venerdì 24 giugno 2016

I comunisti festeggiano la Brexit

Brexit è storia.
La prima è andata. La Gran Bretagna abbandonerà l'Unione Europea entro due anni.
Il 51,8% dei votanti ha deciso di lasciare l'Unione euopea. E' una sconfitta della grande coalizione europea, formata principalmente dalle due grandi famiglie: i socialisti e i popolari. Prendono vigore, a destra e a sinistra, le forze politiche che si oppongono all'Unione Europa.
In Franca la Le Pen ha già dichiarato che vorrebbe subito il referendum anche in Francia, Salvini più timidamente ha detto che "ora tocca a noi", mentre Beppe Grillo, già prima del voto, aveva rinnegato la sua identità antieuropeista, forse per tranquillizzare i grandi capitali in vista delle prossime elezioni politiche.
Infatti sul suo blog ha scritto:
"Il Movimento 5 Stelle è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se non fossimo interessati all'Unione Europea non ci saremmo mai candidati; qui, invece, abbiamo eletto la seconda delegazione italiana. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'UE, ma ci sono molte cose di questa Europa che non funzionano. L'unico modo per cambiare questa "Unione" è il costante impegno istituzionale, per questo il Movimento 5 Stelle si sta battendo per trasformare l'UE dall'interno". (1)


Il fallimento dell'Europa.
Una decisione storica, sicuramente la paura dell'immigrazione e la crisi economica dell'Europa hanno inciso non poco sulla scelta.
Ma sarebbe riduttivo trovare solo queste argomentazioni. E' un voto per la sovranità popolare, per la democrazia, in difesa delle proprie istituzioni.
L'Ue non è riformabile, il processo unificatore così imposto non funziona ed è rigettato dai popoli d'Europa.
Ora tremano i mercati, mentre il popolo riconquista la sua dignità. Il capitalismo internazionale e la troika sono crollati al tappeto al cospetto dell'identità nazionale. Ad essere più europeista è stata Londra, la Scozia e l'Irlanda del Nord, mentre il Galles e tutto il resto dell'Inghilterra ha preferito l'uscita.
Pare che le percentuali più alte del "leave" sono arrivate nelle zone di maggiore crisi sociale, in zone operaie dove una volta la sinistra aveva l'egemonia.
Ma è ancora presto per fare un'analisi seria del voto.


L'Unione Europea non è democratica
Pubblico un estratto dell'intervista al Ministro della Giustizia Britannico Michael Gove pubblicata sul Times:

“Nel caso dell’Unione Europea è evidente che sono le istituzioni europee a controllare il popolo e non il contrario. Noi, la gente, non controlliamo le attività dell’Ue più di quanto controlliamo quelle di Goldman Sachs o JPMorgan, cioè per nulla. Questo accade perchè le persone che gestiscono la Ue sono individui di cui la maggior parte di noi non ha mai sentito parlare, che non ha mai scelto, e che non può cacciare. L’Unione Europea è gestita da 28 commissari che hanno il diritto esclusivo di iniziativa politica e non sono mai stati eletti direttamente dal popolo. Dubito che la loro identita’ sia nota a piu’ di una manciata di cittadini europei”.

“Il Consiglio dei ministri, poi è un organismo in cui il Regno Unito è solo uno dei 28 membri, non ha diritto di veto e può essere messo in minoranza da una maggioranza qualificata. Questo Consiglio, è bene non dimenticare, si riunisce in segreto e da un processo legislativo affidato a burocrati non eletti proviene più della metà delle nostre leggi, che governano ogni aspetto della vita. Queste leggi non possono essere annullate o abrogate dai parlamenti nazionali, altrimenti interviene la Corte europea di giustizia, contro la quale non si può ricorrere in appello e che è un’istituzione politica vincolata dai suoi fondatori a perseguire il fine ideologico dell’integrazione europea”.

“Questa Corte di giustizia ha un approccio fondamentalista, ad esempio, su temi come la libertà di circolazione, al punto che gli Stati membri hanno perso la possibilità di espellere i criminali. Comunque la si pensi sull’immigrazione, l’espulsione, l’estradizione, la lotta alla criminalità e al terrorismo – stigmatizza il minstro della Giustizia britannico – non si è più sovrani se non si possono controllare queste decisioni”.

