democratici e i progressisti s’impegnano a promuovere un accordo di legislatura con queste forze, sulla base della loro ispirazione costituzionale ed europeista e di una responsabilità comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi anni.

3. Lavoro
Fulcro di quel conflitto non è più solo l’antagonismo classico tra impresa e operai, ma il mondo complesso dei produttori, cioè delle persone che pensano, lavorano e fanno impresa. E questo perché anche lì, in quella dimensione più ampia, si stanno creando forme nuove di sfruttamento. Il tutto, ancora una volta, per garantire guadagni e lussi alla rendita finanziaria. Bisogna perciò costruire alleanze più vaste.
Occorre una legge sulla rappresentanza che consenta l'esercizio effettivo della democrazia per chi lavora. Non possiamo consentire né che si continui con l'arbitrio della condotta di aziende che discriminano i lavoratori, né che ci sia una rappresentanza sindacale che prescinda dal voto dei lavoratori sui contratti.

4. Libertà
Per noi libertà è anzitutto la possibilità concreta per le giovani generazioni di costruire il proprio progetto di vita e realizzare le proprie vocazioni. Il nostro progetto non sarà retoricamente per i giovani, ma dovrà essere soprattutto di giovani. Quegli stessi che oggi, pur ricchi di talento ed energie, trovano le strade sbarrate e sono sistematicamente esclusi.

5. Uguaglianza
La crisi stessa trova origine – negli Stati Uniti come in Europa – da un aumento senza precedenti delle disuguaglianze. E dunque esiste, da tempo oramai, un problema enorme di redistribuzione che investe il rapporto tra rendita e lavoro, mettendo a rischio i fondamenti del welfare.
Per noi parlare di uguaglianza significa guardare la società con gli occhi degli “ultimi”. Di coloro che per vivere faticano il doppio: perché sono partiti da più indietro o da più lontano o perché sono persone con disabilità. Se poi guardiamo alle generazioni più giovani, il tema dell’uguaglianza si presenta prima di tutto come possibilità di scelta e parità delle condizioni di accesso alla formazione, al lavoro, a un’affermazione piena e libera della loro personalità.

6. Sapere
Garantiremo processi di riqualificazione e di rigore della spesa, avendo come riferimento il grado di preparazione degli studenti e il raggiungimento degli obiettivi formativi. La scuola e l’università italiane, già fiaccate da un quindicennio di riforme inconcludenti e contraddittorie, hanno ricevuto nell’ultima stagione un colpo quasi letale. Ora si tratta di avviare un’opera di ricostruzione vera e propria

7. Sviluppo sostenibile
Sviluppo sostenibile per noi vuol dire valorizzare la carta più importante che possiamo giocare nella globalizzazione, quella del saper fare italiano. Se una chance abbiamo, è quella di una Italia che sappia fare l’Italia. Da sempre la nostra forza è stata quella di trasformare con il gusto, la duttilità, la tecnica e la creatività, materie prime spesso acquistate all’estero.

8. Beni comuni
Per noi salute, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non deve esserci il povero né il ricco. Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni – di tutti e di ciascuno – e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese. I referendum del 2011 hanno affermato il principio dell’acqua come bene non privatizzabile

9. Diritti
Sul piano dei diritti di cittadinanza l’Italia attende da troppo tempo una legge semplice ma irrinunciabile: un bambino, figlio d’immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano. L’approvazione di questa norma sarà simbolicamente il primo atto che ci proponiamo di compiere nella prossima legislatura. Daremo sostanza normativa al principio riconosciuto dalla Corte costituzionale, per il quale una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico

10. Responsabilità
L’Italia ha bisogno di un governo e di una maggioranza stabili e coesi. Di conseguenza l’imperativo che democratici e progressisti hanno di fronte è quello dell’affidabilità e della responsabilità.
Le forze della coalizione, in un quadro di lealtà e civiltà dei rapporti, si dovranno impegnare a:
- sostenere in modo leale e per l’intero arco della legislatura l’azione del premier scelto con le primarie;
- vincolare la risoluzione di controversie relative a singoli atti o provvedimenti rilevanti a una votazione a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta;
- assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese, fino alla verifica operativa e all’eventuale rinegoziazione degli stessi in accordo con gli altri governi;
- appoggiare l’esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica e procedere verso un governo politico-economico federale dell’eurozona.


Ad ognuno la propria prospettiva, la propria battaglia, il proprio futuro. Per me lottare con dignità e per riconquistare la dignità vuol dire non appartenere a questo centrosinistra fondato sul montismo, vuol dire rifiutare questa carta degli intenti! Siete liberi di avere la vostra posizione: ma da qui non mi spostate!


Andrea 'Perno' Salutari

1 commento:

  1. Collasso Italia! Qui crolla tutto!

    Nonostante tutte le tasse e i balzelli dei tecnici, nonostante il grande salasso di fine anno con il botto conclusivo dell’Imu, nonostante una politica fiscale di lacrime e sangue, l’Italia è comunque prossima al tracollo! L’Ilva che chiude, andando a sommare i suoi 5.000 cassintegrati alle centinaia di migliaia di precari e disoccupati, la Fiat che non si è capito bene dove andrà a produrre e quanto a licenziare, il reddito delle famiglie in caduta libera, 4milioni di contratti in attesa di essere rinnovati, il caro vita che aumenta a dismisura innescando una corsa mortale a chi implode prima tra debito pubblico e sfascio sociale, sistema pensionistico prossimo al default, crescita zero, e poi, neanche a dirlo, tutto da rifare sul fronte scuola, giustizia, sicurezza, pubblica amministrazione, insomma un disastro generale, un caos totale, la fine di una nazione! E adesso, ma non avevamo dubbi in proposito, pure “la sostenibilità futura del Servizio Sanitario Nazionale potrebbe non essere garantita”. Ad affermarlo è il presidente del Consiglio Mario Monti che avverte: “La crisi ha colpito tutti ed il campo medico non è una eccezione. La sostenibilità futura dei sistemi sanitari nazionali, compreso il nostro di cui andiamo fieri potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni. La posta in palio è altissima. Non sono tante le occasioni per me e per i ministri per guardare l'oggi con conforto e il domani con grande speranza”. Insomma prima ci dicevano di vedere la luce in fondo al tunnel e adesso che è buio totale. Delle due l'una: o ci vedono poco, e allora è il caso che si rivolgano ad un buon oculista finchè il Ssn ancora regge, oppure ci capiscono meno, e allora è meglio che si levino di mezzo!!! Intanto quel che resta dello Stato Italiano si prepara all’incasso di fine anno con l’ultima rata a saldo dell’Imu, la più folle della storia del fisco mondiale… ma allora perchè continuare a pagare... ma a cosa e soprattutto a chi serve restare su una barca destinata comunque ad affondare?

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