“Questa cosa chiamata Ue chiaramente non è una democrazia. Al centro del dibattito c’è quello che si chiama sovranità o autogoverno democratico o ripresa del controllo. Bene. Non abbiamo bisogno di un tribunale politico che ci dica che non possiamo espellere i criminali. Non abbiamo bisogno di accettare la perdita del controllo su tasse come l’Iva. Non abbiamo bisogno di cedere il controllo sulle frontiere per attrarre investimenti”.

“La storia dimostra che fuori dalla Ue abbiamo messo fine al commercio degli schiavi, diviso l’atomo, sconfitto il fascismo, costruito il miglior servizio sanitario del mondo, creato la migliore emittente radiotelevisiva e operato come un faro di libertà In conclusione, a chi è in dubbio chiedo: se ne fossimo fuori, votereste per l’appartenenza alla Ue, adesso? Se la risposta a questa semplice domanda è no, allora perchè scegliere di restare?”. (Mattino online)



E la sinistra italiana? E i Partiti Comunisti?
In Italia il Partito Comunista ha espresso una forte condanna verso l'Unione Europea e si è espresso pubblicamente per la Brexit, mentre Rifondazione Comunista e la Sinistra Europea continuano con la linea, già espressa sopra da Beppe Grillo, di mutare dall'interno, come ha provato, fallendo clamorosamente, Tsipras in Grecia.
Favorevole all'uscita i compagni della Rete dei Comunisti che hanno già dichiarato che "occorre da subito rilanciare la mobilitazione contro l’Unione Europea e per rafforzare la mobilitazione a favore dell’Ital/Exit"
Il nascente Partito Comunista Italiano non si è ancora espresso a riguardo.


I comunisti inglesi
Il laburista Corbyn è stato tra i principali protagonisti del "Remain", mentre i comunisti e la sinistra della GB si è schierata con l'uscita dall'UE

Comunicato del Partito Comunista Britannico
da communist-party.org.uk
Traduzione di Marx21.it

Il risultato del referendum rappresenta un colpo enorme e potenzialmente disorientante per la classe capitalista dominante in Gran Bretagna, per i politici al suo servizio e per i suoi alleati imperialisti nell’UE, negli USA, nel FMI e nella NATO.
Il popolo ha parlato e la sovranità popolare ora esige che il Parlamento di Westminster accetti e metta in atto la sua decisione. La sinistra deve ora raddoppiare gli sforzi per trasformare il risultato del referendum in una sconfitta per l’intero asse UE/FMI/NATO.
Ma è chiaro che il governo Cameron-Osborne ha perso la fiducia degli elettori e non può essere investito della responsabilità di negoziare l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Dovrebbe immediatamente dimettersi.
Il Partito Comunista non nutre alcuna fiducia anche sul fatto che un governo Conservatore guidato da altri filo-grandi affaristi, filo-imperialisti filo-neoliberisti come Bors Johnson, Michael Gove, Liam Fox Duncan Smith intendano resistere alle pressioni della City di Londra, del grande Business, degli USA e della NATO per prevenire l’uscita della Gran Bretagna dall’UE.
Se un governo non alternativo avrà la maggioranza alla Camera dei Comuni, si dovranno convocare senza indugio le Elezioni Generali.
Ciò rende ancora più impostante che la direzione del Partito Laburista si impegni immediatamente a rispettare e ad attuare in pieno le decisioni del referendum. Inoltre, dovrebbe manifestare la sua determinazione a negoziare i termini dell’uscita e i futuri trattati con l’UE e gli altri paesi sulla base di nuovi accordi che mettano gli interessi del popolo, qui e a livello internazionale, prima di quelli delle grandi imprese e del “libero mercato” capitalista.
In ogni caso, sarà pure di vitale importanza contrastare la recrudescenza della xenofobia e del razzismo scatenati dalle forze che hanno guidato, da entrambe le parti, la campagna referendaria.
L’unità e la mobilitazione delle forze progressiste e del movimento operaio è essenziale allo scopo di spiegare i benefici dell’immigrazione e contrastare l’appello alla divisione e anti-operaio di UKIP e degli altri partiti di destra ed estrema destra.
Ora abbiamo bisogno di lottare per garantire che la Gran Bretagna fuori dalla “Fortezza Europa” faccia uso della sua libertà per dare il benvenuto alle persone che vengono a lavorare, studiare e vivere qui da ogni parte del mondo e per guidare l’Europa a fornire un rifugio sicuro per i richiedenti asilo e i rifugiati.




Comunicato del comitato Lexit – the Left Leave Campaign

Il voto per l’uscita dalla UE è soprattutto un rifiuto dell’intero establishment politico da parte di milioni di persone della classe lavoratrice che è stata lasciata a subire l’austerità per decenni con pochissimi difensori tra i maggiori partiti. Questa è una crisi sociale di prim’ordine. Ogni istituzione dell’establishment britannico ha sostenuto la posizione del “Rimanere”. Il Partito Conservatore, nonostante dichiarazioni di unità, ha iniziato una guerra interna. “È una martellata a Cameron” ha riportato la BBC questa mattina. Di Osborne [importante deputato conservatore in prima linea per la campagna del Remain, ndt] si parla già al passato.
Questa potrebbe essere stata una grande crociata laburista se si fossero messi in testa alla rivolta della classe lavoratrice ma la corrente di Blair ha costretto Jeremy Corbyn ad abbandonare la sua opposizione alla UE, che pure aveva sostenuto a lungo.
Questo ha permesso alla destra di reclamare una vittoria che non è veramente loro. Quasi 17 milioni di persone hanno votato Leave, ma solo 3.8 milioni hanno votato l’UKIP alle ultime elezioni. Ma adesso sta alla sinistra mettersi fortemente al centro dell'opposizione ai conservatori e alla destra.
Se non si vuole che i razzisti siano la faccia del risultato di oggi, semplicemente non lasciateglielo fare. C’è una significativa proporzione di coloro che hanno votato Leave che l’hanno fatto sulla base e all’opposizione all’austerity e all’ordine neoliberale che ha colpito direttamente le loro vite ed è parte integrante della UE. Non siate così svelti a dipingere milioni di persone con lo stesso pennello di Farage.
Molte persone di sinistra hanno votato pe il Remain per ragioni comprensibili in un referendum così divisivo. Adesso è tempo di unire le domande più elementari che milioni di lavoratori stanno già sostenendo.
L’UNICA cosa che la sinistra può fare adesso è stringersi attorno a questo risultato e iniziare la lotta ai Coservatori.
Finiamo l’austerità ora!
Cameron deve dimettersi!
Elezioni generali ora!

Mai più “Fortezza Europa” – uguaglianza per i lavoratori migranti!

(traduzione dall’inglese di Riccardo Rinaldi)
Fonte: Contropiano


Sovranità e socialismo
La Brexit non è una nostra vittoria, ma è una buona notizia che apre nuovi scenari. Ogni volta che si vota i popoli danno una legnata ai governanti sui temi europei. E' una UE non democratica, che cancella la sovranità degli stati, con un parlamento europeo che seppur eletto, non ha alcun potere perchè le decisioni vengono prese altrove. Il neoliberalismo dell'UE sta generando crisi e conflitti tra popoli. Le forze di sinistra stanno fallendo nel loro inutile tentativo di cambiare le istituzioni europee dall'interno e cosa ancora più grave hanno lasciato il campo libero alle destre razziste e conservatrici che sono le uniche (o quasi) a sventolare la bandiera dell'euroscetticismo. E' gia tardi, troppo tardi. Ma i comunisti devono affrontare subito l'ambiguità e avere il coraggio di costruire un fronte sovranista di sinistra per chiedere l'uscita dell'Italia dall'Unione Europea e dalla Nato.
Sovranità e socialismo. Le due cose non possono essere scisse!

Andrea Perno Salutari

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